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Ciao a tutti! Finalmente da venerdì prossimo 4 marzo riparte il mondiale MotoGP. Nella denominazione ufficiale che comprende tutto il pacchetto, naturalmente, con Moto3 e Moto2 di fianco alla top class, più la MotoE per l’ultima volta equipaggiata da Energica che passerà il testimone di produttore alla Ducati. Sulla carta è un bellissimo mondiale, ma restano purtroppo minacce pesanti: se la pandemia sembra quasi dappertutto sotto controllo -pericolosa, ma dopo due anni tutto sommato gestibile- adesso c’è la guerra in Ucraina che è terribile in se e potrebbe drammaticamente allargarsi. Preghiamo il cielo che non succeda.
Limitarsi alle moto è consolante e necessario. Mondiale bellissimo per due principali ragioni: sei case ufficiali in MotoGP (tre nippo e tre europee), tutte competitive, e ventiquattro piloti di un livello altissimo. Non è un superlativo generico: sulla griglia della MotoGP la netta maggioranza dei piloti ha conquistato almeno un titolo mondiale. Solo dieci sono i piloti arrivati alla top class senza titoli, ben quattordici piloti hanno conquistato almeno un campionato mondiale in Moto3, o in Moto2, o in due categorie. O in tre classi addirittura come Marc Marquez, che è il detentore di otto corone iridate sulle ventiquattro totali esibite sulla griglia della MotoGP. E naturalmente lo stop di Valentino Rossi ci ha tolto l’altro grande mattatore, con lui in pista i titoli totali sarebbero nove in più. E viene facile immaginare che in Qatar la sua assenza peserà, è dal ’96 che lo si cercava tra i partenti e quasi sempre lo si trovava facilmente, lì in prima fila. Ma nulla può durare all’infinito, e le ultime stagioni ci hanno gradualmente abituato a fare a meno del Dottore.
Ci mancherà molto, Valentino, sul lato sentimentale. Ma sul piano sportivo il 2022 si annuncia il più interessante dell’ultimo lustro: il ritorno del vero Marc Marquez, la difesa del titolo di Quartararo, la forza della Ducati con Bagnaia in testa, la sfida dell’Aprilia e avanti così, sono tutti ingredienti che ci calamiteranno davanti alla televisore e sulle tribune.
Certo, si parla soprattutto di MotoGP e in molti resta il dubbio che la classe più importante stia fagocitando le altre due categorie. Dubbio legittimo, quando si pensa per esempio ai tagli dei giri di gara che Moto2 e Moto3 spesso devono subire per salvaguardare il clou dello spettacolo. O quando riscontriamo che tutti i piloti considerano le prime due classi come un semplice trampolino di lancio per arrivare ai prototipi mille.
Ma personalmente continuo a credere che Carmelo Ezpeleta sia sincero quando dice, come ha fatto recentemente nell’intervista concessa a Giovanni Zamagni, che “Moto2 e Moto3 per Dorna valgono molto e la presenza delle tre categorie è imprescindibile”. Io stesso temevo, anni fa, che Dorna volesse togliere progressivamente spazio alle piccole e alle medie cilindrate fino a farci digerire un programma basato sulla sola MotoGP. E invece.
Invece non è avvenuto niente del genere. E anzi abbiamo visto come in questi due anni incerti e difficilissimi, quando il rischio di bruciare tanti team di piccole e medie dimensioni si faceva concreto Dorna ha messo mano al portafoglio e ha sostenuto direttamente queste squadre. Se avesse progettato la riduzione delle classi, io credo che avrebbe colto la palla al balzo.