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SCARPERIA – Sta facendo bene Michele Pirro, alla sua terza gara consecutiva: a Jerez aveva corso come wild card, a Le Mans aveva sostituito l’infortunato Ben Spies, qui è di nuovo wild card. E nei prossimi GP, lo vedremo nuovamente nel box Pramac, perché Ben Spies, ancora una volta ha alzato bandiera bianca, ancora alle prese con i guai muscolari che gli stanno dando fastidio da inizio stagione. Difficilmente – ma al momento questa è solo una mia ipotesi – lo vedremo di nuovo in sella alla Ducati in questa stagione. Decimo dopo le prove di ieri, nono oggi al termine del terzo turno di libere, Michele Pirro accede così direttamente alla QP2: un buon risultato per un pilota che adesso fa il collaudatore e che, di fatto, è al debutto in MotoGP, dato che l’anno scorso correva con una CRT, oltretutto poco competitiva. Michele ci parla delle differenze tra la GP13 e la Ducati “laboratorio”.
Michele, la moto che stai usando qui al Mugello è la stessa con la quale hai corso a Jerez o ci sono ulteriori evoluzioni?
“E’ molto simile, abbiamo solo cercato di migliorare alcuni problemi emersi in Spagna in gara, ma in linea di massima il telaio è lo stesso: tutta la moto è più o meno simile, non c’è una grande differenza. Qui ho un buon feeling con questa moto, molto migliore di quello che avevo a Le Mans, dove avevo utilizzato la moto di Spies: là, con la GP13, ho fatto tanta fatica, per me la “vecchia” è più difficile, non hai feeling con l’anteriore: con la “laboratorio” riesco a guidare con più sicurezza e scioltezza. Il mio limite personale è l’elettronica, perché io non ho esperienza in questo settore, non avendola praticamente usata l’anno scorso. Ma sto imparando”.
Quindi secondo te la “laboratorio” rappresenta un miglioramento?
“Secondo me è una buona base sulla quale lavorare, dà buone sensazioni sull’anteriore, mentre il posteriore va ancora sistemato. Ma il passo in avanti rispetto all’anno scorso c’è: Rossi e gli altri perdevano facilmente l’avantreno, mentre adesso i piloti Ducati sono più efficaci in ingresso”.