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Ciao a tutti! Dopo le due vittorie nei primi quattro GP, tanti appassionati mi fanno una domanda che ne nasconde un’altra e un’altra ancora. Mi chiedono: Enea Bastianini può davvero vincere il titolo della MotoGP? E naturalmente sottintendono: un team satellite si è già trovato in questa condizione? E com’è andata?
Sul piano storico la risposta è facile. La stessa Gresini Racing si è già trovata nell’identica situazione per ben due volte, 2003 e 2004, e entrambe le volte il titolo è sfumato: vice campioni mondiali piloti con Sete Gibernau e la Honda RC211V, campione Valentino Rossi con la Honda prima e con la Yamaha poi. Ma attenzione, aggiungo io, vincere il titolo si può anche da satelliti. E’ molto difficile, non è mai accaduto nella MotoGP, ma credo che sia possibile.
Quel 2003 purtroppo iniziò tragicamente: Daijiro Kato, che per Gresini portava in gara la Honda ufficiale, all’esordio stagionale di Suzuka finì violentemente contro un muretto e trovò la morte. La sua moto andò alla seconda guida Gibernau e la prima vittoria dello spagnolo l’ho ancora negli occhi. Fu per me l’ultima volta che, per il secondo GP, volai fino in Sudafrica: sostituivo Reggiani di fianco a Meda e l’emozione di quel successo, subitaneo e inaspettato, fu una delle cose più intense che abbia mai vissuto. Fausto, i suoi ragazzi e tutti noi annichiliti: davvero Kato era lì sul podio con il compagno!
Sete vinse poi la gara numero 4, Le Mans. In seguito avrebbe centrato il successo anche ad Assen e al Sachsenring, ma Valentino ne aveva di più. E l’anno dopo, 2004 con Rossi alla Yamaha, Gibernau si fece valere di nuovo: due vittorie nella seconda e terza gara, poi a Brno e a Losail. In seguito la sua stella si è offuscata e in Gresini Racing sono subentrati Melandri ed Elias.
Oggi Enea non ha la moto ufficiale, ma la sua Desmosedici 2021 è eccellente. Immagino che tra un paio di gare la 2022 sarà finalmente al top del potenziale e allora forse Bastianini un po’ soffrirà. Ma è forte e intelligente, ha una gran squadra (in parte formata da uomini Ducati) e, nel caso servisse, Borgo Panigale gli darà una mano in più. O no?
Ecco il punto. Come tutti sanno la Ducati ha un solo obiettivo, vincere; ma esistono anche equilibri sportivi e finanziari da rispettare. Tra l’altro, i marchi che compaiono sulle carenature della squadra ufficiale mettono sul piatto un budget molto consistente e si aspettano di conquistare il titolo; o alla peggio, come opzione di riserva, di essere sulla prima Ducati in classifica.
D’altra parte, per Ducati è molto ma molto meglio portare a casa il titolo con Gresini Racing che perderlo ancora a favore di una Suzuki, o di una Honda, o della Yamaha campione in carica. E se a vincerlo fosse una Aprilia o una KTM, ahi, per Borgo Panigale sarebbe un boccone indigeribile e non privo di conseguenze.
Conclusione? Il titolo manca dal 2007 con Casey Stoner e sono sicuro di una cosa: se Enea e Pecco -per fare l’altro nome che mi piace- dovessero trovarsi in vetta al mondiale a pochi GP dalla fine, per Ducati sarebbe una festa, non un problema. Domenicali, Dall’Igna e colleghi sono certamente all’altezza di trovare, in quello che sarebbe un caso storico e meraviglioso, una soluzione che gratifichi tutti i protagonisti. E hanno il tempo per pensarci.