Nico Cereghini “Una scoperta: la bionda di Colin”

Nico Cereghini “Una scoperta: la bionda di Colin”
Le ragazze con l’ombrellino sono spesso spettacolari, ma se fa freddo e piove come a Silverstone datele una giacca a vento, perbacco. Oppure no? | N. Cereghini
14 giugno 2011

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Ciao a tutti.
Domenica pomeriggio, poco prima delle 14, il televisore sintonizzato su Italia 1, nel vedere Colin Edwards allineato in terza fila nonostante la clavicola appena operata mi sono ringalluzzito, però a scaldarmi il cuore è stata la bionda che reggeva il suo ombrellino. Veniva giù la pioggia a secchiate, vento a raffiche, dieci gradi sulla pista, tutti erano intabarrati nei loro piumini e quella ragazza, spalle nude e scollatura da sera, sorrideva. Un sorriso un po’ rigido, ma stabile nei quaranta secondi di tutto il piano sequenza: le immagini sono partite da lei, sono passate al pilota, poi zoom sul viso di Colin, retro zoom e chiusura ancora centrata su di lei. Colpito da quella ragazza, ho chiesto a Beltramo il suo numero di telefono (lui ha tutti i numeri di telefono) e l’ho intervistata a fine gara.
 

Veniva giù la pioggia a secchiate, vento a raffiche, dieci gradi sulla pista, tutti erano intabarrati nei loro piumini e quella ragazza, spalle nude e scollatura da sera, sorrideva

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“Non mi faccia parlare –ha esordito lei, che si chiama Meg- perché potrei dire cose sgradevoli. La prima e l’ultima volta, glielo garantisco io! De-lu-sis-si-ma!”.
-Beh, certo, con quel gelo e neanche un cristiano che le allungasse una giacca a vento…
“Ma cos’ha capito? Ma quale giacca a vento! Io potrei resistere una intera giornata in bikini sul pack, io il fisico ce l’ho. Ma l’ha visto Casey Stoner nelle interviste del dopogara? Ha visto come tremava? Patetico. E il mio Colin che non aveva più un filo di voce! Adesso è qui nel box più morto che vivo, dice di avere 40 di febbre… Roba da matti!”

-Ma come roba da matti? E’ stata una gara lunga e difficile, e poi….
“Ma mi faccia la cortesia! Questi piloti di oggi sono dei mollaccioni, questa è la verità! Soprattutto quelli della MotoGP! Ma andate a correre in Superbike, piuttosto, lì sì che sono veri uomini!”

-Oddìo, una seguace di Biaggi e Checa!
“E di Haga e di Melandri e soprattutto una fan di Gozzi e Di Pillo, quelli sì che sono giornalisti. I vostri Scalera, Zamagni, Falsaperla…. Per carità diddìo! Ha ragione Di Pillo: il vero e unico sport è la SBK, la motoGP è solo un teatrino di bambini viziati!”

Sorpreso dalla reazione veemente di Meg, e schiacciato dalla logica delle sue argomentazioni, non ho saputo replicare e le ho solo chiesto che cosa ci facesse allora proprio lì tra i piloti che disprezza.
Non l’avessi mai fatto!

“Lo vede che non capisce niente? Volevo proprio dimostrare la nullità dei vostri eroi: tutti provati, tutti stracoperti ma intirizziti, lì a singhiozzare come delle larve in tuta di pelle. E l’unico essere umano che sapeva reggere al gelo chi era? Me lo dica lei. Chi era? Ero io, caro signore: la sola appassionata di Superbike!”.
Ho interrotto la telefonata. Non si può ragionare con gente così.
 

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