Penalizzazioni: puniti Marquez e la HRC, ma non cambia nulla

Penalizzazioni: puniti Marquez e la HRC, ma non cambia nulla
Per Marc un punto sulla patente, mentre la Honda ne perde 12 nel campionato costruttori: questa la decisione della Race Direction per il contatto Pedrosa-Marquez di Aragon | G. Zamagni
10 ottobre 2013

Punti chiave

 SEPANG – Un punto di penalizzazione a Marc Marquez, tolti alla Honda i 25 punti conquistati da Marc ad Aragon per il campionato costruttori: la “Race Direction”, composta da Xavier Alonso (Dorna), Mike Webb (Direttore tecnico), Franco Uncini (FIM), Loris Capirossi (Responsabile Sicurezza), riunitasi alle 12 insieme ai due piloti coinvolti nell’incidente (Pedrosa e Marquez), ha finalmente deciso. Ci sono voluti ben undici giorni per arrivare a una sanzione, che alla fine non incide sul campionato, con grande soddisfazione di Marquez e visibile delusione per Pedrosa, anche se solo nel pomeriggio i due commenteranno l’episodio.

“E’ stato deciso – spiega Livio Suppo, Team Principal HRC – di penalizzare Marquez con un punto sulla licenza, non tanto per il caso specifico di Aragon, quanto per i precedenti: dicono che quest’anno, più di una volta è andato vicino a toccare in frenata il pilota che lo precedeva. Gli hanno detto di fare più attenzione e gli hanno voluto dare un avvertimento, che non ha conseguenze immediate, perché considerando anche la penalizzazione di Silverstone (2 punti per aver creato pericolo nel warm up con l’esposizione delle bandiere gialle, NDA) Marc arriva a quota 3 (con 4 devi partire dall’ultima posizione, NDA). Inoltre, hanno deciso di penalizzare la Honda nel campionato costruttori levandogli i 25 punti ottenuti da Marquez: prenderemo quindi i 13 punti ottenuti dalla seconda Honda al traguardo, quella di Bautista, quarto. Questo perché, effettivamente, Dani è caduto più per il problema della RCV che per il contatto di Marc. Prendiamo atto della decisione: non faremo ricorso. Pedrosa stesso capisce che nel caso specifico Marquez non ha fatto chissà cosa, ma non essendo la prima volta che si rende protagonista di episodi simili, si è deciso di intervenire”.

Il cavo del traction control (rotto) di Dani Pedrosa 
Il cavo del traction control (rotto) di Dani Pedrosa 
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Il direttore tecnico del team HRC, il giapponese Takeo Yokoyama, aggiunge che: “Ad Aragon abbiamo avuto un problema sia all’hardware sia al software: il cavo era troppo esposto e abbiamo modificato la protezione, per quanto riguarda il software esiste un sistema di “background” che deve intervenire immediatamente, ma la strategia non era perfetta. Da questa gara, abbiamo modificato il programma in modo che, in caso di problema, il traction control continui a funzionare ma con un intervento pressoché immediato”.


DECISIONE GIUSTA?

Alla fine è stata presa la decisione giusta, perché è evidente che ad Aragon Pedrosa è caduto più per “colpa” della Honda che di Marquez, anche se la “Race Direction” era più orientata a punire maggiormente il pilota del costruttore, ma un intervento “dall’alto” ha fatto cambiare qualche opinione. Se quindi si è arrivati alla conclusione corretta, rimane sbagliato il modo: prima di tutto perché si è dovuto attendere 12 giorni per una decisione che doveva essere presa immediatamente ad Aragon, poi perché sembra sempre che la “Race Direction” non sia mai autonoma nelle sue prese di posizioni. Per non parlare poi del fatto che a rendere nota la sanzione non sia stata una nota ufficiale della Direzione Corsa o della FIM, ma Livio Suppo, parte in causa. Siamo alle solite: sotto certi aspetti, il più importante campionato motociclistico su pista è gestito in maniera dilettantesca.