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Ciao a tutti! Un bel modo per passare le giornate, forzatamente inoperose per molti di noi, è mettersi davanti al monitor e cercare i video delle gare che ci sono piaciute. E il canale 208 di Sky, per questa settimana, ci propone un palinsesto davvero speciale. Si comincia oggi alle 18 con Casey Stoner: le gare più belle e gli speciali a lui dedicati per ventiquattro ore filate.
Sarà poi il turno, a partire dalle 18 di dei giorni successivi, di Kevin Schwantz, poi Eddie Lawson, Michael Doohan e Max Biaggi, poi ancora Loris Capirossi, Marco Simoncelli e Kenny Roberts insieme a Wayne Rainey. Manca Freddie Spencer, io l’avrei infilato di diritto nella prima lista, ma è probabile che arriverà più avanti.
Ci sarà da fare indigestione, questa settimana, difficile che qualcuno regga abbastanza a lungo per vedersi proprio tutto. Nel caso, fatelo sapere alla redazione del libro dei record e dei primati, perché potreste diventare famosi. Ma al di là degli scherzi, questa full immersion dedicata a un solo pilota ha un aspetto affascinante.
Casey è il primo ed è giusto, perché forse è proprio lui il numero uno dei piloti da rivivere e analizzare in tutte le sue sfumature: la sua storia, specie negli anni con la Ducati, ha rappresentato qualcosa di veramente speciale. Casey è stato particolare come persona ed è stato molto particolare anche come pilota. E più passa il tempo e più appare chiaro come lui avesse un dono speciale nella guida della moto.
I lettori più attenti sanno che ho già provveduto a fare una decisa autocritica: io sono stato tra quelli più lenti a capire quanto fosse speciale e l’ho già ammesso. Nessuno è perfetto. Che fosse un gran bel pilota era evidente anche per me, ma non capivo se fosse straordinario lui o la moto. In Ducati non chiarivano affatto, lo stesso collaudatore (l’amico Vitto Guareschi) si limitava a dirmi “se uso la moto con le sue regolazioni mi ammazzo”, qualcuno mi spiegava “si affida completamente all’elettronica”, altri al contrario mi assicuravano che “i suoi controlli elettronici sono al minimo”. Non si capiva quanto fosse grande. O per lo meno, io seguo le corse da una vita ma ammetto di non averlo capito. Certi elementi mi mancavano.
Rivedersi le gare più belle, risentire la sua voce nelle interviste, leggere nei suoi occhi può fare solo bene. Oggi Stoner lo rimpiangiamo tutti, contro Marquez avrebbe fatto scintille. E sarà ugualmente bello rivedere le acrobazie di Kevin Schwantz e la sua guida crossistica, ammirare lo stile di Eddie Lawson che pareva andare a spasso anche quando dominava. Eddie, che dopo aver vinto il terzo titolo con la Yamaha passò alla Honda nell’89 e vinse subito ancora. E poi Mick Doohan tutto avvitato sulla NSR per cinque titoli consecutivi (!), e Max Biaggi capace di vincere con la 500 al debutto, e Capirossi. E Marco Simoncelli che sembra andato via ieri e invece sono già passati più di otto anni....
Quanti ricordi e quante storie meravigliose. Non so quanto tempo riuscirò a passare davanti al monitor ma so che non sarà tempo sprecato.