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Il GP non era ancora iniziato, che la MotoGP, già povera di piloti, aveva perso il suo principale protagonista: alla seconda curva del giro di ricognizione, Casey Stoner è inspiegabilmente scivolato, senza nessuna possibilità di ripartire. Così, dopo aver dominato le libere del venerdì, le qualifiche del sabato e il warm up della domenica mattina, l’australiano della Ducati è stato costretto a seguire i suoi avversari dalla televisione.
Una prestazione che fa pensare che Spies potrebbe aggiungersi presto ai Fantastici Quattro
Senza sicuramente divertirsi, perché la MotoGP, purtroppo, è stata ancora una volta noiosissima, con Dani Pedrosa in testa solitario dalla prima curva fino al traguardo. Scattato come sempre come una fionda, il pilota della Honda ha potuto impostare la gara come più gli piace, senza doversi preoccupare degli avversari.
All’inizio, c’è stata un po’ di sfida ravvicinata tra Valentino Rossi e Jorge Lorenzo per il secondo posto, ma un errore dello spagnolo ha spianato la strada al rivale e le posizioni si sono poi cristallizzate fino al traguardo, anche se nel finale Jorge si è un po’ avvicinato, tagliando il traguardo a poco meno di tre decimi dal rivale.
Così, alla fine, l’unico pilota che ha dato spettacolo è stato il quasi debuttante Ben Spies, che dopo un inizio piuttosto tranquillo, ha iniziato una bellissima rimonta, girando passaggio dopo passaggio sempre più forte. Sorpasso dopo sorpasso è risalito dalla 14esima alla settima posizione, realizzando il suo miglior tempo nell’ultimo giro, a conferma di un ottimo controllo della moto anche con le gomme consumate. Il campione del mondo SBK ha superato alla grande il primo esame con la Yamaha M1: una prestazione che fa pensare che Spies potrebbe aggiungersi presto ai Fantastici Quattro.
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Una corsa senza gloria
E’ stato un altro GP noioso, come ormai se ne sono visti troppi negli ultimi anni. Questa, purtroppo, è la MotoGP dell’elettronica, degli 800 cc, dei 21 litri nel serbatoio, dei pochi test durante la stagione. E se in gara ci fosse stato anche Casey Stoner, caduto incredibilmente nel giro di ricognizione a causa delle gomme fredde, probabilmente non sarebbe cambiato niente, se non il nome del vincitore. Perché, per quello che si era visto in prova e nel warm up, Stoner era difficilmente battibile. Così, quando Pedrosa, Lorenzo e Rossi sono arrivati sullo schieramento di partenza e si sono accorti che la casella della pole position era vuota, hanno avuto lo stesso pensiero: “Questa gara, la posso vincere”.
Vince lo spagnolo che non ti aspetti
L’ha spuntata Pedrosa, al suo secondo successo stagionale, bravissimo come al solito a scattare al comando: quando può imporre il suo ritmo con la strada libera da battere, il pilota della Honda diventa un avversario ostico per chiunque.
“Ho fatto una gara molto bella – racconta Dani -, abbiamo fatto un ottimo lavoro dopo prove difficili. Sulla griglia di partenza, prima del giro di ricognizione, mi dicevo di stare tranquillo, perché sapevo che sarebbe stato rischioso con le gomme fredde. Quando l’ho completato, ho visto che nonostante non ci fosse Stoner, il commissario con la bandiera verde si spostava e ho capito che gli era successo qualcosa. Il primo giro è stato abbastanza difficile per le gomme, poi ho preso un buon ritmo e ho conquistato un successo importante”.
Dani è già proiettato alla prossima stagione. “Da Brno, da quando è stato introdotto il contingentamento dei motori (5 per 7 gp, ndr) la Yamaha ha perso un po’ di velocità. Nel 2010 il nuovo regolamento (6 motori per tutta la stagione, ndr) porterà probabilmente un grande cambiamento: la Honda, solitamente, ha una buona affidabilità, speriamo di avere un vantaggio sotto questo aspetto. Domani, di fatto, inizierà la nuova stagione, perché tutti proveremo le nuove moto (da lunedì pomeriggio fino a mercoledì mattina, ndr): noi dobbiamo lavorare sulla messa a punto, per essere più competitivi per tutta la gara, non solo nei primi giri come è invece accaduto tante volte quest’anno”.
Il campione chiude sul secondo gradino
Ancora una volta, la quarta consecutiva, Rossi si è dovuto accontentare di un piazzamento, ma dopo la grandi difficoltà delle prove, il secondo posto deve essere considerato in termini positivi.
“Sono molto contento della gara – afferma convinto – perché ho fatto dei buoni tempi, sono stato competitivo fino alla fine, guidando sicuramente meglio che in prova, grazie alle modifiche fatte nel warm up. Sicuramente è stata una delle mie migliori gare a Valencia da molto tempo a questa parte, anche se, con Stoner fuori, pensavo di poter vincere. Ma Dani è stato più bravo di me in partenza e nei primi giri con le gomme fredde, mentre io ho perso troppo tempo”.
Valentino spiega le difficoltà incontrate in prova. “Fortunatamente, sia io sia la mia squadra abbiamo vinto tantissimo e se non affrontiamo la gara della vita, ci rilassiamo un po’ troppo: credo che sia un errore umano. Dobbiamo essere più bravi in questi GP e per il 2010 dovremo concentrarci soprattutto sul motore: fino a Brno, la Yamaha era la moto più bilanciata, ma anche molto veloce, mentre adesso paghiamo mediamente 6-7 km/h di velocità massima sia alla Honda sia alla Ducati. Bisogna fare un passo in avanti sotto questo aspetto, anche perché il 2010 sarà ancora più difficile: Stoner è in grande forma, Lorenzo avrà un anno in più di esperienza e Pedrosa e la Honda sono in crescita”.
L'altra fraccia della spagna in MotoGP
Con il terzo posto, Jorge Lorenzo ha chiuso il mondiale al secondo posto, ma la sua gara, rispetto alle prove, è stata un po’ sottotono. Ecco perché. “Non ho fatto una buona partenza – racconta lo spagnolo – e nei primi giri ho perso tempo con Rossi ed Elias. Al terzo passaggio ero secondo, ma mentre stavo spingendo per andare a riprendere Dani, ho preso una bruttissima sbandata in una curva lenta: il sensore ha fatto aprire l’air bag della tuta e, soprattutto, ho preso un colpo durissimo al basso ventre. Per un attimo sono rimasto frastornato, Valentino mi ha passato, ho perso un po’ di metri, che non sono più riuscito a recuperare. In ogni caso, è stata una stagione positiva, con grandi miglioramenti rispetto al 2008, quando avevo vinto una sola gara, cadendo molto, mentre quest’anno sono salito quattro volte sul gradino più alto del podio e sono sempre stato competitivo”.
L'america che infiamma Valencia
Il migliore degli altri è stato ancora una volta Colin Edwards, che ha così strappato a un opaco Andrea Dovizioso (ottavo al traguardo) il quinto posto nel mondiale, confermandosi pilota piuttosto regolare. Al di là della posizione, sicuramente buona, il distacco dai primi è imbarazzante, perché 32”515 in 30 giri sono una vita. Così come i 37”706 presi da Ben Spies, che però non deve essere giudicato sotto questo aspetto. Ben, come ha detto anche Rossi, “ha impressionato”, affrontando il GP con grande umiltà e pensando soltanto a fare esperienza, commettendo pochi errori.
In realtà, non ne ha commessi e il suo 1’34”015 realizzato all’ultimo giro, nono tempo assoluto più rapido, è il suggello di un fine settimana sempre in crescendo. Più che giustificata, quindi, la soddisfazione del campione SBK. “Direi che non è andata male – sono le sue parole –: ho iniziato lentamente, facendo però un progresso continuo. Nonostante fossi sceso da una SBK soltanto due settimane fa, mi sembrava di non guidare una moto da cinque anni, perché la MotoGP è tutta un’altra cosa: la sensazione è la stessa di quando ho vinto una gara con le derivate di serie”.
Giovanni Zamagni