Nico Cereghini: "Sorpasso corretto oppure no"

Nico Cereghini: "Sorpasso corretto oppure no"
Il caso di Simoncelli a Le Mans serve a indagare tra i sorpassi interni ed esterni, leciti e illeciti. Forse si può trovare una soluzione | N. Cereghini
17 maggio 2011

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Ciao a tutti!
Dopo una domenica come quella di Le Mans non posso evitare l’argomento del giorno: Simoncelli e il suo sorpasso su Pedrosa. Se n’è già parlato tanto, forse anche troppo, ma per me c’è ancora qualcosa da aggiungere che non è stato detto.
Per ricapitolare. Diciottesimo giro su ventotto, Sic è rientrato sul secondo, Pedrosa; ne ha di più, lo passa in staccata, entra esterno nella curva a sinistra. Lui dice che gli ha lasciato lo spazio per girare. Le immagini e anche Rossi, che non è spagnolo e di Marco è amico, dicono di no. Fatto sta che il piccolo Dani è chiuso, non ha spazio, tenta una manovra d’emergenza, ma colpisce la ruota posteriore della Honda 58 e poi vola via spezzandosi la clavicola.

Niente di irreparabile, le gare sono insidiose, le clavicole si aggiustano, Marco è un talento ed è intelligente. Avrà modo di riflettere sulla sua irruenza, perché di questo bisogna parlare: aveva dieci giri buoni per prendersi il secondo posto ed era più rapido; capirà che è molto meglio star lontano dai guai e anche dai rivali. Nel suo passato non mancano episodi analoghi, in altre occasioni ha deviato o chiuso la linea quando era ancora troppo vicino all’avversario appena superato: forse non è così pronto nel valutare tempi e distanze.
 

Il sorpasso all’esterno è più delicato anche nelle conseguenze: spesso il pilota attaccato non ha alcuna chance, proprio come Pedrosa. Provo a trovare una legge universale, cioè buona sempre...

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Non intendo drammatizzare la situazione. Ripeto, niente di irreparabile è accaduto e la buona fede è certa. Ma si può andare oltre e indagare sul sorpasso corretto e quello scorretto, sul sorpasso ideale. Per cominciare io credo che il sorpasso all’interno, persino quando pare azzardato e finisce con un contatto, vada sanzionato soltanto in un caso: quando è chiara la volontà di colpire, di speronare l’avversario. Se ci mettiamo a sottilizzare troppo, allora aboliamo i sorpassi. Naturalmente non è facile stabilire ciò che accade nella testa dei piloti, ma la direzione corsa ha molti strumenti utili: immagini, testimonianze, la telemetria che può rivelare la manovra dell’investitore.

Abbiamo visto tanti casi discutibili e discussi, però in genere non c’è dramma, anche perché il pilota attaccato all’interno ha quasi sempre la possibilità di reagire e lo spazio per cavarsela.
Il sorpasso all’esterno è più delicato anche nelle conseguenze: spesso il pilota attaccato non ha alcuna chance, proprio come Pedrosa.
Provo a trovare una legge universale, cioè buona sempre. Potrebbe suonare così: “il sorpasso all’esterno è considerato corretto quando il pilota che ha impostato l’attacco è in grado di concludere il sorpasso completo prima di rientrare sulla linea ideale della curva. In caso diverso, quando il sorpassato subisse un danno per il contatto (come la caduta o l’uscita di pista), o qualora si registrasse la ripetitività dell’azione scorretta da parte del pilota, l’infrazione sarà punita con pene variabili dall’ammonizione, alla multa, alla penalizzazione di dieci secondi, al ride through ecc ecc”.
Voi che ne dite?
 

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