Pecco, ora che hai preso la patente A3, vieni a fare un giretto con noi!

Pecco, ora che hai preso la patente A3, vieni a fare un giretto con noi!
Adesso Pecco può guidare anche una Multistrada V4, per dire, e tutti noi motociclisti, molto più esperti di lui, potremmo indicargli le strade più belle. Ma a parte gli scherzi, ecco perché i piloti professionisti non usano di solito la moto sulla strada
14 settembre 2022

Nel pomeriggio di lunedì 12 settembre, Pecco Bagnaia ha superato a Loreto la prova pratica per il conseguimento della patente A3, quella che consente di guidare motocicli senza limitazione di cilindrata e potenza. Perchè Loreto? Perché il piemontese Bagnaia vive ormai stabilmente a Pesaro. Era seguito e controllato, per la cronaca, dall’esaminatore ingegner Massimo Papa. "Andare così piano è stata dura", avrebbe commentato a ruote ferme.

Qualche giornale, pubblicando la notizia, ha puntualmente (e un po’ malignamente) ricordato la vicenda della scorsa estate, quando Pecco a Ibiza mise le ruote dell’auto in un fosso, e all’arrivo della polizia risultò aver bevuto alcolici oltre i limiti consentiti. Una leggerezza superata con le pubbliche scuse e l’impegno solenne a non ripetersi.

Il popolo dei motociclisti non è rimasto così turbato da quella faccenda, ma può trovare bizzarro che un pilota professionista come Bagnaia, uno che a 25 anni sta giocandosi il titolo della MotoGP 2022 sui circuiti più veloci del mondo con quasi trecento cavalli sotto il sedere, possa essersi accontentato per anni di guidare in strada al massimo una centoventicinque. Eppure per quasi tutti i piloti è così.

Le eccezioni sono poche e note. Johann Zarco nel settembre dell’anno scorso, si sobbarcò una trasferta di un migliaio di chilometri guidando una vecchia Darmah Ducati 900 di quarant’anni fa. Il francese di Pramac ha una gran passione e ha pure ammesso che, con le moto moderne, tende ad andare un po’ troppo forte sulla strada. Ma nella maggior parte dei casi i piloti di moto preferiscono, in strada, guidare l’auto.

E’ sempre stato così, fin dagli anni Sessanta e Settanta. Con i primi ingaggi, quasi tutti i piloti professionisti si procurano la più bella delle auto possibile e nel tempo, magari, alla prima vettura di prestigio ne seguono altre. C’è chi ha una vera collezione di Supercar. E’ una questione di prestigio, ma è anche una soluzione vissuta come più sicura.

Quando leggiamo certe dichiarazioni dei piloti di moto, che magari specificano di avere proprio paura al pensiero di circolare in strada con la moto, non dobbiamo sorprenderci né irritarci più di tanto. Quei ragazzi hanno iniziato a salire sulla moto fin da piccolissimi e lo hanno fatto in un circuito; sanno di correre dei rischi notevoli ogni domenica e cercano di razionalizzare: allontanando l’ansia attraverso la ricerca maniacale della sicurezza personale. In moto sulla strada di solito non sono mai andati e cominciare a farlo nel pieno della carriera non ha senso.

Sono anche loro degli appassionati di moto, certo, ma in un altro modo. In un altro mondo addirittura, direi, e con poco tempo libero a disposizione nella bella stagione. Questo non toglie che Pecco Bagnaia, adesso che ha la patente adeguata, possa anche comprarsi una bella Multistrada V4 -sono sicuro che gli farebbero un po’ di sconto- e progettare una vacanza con la sua Domizia per la pausa estiva del prossimo anno. Sui social noi tutti, più esperti di lui, potremmo suggerirgli un ventaglio di fantastiche mete possibili. Salire al passo Giau con la moto, per dirne una, è un po’ meglio che farlo con la più bella auto del mondo.

 

Foto: Il Resto del Carlino

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