Nobu Aoki: “Ecco i segreti della guida vincente di Pecco Bagnaia”

Nobu Aoki: “Ecco i segreti della guida vincente di Pecco Bagnaia”
L’ex pilota giapponese ha studiato la guida del campione del mondo: grandissima sensibilità, posizione in sella perfetta in ogni condizione e poi la capacità di calibrare come nessun altro lo scivolamento del posteriore in ingresso di curva
27 agosto 2024

Jomo Grand Prix Newspaper” è un blog sulle corse realizzato dall'ex pilota della MotoGP Nobuatsu Aoki, detto Nobu, per quattro anni pilota in MotoGP con Proton KR e Suzuki, terzo nella 500 del 1997 quando era rookie con la Honda. Nella quindicesima puntata Nobu analizza la guida di Pecco Bagnaia: è capace di sfruttare la derapata posteriore in frenata come nessun altro.

“Se Pecco continua così - premette Aoki - potrebbe conquistare il terzo titolo consecutivo e vorrei spiegare quanto è grande. Innanzitutto la sua genialità risiede nella posizione di guida: le MotoGP di oggi pesano meno di 200 allo start della gara: il pilota con la sua attrezzatura pesa quasi 70 kg e rappresenta una parte considerevole. Pertanto, dove e come un pilota si mette diventa un fattore molto importante. Osservando le manovre di Bagnaia e come reagisce la sua moto si capisce che è sempre in una buona posizione. Credo che abbia sensore naturale, che riesca a capire immediatamente dove mettersi non appena sale sulla moto”.

E poi la sensibilità di Bagnaia è molto buona, dice Aoki: sembra che lui sia l'unico ad avvertire con precisione l'usura delle gomme in tempo reale. E poi, analizzando la sua guida nell’ultimo GP in Austria, lui sa quanto far slittare il posteriore in frenata. La derapata ideale è quella con un minimo controsterzo e senza un'eccessiva deriva della ruota posteriore, un po’ come fa un'auto WRC in un rally.

“Il bello di Bagnaia è che, se accidentalmente fa derapare troppo il posteriore, può riportarlo in linea senza incidenti. Questa capacità dipende probabilmente dalla sua elevata sensibilità e mi sembra di capire che Pecco utilizzi il freno anteriore per regolare il grado di slittamento del posteriore”.

Valentino Rossi ha inventato lo “scivolo posteriore”, dice Nobu. Ma nell'era di Rossi per lo slittamento si utilizzava il freno posteriore e il potente freno motore, mentre ora si può parlare di un metodo per guidare più forte.

“Ci sono due effetti principali che vanno considerati. Uno è aumentare l'attrito e la decelerazione facendo scorrere la parte posteriore della moto. Così la potenza frenante aumenta. L’altro effetto è cambiare direzione rapidamente: quando lo slittamento posteriore si è stabilizzato, la moto è orientata di circa 10 gradi e puoi aprire l'acceleratore più in fretta”.

Le attuali moto della MotoGP, annota Aoki hanno vincoli di sviluppo e il segreto è arrivare il prima possibile al punto in cui è possibile raggiungere il massimo dell'accelerazione, e poi accelerare a lungo. Ecco a cosa serve lo slittamento posteriore: è un'azione molto importante, che determina la vittoria o la sconfitta.

Le Ducati ufficiali, dice l’ex pilota giapponese, probabilmente utilizzano un meccanismo speciale per la frizione, che aiuta molto. Ducati ha compiuto notevoli progressi nell'ottimizzazione della rigidità longitudinale e laterale e dell'aerodinamica.

“Tuttavia non importa quanto sia buona la moto: utilizzarla al meglio dipende dall'abilità del pilota e Bagnaia può dirsi il miglior pilota della MotoGP in questo momento”.

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