Nico Cereghini: "Pedrosa, la scelta giusta"

Nico Cereghini: "Pedrosa, la scelta giusta"
Davanti alla HRC la prospettiva di tante stagioni vincenti in MotoGP. Opportuno tenere un pilota collaudato di fianco al fenomeno Marquez. E poi Dani se lo merita: è un ottimo pilota e una bella persona… | N. Cereghini
15 luglio 2014

Punti chiave

Ciao a tutti! La Honda HRC che comunicava di tenersi Pedrosa per un altro biennio ha sollevato una bella discussione tra voi lettori. C’è chi capisce la scelta, e apprezza le qualità di Dani e ritiene che possa dare ancora molto alla squadra; e chi invece non la condivide affatto, sostenendo che ormai, alla nona stagione sulla RCV, quello che Pedrosa poteva dire lo ha detto e che tutti e due –pilota e Honda- avevano qualcosa da guadagnare separandosi.

Vale tutto, nessuno di voi ha sparato a casaccio, e allora provo ad andare oltre. Con una necessaria premessa: Dani Pedrosa è un pilota che merita rispetto, è un ottimo pilota come si è visto ancora al Sachsenring, e del resto lo aveva dimostrato, subito, con i tre titoli consecutivi tra il 2003 ed il 2005 (125 prima, doppietta in duemmezzo poi). Le sue venticinque vittorie in MotoGP lo mettono sul podio dell’ultimo decennio, e bisogna ricordare che nella sua miglior stagione, il 2012, Dani ha vinto sette GP, uno più di Jorge Lorenzo che ha conquistato il titolo di stretta misura. Direi che il 26 è veloce come pochi altri ed ha molta classe, mentre sull’altro piatto della bilancia metto una certa fragilità fisica, che non lo aiuta, e la scarsa propensione al duello ravvicinato. E aggiungo ancora un elemento: è un’ottima persona, sensibile e rispettoso dei rivali, e forse proprio per questa ragione non è un autentico fenomeno come Rossi, come Marquez o come è stato Stoner.

Credo che la HRC lo abbia confermato per strategia, per la Repsol e anche per affetto

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Credo che la HRC lo abbia confermato per strategia, per la Repsol e anche per affetto.
Strategicamente, avendo un fuoriclasse come Marquez, è corretto tenersi un pilota collaudato (e pur sempre veloce) evitando i salti nel buio: così il giovane Marc resta tranquillo e il box è più sereno. Quanto allo sponsor, si dice che Dani sia nella manica del petroliere e questo è probabile. E infine c’è l’affetto, che nelle competizioni di solito vale poco o nulla, ma in questo caso deve aver pesato. Perché nove anni sono nove anni, e in tutto questo tempo Dani ha ingoiato i bocconi più indigesti mantenendo quasi sempre il sorriso; è un ragazzo educato, uno che non si agita se c’è un problema tecnico, che collabora senza mai tirarsi indietro. Insomma è la persona perfetta per convivere con chiunque, e persino con Marquez, e così affrontare al meglio le prossime due, o forse anche cinque, stagioni. Chi potrà impensierire Marc e la Honda se si riuscirà a tenere alta la concentrazione senza complicarsi la vita? Il vantaggio tecnico è notevole e la concorrenza, al momento, non fa troppa paura.

E poi vi dico la verità: dovessi scegliere con chi andare a cena - con la scelta limitata ai piloti, intendo, e dunque trascurando quelle sei o sette ombrelline che anche voi mettereste in cima alla lista - direi Pedrosa senza pensarci un momento. Sono sicuro che verrebbero fuori discorsi molto interessanti: Dani è riservato, ma è anche un pilota tecnico, e poi stato vicinissimo ai segreti di Stoner, sa tutto dell’elettronica della Honda e delle strategie giapponesi, e poi ha studiato da vicino Rossi, Lorenzo, Marquez e persino Suppo. Gli verso un bicchiere in più e salta fuori un bell’articolo. Anzi, un libro intero…