Nico Cereghini: "Una semplice frase di sport"

Nico Cereghini: "Una semplice frase di sport"
Del fine settimana convulso, con Aragon e Laguna Seca e anche il Cross delle Nazioni, registro soprattutto una semplice frase che mi è molto piaciuta. Per molti sarà una banalità, eppure parla di sport nel modo più vero | N. Cereghini
30 settembre 2013

Punti chiave

 Ciao a tutti! Della domenica appena passata, straricca di eventi, mi ha colpito la frase di un protagonista. Paragonata al pasticcio di Marquez e Pedrosa – sul quale quasi tutto è stato detto, e attendo il parere finale della Race Direction per avere un quadro completo - questa di cui vi racconto è una cosetta, una faccenda minore; e probabilmente l’avrete sentita anche voi, ma sarà scivolata via senza lasciar tracce. E’ stato quando Valentino, nel dopogara, facendo il bilancio della sua corsa un po’ così, ha concluso in questo modo:
“E comunque portiamo a casa la coppa, e non è male”.

Nella mia testa è suonata una campanella collegata alla storia. Erano anni che non sentivo parole così semplici eppure così importanti. Le parole hanno un valore. Andare sul podio, portare a casa la coppa e metterla vicina alle altre: non è questa l’essenza dello sport? Per questo si mettono in gioco da sempre, ogni domenica, tutti i piloti, grandi e piccoli, dalla minimoto al CIV. E mi è parso bello che a fare questa affermazione così banale ma anche così profonda sia stato il pilota di moto più pagato del mondo. Sarà anche diventato molto ricco, ma Rossi, almeno ai miei occhi, è mosso tuttora dalla passione vera.

A casa ho poche coppe. Perché non ne ho prese molte, giusto, e poi perché qualcuna l’ho dimenticata con il passare degli anni in qualche redazione o in qualche cantina. Sono affezionato alle due minuscole coppette di bronzo che riceve ogni pilota che conclude la 24 Ore di Le Mans, e a quella non tanto più grande per il secondo posto assoluto nella 24 Ore di Spa-Francorchamps 1975, con la 1000 tre cilindri Laverda ufficiale in coppia con Roberto Gallina. Le più belle che ho sono italiane: un giro veloce a Grosseto 1974 classe 250, un terzo posto a Misano classe 500 1976, un altro terzo posto a Modena stessa classe e stessa stagione. Poca roba, niente di paragonabile a quel che raccoglie in carriera un qualunque pilota professionista. Correvo per hobby e la mia storia motociclistica è quasi tutta lì; e tutte le volte che guardo una coppa riemergono sensazioni, suoni, profumi e colori. Non ho fatto i soldi, con le corse, ma ho fatto di più: ho dato tutto quel che avevo dentro e sono stato felice.

Qualcuno penserà che sono troppo di parte, nel caso di Rossi, e magari anche troppo romantico in assoluto. Pazienza, non si può piacere a tutti. Resta il fatto che in un mondo sempre più artificioso e lontano dalla realtà, per una volta, invece di sentir parlare soltanto di strategie, di elettronica e di gomme, si è sentita semplicemente una parola di sport. A me ha fatto bene.

 

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