Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
Ciao a tutti! Il discorso sui comportamenti che mettono a rischio le nostre uscite in compagnia, argomento della settimana scorsa (leggi l'articolo) che partiva da una rumorosa cafè racer su base boxer BMW, è andato a parare sui T-Max con i terminali speciali, sulle sonorità più belle, quelle più brutte e quelle che non dicono niente; qualcuno si è spinto fino a criticare quelli che non salutano quando li incroci. Infastidiscono anche me quelli che non salutano, ma faccio notare che pochi di noi sono rimasti in tema: si trattava di capire se un motociclista esperto può redarguire l’ultimo arrivato oppure no.
Vogliamo parlare soltanto di rumore e mettere un po’ d’ordine? Benone, il tema è davvero interessante perché il suono dello scarico (qualche volta anche quello di aspirazione o della frizione) è uno dei caratteri distintivi della nostra moto. Parto dalla mia posizione, per non essere ambiguo, e preciso che sono il primo a rammaricarmi per il fatto che le belle sonorità di una volta siano sparite. Era magnifico distinguere da molto lontano una Triumph da una Honda o da una Kawasaki. Ma purtroppo non siamo tutti appassionati di motori e, soprattutto, la collettività ha le sue esigenze e i suoi equilibri da rispettare, e l’inquinamento acustico è diventato un problema: secondo l’OMS, sono più di cinquanta milioni gli europei che vivono in aree urbane esposte a livelli di rumore troppo elevati, soprattutto la notte, con danni che partono dall’insonnia e possono diventare gravi e persino irreversibili. Un ragazzino esuberante può anche fregarsene di questi dati e smarmittare il suo scooter e divertirsi a svegliare i vicini, ma poi si cresce, e mi pare che un adulto sia tenuto a fare i conti con la realtà.
Sull’altro lato della medaglia, tuttavia, trovo che non ci possano chiedere la luna, e poi la perfezione non esiste. Siamo in tanti largamente imperfetti e va bene, io per esempio continuo a rimpiangere certi quattro in uno celestiali o il rombo in rilascio dei bei monocilindrici più spinti o il tromboncino dei bicilindrici anni Settanta o il crepitìo dei due tempi di una volta. In questi giorni sto usando una moto elettrica che va forte e vi racconterò, ma avanzare nel silenzio proprio non riesco a digerirlo; amo invece guidare su un bel percorso misto una moto leggermente più sonora del lecito, e mal sopporto i silenziatori assoluti che soffocano del tutto la personalità di una moto. Però detesto dar noia nei centri abitati, rallento negli attraversamenti, non smanetto da fermo e non tiro mai le marce in città. Ho ben chiaro che molta gente odia le moto in quanto tali e del resto persino io non amo incondizionatamente tutti i motociclisti. Lasciamo perdere quelli che vanno come assatanati con l’Akrapovic montato sul T-Max, che motociclisti non sono, ma chi sostiene che il fracasso è un valore, quelli che teorizzano che più la moto fa casino e più si è sicuri, quelli che circolano a Milano con l’Harley a scarichi liberi e si gingillano con il gas anche quando decelerano a frizione tirata verso il semaforo rosso, ebbene non posso che mandarli al diavolo. Danno noia a me, e dovrebbero dar noia anche a voi perché sono un danno per tutti.
Foto: dal Web