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Pit Beirer, in una intervista apparsa su Speedweek ha messo l’accento sulla originalità delle scelte tecniche di KTM in MotoGP. Le tre vittorie conquistate nella stagione 2020, dopo soli quattro anni di presenza nella top class, sono effettivamente un bottino grosso. Ora la moto arancione ha conquistato una stima incondizionata.
“Nessuno - si è vantato Beirer - può dire che abbiamo copiato qualche soluzione dai costruttori più esperti. Noi siamo autonomi, siamo una grande azienda che produce e vende moto, siamo orgogliosi del nostro lavoro di sviluppo. Bisogna avere il coraggio delle proprie idee, perché se adotti le soluzioni altrui non arriverai mai al top: al massimo secondo o terzo”.
La prospettiva non è inedita. Introdurre e sviluppare idee nuove è stato il pallino di tanti tecnici, tra quelli che ambiziosamente puntavano in alto. Ha fatto a modo suo Jan Witteveen nella sua lunga avventura in Aprilia: negli anni Novanta poteva venire spontaneo inseguire i giapponesi sulla strada, ad esempio, dei pacchi lamellari per il controllo dell’immissione di gas freschi all’aspirazione; l’olandese spinse invece sulla strada della valvola rotante e finì per costruire le 125 e 250 due tempi quasi invincibili e a prevalere su Honda e Yamaha.
Anche Ducati, soprattutto nella sua prima fase in MotoGP con Filippo Preziosi, fece qualcosa di analogo: restò tenacemente legata alla filosofia del telaio a traliccio ed esplorò la via personale dei pneumatici Bridgestone, vincendo il titolo con Stoner e dando a lungo del filo da torcere alle giapponesi. E recentemente, con la gestione di Gigi Dall’Igna, Ducati ancora porta avanti idee originali, aprendo la strada con soluzioni aerodinamiche e tecniche.
Pierer sottolinea che KTM non ha rinunciato al telaio a traliccio in tubi, unica struttura di questo tipo in MotoGP, e ha voluto sviluppare le “sue” sospensioni WP senza ricorrere alla Ohlins. Ha poi evidenziato come le soddisfazioni raccolte dal reparto corse contribuiscano a creare fiducia in tutto il gruppo e a produrre moto di serie sempre più apprezzate, ed ha confidato che dopo la vittoria di Binder a Brno un concorrente ha richiesto le sospensioni WP.
Non abbiamo avuto il tempo di sviluppare la cosa, ha concluso, ma in futuro chissà, magari offriremo le WP ai nostri rivali, d’altra parte vogliamo valutare anche un secondo team clienti per il 2022.
Che KTM stia facendo molto bene non è certamente in discussione. Gli austriaci della MotoGP hanno risorse importanti, hanno molta ambizione e sanno lavorare. Ma nel corso della stagione abbiamo avuto modo di raccontare qualcosa in più, sulle scelte tecniche di KTM, e abbiamo chiesto all’ing. Bernardelle di commentare queste dichiarazioni di Beirer.
“Dobbiamo dividere l’argomento in tre parti – ha messo in chiaro il nostro Ing - e partiamo dal motore. Anche loro sono stati costretti dal regolamento attuale a fare un quattro cilindri, anche se non hanno un quattro cilindri in produzione; hanno scelto la soluzione a V perché sono partiti ingaggiando la squadra che aveva seguito Pedrosa in Honda. Dunque inizialmente un layout a V stretto, intorno ai 75° com’era il motore Honda utilizzato fino al 2015, poi HRC è passata al V di 90 gradi e forse anche KTM ha fatto lo stesso”.
Insomma una scelta, quella relativa al motore, più o meno obbligata. Non così le sospensioni.
“Vero - puntualizza Giulio - che loro hanno sempre utilizzato WP. Però dopo i primi due anni hanno ingaggiato tecnici Ohlins e dunque si può presumere che le sospensioni di KTM ora siano molto simili a quelle Ohlins. Scelta rispettabile, naturalmente, e penso che qualche concorrente sia davvero interessato oggi alle WP della MotoGP per il semplice motivo che le Ohlins costano molto care”.
Per il nostro ingegnerone è il terzo elemento, quello del telaio, a caratterizzare davvero le KTM in MotoGP.
“All’inizio del loro impegno nella top class – ricostruisce Bernardelle - hanno impiegato un traliccio in tubi molto simile a quello delle Ducati, però più vicino a quello della 1098 SBK che alla MotoGP. Invece dal novembre 2019 sono passati a una architettura più originale: un telaio perimetrale d’acciaio, con un disegno simile a quello che utilizzano nel cross. Questa secondo me è davvero la scelta che caratterizza KTM”.