Nico Cereghini: “Rossi, Cadalora, benzina fresca”

Nico Cereghini: “Rossi, Cadalora, benzina fresca”
Luca ha un ruolo tecnico nella nuova competitività di Vale? Forse no, di sicuro è un bell’aiuto psicologico. Il parere di due esperti come Brazzi e Lusuardi, che hanno lavorato con l’uno e con l’altro
26 aprile 2016

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Ciao a tutti! Dopo lo strepitoso successo di Rossi a Jerez, numero 113 della sua grande carriera, molti mi chiedono se la mossa di ”assumere” Cadalora si stia già rivelando vincente. Conosco Valentino, conosco Luca, potrei provare a rispondere direttamente; invece non mi fido e chiamo due personaggi che ne sanno più di me. Il primo è Rossano Brazzi, il capotecnico di Vale nel biennio sulle duemmezzo Aprilia, nonché capotecnico di Luca quando correva con la Yamaha nella stessa classe. Conosco Brazzi da quando guidava le piccole 50 cc., tanti anni e tanti chili fa.


«Mi è sembrata da subito una cosa strana – mi risponde Rossano al telefono - perché va bene, Luca è molto tecnico, molto più tecnico di Rossi, ed era così anche da giovane, viene dalla scuola dei Villa. Ma dal bordo pista cosa puoi capire? Traiettorie, assetti, stili di guida: sono cose molto personali. Il suo ruolo non me lo spiego, vorrei proprio incontrare Luca per chiederlo direttamente a lui…».


Invece c’è chi Luca lo ha visto e interpellato: è l’ex-pilota Claudio Lusuardi, che seguiva Valentino con la Cagiva 125 in Sport Production ed è amico di Cadalora da anni. Seconda telefonata e il tono non cambia di tanto.


«A Luca ho detto che le moto che guidava lui sono troppo diverse dalle MotoGP di oggi. Lui è stato un po’ reticente e di fatto non mi ha chiarito il suo ruolo. Ma personalmente sono convinto che possa essere molto utile a Valentino: in questa fase ha bisogno di qualcuno di importante che gli sia vicino, una figura che non ha mai avuto. Luca è carismatico e molto tecnico, ma l’aiuto, secondo me, più che tecnico sarà soprattutto di tipo psicologico».


I dubbi li avevo anch’io: non sulle qualità dei due personaggi, certo, ma sul contributo tecnico che un esterno – bravo o bravissimo che sia - possa dare a un nove volte campione del mondo. Di chiamare ora Luca non se ne parla. Di solito mi risponde al secondo squillo, ma da un paio di mesi ignora persino gli SMS e il significato è chiaro: si prega di non disturbare. Però resta il fatto che tecnicamente c’è davvero un progresso, Rossi appare molto più efficace in qualifica e complessivamente mi sembra anche più competitivo in gara. E qui si fa strada l’ipotesi più concreta delle gomme. Con le Michelin Valentino ha una storia più lunga, già conosce i limiti della filosofia che sta dietro al prodotto, ha già guidato senza godere di quel grande appoggio, infinito, che l’anteriore Bridgestone offriva ai piloti in MotoGP. Tutti fanno fatica con il feeling dell’anteriore e con il grip del posteriore. Vale un po’ meno dei colleghi. Al momento, naturalmente.


Ma dopo le gomme c'è Luca. A bordo pista per studiare Rossi e i suoi rivali, qualche volta nel box a osservare le operazioni con la sua abituale serietà. E’ la passione che li ha uniti, è Vale che ha voluto Luca. Come minimo, per quello che posso capire io, la novità ha dato al nove volte campione del mondo una serenità diversa. E la prima fila nelle ultime tre gare, più ancora della vittoria di Jerez, è benzina fresca per il Dottore.

cadalora e rossi
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