Nico Cereghini: “Per Ducati ci voleva. Per tante ragioni”

Nico Cereghini: “Per Ducati ci voleva. Per tante ragioni”
Questa bellissima giornata di Misano rappresenta molto anche ben oltre Ducati Corse. Per Borgo Panigale questi sono giorni impegnativi, perché si sta tracciando il futuro con Audi | N. Cereghini
18 settembre 2012

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Ciao a tutti! E’ stato bello festeggiare il secondo posto della MotoGP di domenica direttamente a Misano, insieme a quelli –non pochi, per fortuna- che erano lì potendosi permettere il costo della trasferta e del biglietto. E’ stato bello per tutti noi, per Valentino che ha guidato molto bene e per la Ducati che pare trasformata. E sono sicuro che questa bella gara abbia una grande importanza per un mucchio di gente.

Rossi ha seminato prudenza nell’ultimo mese (“non so se sarò ancora competitivo e nel caso non lo fossi mi ritirerei”), e molti, io tra loro, dubitano che sia stato del tutto sincero. Le persone a lui più vicine mi hanno invece detto di credergli un po’, perché anche nel privato Vale esprime i suoi dubbi. Non sulla competitività, perché se non fosse certo di potersela giocare con Lorenzo resterebbe dov’è, ma sui tempi. Lui davvero non sa quante gare gli serviranno per sfruttare al 100 per 100 la M1, come sta facendo Jorge. Due gare? Cinque gare? Mezza stagione? I suoi dubbi sono lì, perché da due anni non guida al vertice. E la soddisfazione di Misano serve, a Rossi, per caricarsi.

In Ducati sono momenti molto complessi. Certo, il peggio è passato, con l’Audi si è aperta un’epoca fertile e rassicurante, i programmi sportivi della MotoGP sono tracciati e sono anche belli: quattro piloti tosti come Dovizioso, Hayden, Spies e Iannone (che probabilmente metterà il sale sulla coda a tutti gli altri). Ma queste settimane sono molto difficili e tese: si stanno tracciando le linee dello sviluppo, riunioni su riunioni, e non bisogna commettere errori. Con tutte le difficoltà che ci sono, a partire dalle differenze tra i due marchi.

Una bella iniezione di fiducia ci voleva proprio, adesso più che mai, ed il secondo posto di Misano, nella sua straordinarietà, è arrivato nel momento giusto

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Il gruppo Volkswagen ha oltre 500.000 dipendenti, la Ducati poco più di mille, e se Borgo Panigale è una grande fabbrica in un quartiere di Bologna, Ingolstadt è una vera città Audi con la stazione, e l’aeroporto che muove ogni giorno centinaia di dirigenti da un sito all’altro nel mondo. “Solo per scrivere i discorsi –mi ha detto un alto dirigente Ducati- all’Audi lavorano undici persone”. Intendersi, trovare cioè una vera intesa al di là della lingua diversa, è un’impresa stimolante sì, ma anche delicata e difficile.

Dopo l’entusiasmo dei primi giorni, adesso c’è un lavoro da fare, un lavoro di quelli che fanno tremare i polsi.
Oltretutto, in questi giorni Ducati ha avuto altre preoccupazioni grosse. Poiché alcuni pilastri portanti della fabbrica, benché a norma, erano identici a quelli che hanno ceduto altrove nel terremoto emiliano di fine maggio, è arrivato il momento di sostituirli. E non è stato uno scherzo. Insomma una bella iniezione di fiducia ci voleva proprio, adesso più che mai, ed il secondo posto di Misano, nella sua straordinarietà, è arrivato nel momento giusto.

 

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