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Ci piacerebbe avere tanti Dovizioso nel Motomondiale. Magari con Daniel Pedrosa come compagno di squadra. Non c’è bisogno di spiegare il perché. Basta vedere le immagini della scivolata dello spagnolo che ha steso il Dovi, a distanza di una settimana da quanto fatto dal suo compagno di squadra. Due signori nell’anima e nei fatti: Daniel che è corso a sincerarsi sulla salute del portacolori Ducati chiedendo umilmente scusa.
Ma non è finita qui. Arrivato ai box il pilota della Honda è tornato nuovamente a sincerarsi delle condizioni fisiche ma soprattutto psicologiche di un collega che in due sciagurate gare ha perso la testa del campionato per colpe altrui. In Argentina invece le scuse sono arrivate a notte fonda, quando ormai il circus aveva già smontato le tende e si preparava a raggiungere gli Stati Uniti.
Il commento a tutto ciò viene spontaneo, basta guardare le immagini. Quello che stupisce è come nessuno, specialmente fra gli addetti ai lavori, abbia messo in risalto due fatti che non devono essere considerati come una pagina da libro cuore, ma uno spaccato di vita di due giovani che rischiano la vita a 300 e passa all’ora e pur sapendo rimanere fedeli al proprio modo di essere. Questi, al di là dei risultati, sono i veri campioni che fanno bene al motociclismo e al mondo dello sport in generale.
A proposito di Dovizioso, non provate a parlargli di proverbi del tipo “gli ultimi saranno i primi” e via discorrendo, perché ce n’è uno che lo manderebbe su tutte le furie, “Non c’è due senza tre”. Dovizioso, in tema cadute per colpe altrui ha già dato. Non rimane che augurare che ciò non avvenga più a nessuno, ma, se dovesse accadere, che tocchi a qualcun altro. Dovi ha già dato.
C’è un altro tema caldo che ci piace mettere in primo piano. Nel paddock si è parlato a lungo dell’annuncio che dovrebbe arrivare in settimana sul passaggio di Lorenzo dalla Yamaha alla Ducati. E’ un fatto permesso dal regolamento, che però getta discredito sul futuro del campionato 2016. Anche l’annuncio di Valentino che resta in Yamaha per altri due anni è stato fuori luogo ad inizio di campionato, pur non spostando equilibri delle varie scuderie, trattandosi di una cosa tutta in casa Yamaha.
Quello di Lorenzo è devastante, perché getterà seri dubbi sui risultati delle prossime gare. Stiamo parlando di professionisti che non si sogneranno mai di dare vantaggi alla squadra dove andranno a correre la prossima stagione. Ma poiché nelle gare motociclistiche, oltre al pilota, ci sono molti altri fattori che incidono su una singola prestazione, sarebbe stato meglio parlarne a fine campionato, o a discorsi mondiali già chiusi. Almeno per far vedere che ci si ricorda di quanto accaduto alla fine del campionato 2015.
Piero Campani