Nico Cereghini: “Un team satellite può vincere il titolo?”

Nico Cereghini: “Un team satellite può vincere il titolo?”
Due vittorie di Bastianini nei primi quattro GP per Gresini Racing, che si è già trovata in questa situazione due volte, molti anni fa con Sete Gibernau. La storia dice che un team satellite non vince il titolo della MotoGP, però io credo che…
19 aprile 2022

Ciao a tutti! Dopo le due vittorie nei primi quattro GP, tanti appassionati mi fanno una domanda che ne nasconde un’altra e un’altra ancora. Mi chiedono: Enea Bastianini può davvero vincere il titolo della MotoGP? E naturalmente sottintendono: un team satellite si è già trovato in questa condizione? E com’è andata?

Sul piano storico la risposta è facile. La stessa Gresini Racing si è già trovata nell’identica situazione per ben due volte, 2003 e 2004, e entrambe le volte il titolo è sfumato: vice campioni mondiali piloti con Sete Gibernau e la Honda RC211V, campione Valentino Rossi con la Honda prima e con la Yamaha poi. Ma attenzione, aggiungo io, vincere il titolo si può anche da satelliti. E’ molto difficile, non è mai accaduto nella MotoGP, ma credo che sia possibile.

Quel 2003 purtroppo iniziò tragicamente: Daijiro Kato, che per Gresini portava in gara la Honda ufficiale, all’esordio stagionale di Suzuka finì violentemente contro un muretto e trovò la morte. La sua moto andò alla seconda guida Gibernau e la prima vittoria dello spagnolo l’ho ancora negli occhi. Fu per me l’ultima volta che, per il secondo GP, volai fino in Sudafrica: sostituivo Reggiani di fianco a Meda e l’emozione di quel successo, subitaneo e inaspettato, fu una delle cose più intense che abbia mai vissuto. Fausto, i suoi ragazzi e tutti noi annichiliti: davvero Kato era lì sul podio con il compagno!

Sete vinse poi la gara numero 4, Le Mans. In seguito avrebbe centrato il successo anche ad Assen e al Sachsenring, ma Valentino ne aveva di più. E l’anno dopo, 2004 con Rossi alla Yamaha, Gibernau si fece valere di nuovo: due vittorie nella seconda e terza gara, poi a Brno e a Losail. In seguito la sua stella si è offuscata e in Gresini Racing sono subentrati Melandri ed Elias.

Oggi Enea non ha la moto ufficiale, ma la sua Desmosedici 2021 è eccellente. Immagino che tra un paio di gare la 2022 sarà finalmente al top del potenziale e allora forse Bastianini un po’ soffrirà. Ma è forte e intelligente, ha una gran squadra (in parte formata da uomini Ducati) e, nel caso servisse, Borgo Panigale gli darà una mano in più. O no?

Ecco il punto. Come tutti sanno la Ducati ha un solo obiettivo, vincere; ma esistono anche equilibri sportivi e finanziari da rispettare. Tra l’altro, i marchi che compaiono sulle carenature della squadra ufficiale mettono sul piatto un budget molto consistente e si aspettano di conquistare il titolo; o alla peggio, come opzione di riserva, di essere sulla prima Ducati in classifica. 

D’altra parte, per Ducati è molto ma molto meglio portare a casa il titolo con Gresini Racing che perderlo ancora a favore di una Suzuki, o di una Honda, o della Yamaha campione in carica. E se a vincerlo fosse una Aprilia o una KTM, ahi, per Borgo Panigale sarebbe un boccone indigeribile e non privo di conseguenze.

Conclusione? Il titolo manca dal 2007 con Casey Stoner e sono sicuro di una cosa: se Enea e Pecco -per fare l’altro nome che mi piace- dovessero trovarsi in vetta al mondiale a pochi GP dalla fine, per Ducati sarebbe una festa, non un problema. Domenicali, Dall’Igna e colleghi sono certamente all’altezza di trovare, in quello che sarebbe un caso storico e meraviglioso, una soluzione che gratifichi tutti i protagonisti. E hanno il tempo per pensarci.      

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