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VIÑALES: 1° in 1’29”975. MOLTO POSITIVO
Ha impressionato non tanto per la velocità – quella l’aveva già messa in mostra con la Suzuki – quanto per la costanza e la capacità di migliorarsi ogni volta che scendeva in pista. Aveva il compito teoricamente più facile, perché veniva da una moto simile ed è salito su una Yamaha M1 certamente competitiva. Inoltre, è stato tra i pochi che non ha dovuto provare nulla, ma girando sempre con la 2016 ha potuto concentrarsi solo sulla guida. Comunque sia, il suo debutto è stato MOLTO POSITIVO
MÁRQUEZ: 2° in 1’30”171. POSITIVO
Dopo il primo giorno, il campione del mondo era un po’ perplesso sui (pochi) miglioramenti del motore Honda, ma a fine test è sembrato decisamente più sollevato. La sensazione è che il pacchetto Márquez-Honda sia già più avanti di tutti: a oggi, a cinque mesi di distanza dall’inizio del mondiale, rimane lui il pilota da battere. POSITIVO
DOVIZIOSO: 3° in 1’30”443. MOLTO POSITIVO
Esce rinfrancato da questo test, per due motivi: è praticamente sempre stato davanti al nuovo, scomodo compagno di squadra (a parte un giro veloce di Lorenzo di martedì) e ha già lavorato sulla moto della stagione successiva, cosa mai successa nei suoi quattro anni precedenti in Ducati. Sul piano psicologico, quindi, sono stati due giorni molto positivi, un po’ meno sotto l’aspetto tecnico: anche la nuova Desmosedici fatica in percorrenza e a centro curva. C’è ancora molto da lavorare. MOLTO POSITIVO
IANNONE: 4° in 1’30”599. POSITIVO
E’ il solito Iannone, determinato e voglioso di finire davanti sia che si tratti del GP più importante dell’anno sia di un test dove il tempo conta poco. La sua Suzuki si muove moltissimo, con lui alla guida sembra meno stabile di quando la pilotava Viñales (e anche Aleix Espargaró), ma il cronometro dà ragione al pilota italiano. In due giorni, però, Andrea è scivolato due volte: rimane questo il limite da migliorare, perché velocità e grinta non sono mai in discussione. POSITIVO
PEDROSA: 5° in 1’30”686. POSITIVO
Dani ha iniziato a lavorare con il suo nuovo capo tecnico (Giacomo Guidotti) e, soprattutto, ha dimostrato di aver recuperato al meglio dall’ennesima operazione alla clavicola destra. E’ questo l’aspetto più importante della sua due giorni di test, e anche lui, alla fine, ha avuto riscontri interessanti dalla nuova moto. POSITIVO
CRUTCHLOW: 6° in 1’30”709. DISCRETO
Non ha particolarmente brillato, ma, per la verità, a Valencia Crutchlow non è mai stato veramente incisivo. Ha utilizzato il nuovo motore, ha provato un serbatoio differente, ha fatto test per la HRC, raccogliendo dati importanti. E’ caduto nuovamente, però: sotto questo aspetto deve ancora migliorare. DISCRETO
ROSSI: 7° in 1’30”709. INSUFFICIENTE
Il giudizio negativo è per la Yamaha, più che per il pilota, che si è impegnato duramente nei due giorni di test, comparando il materiale vecchio con quello nuovo, e raccogliendo elementi importanti per cercare di migliorare una M1 che, per certi versi, è stata la vera delusione della due giorni di Valencia. Attesa a lungo, la Yamaha 2017 ha deluso le aspettative: il motore non ha portato alcun beneficio, la ciclistica nuova è da rivedere. Da parte sua, Valentino ha commesso l’errore di cadere martedì, proprio con la moto nuova. Per tutto questo, i suoi test – quelli della Yamaha – sono stati INSUFFICIENTI
LORENZO: 8° in 1’30”744. SUFFICIENTE
Era il debutto più atteso e, in parte, è stato al di sotto delle aspettative, perlomeno delle mie. Per spiegare il motivo bisogna fare un passo indietro, tornare al GP, dominato da venerdì da Lorenzo, su questa pista sempre a suo agio e, nel caso specifico, perfettamente in sintonia anche con le gomme Michelin. Inoltre, la Ducati in gara è andata benissimo con Iannone, ed era andata bene anche in prova con Dovizioso. D’accordo, quella di Valencia non è certo la pista più adatta alla Desmosedici, ma quanto visto domenica e la presenza di grip, la cui mancanza è il vero limite per Lorenzo e la Ducati, sembrano tutti elementi a favore di Jorge. Invece, dopo un inizio incoraggiante Lorenzo non ha mai entusiasmato, riuscendo, di fatto, a fare un solo giro veloce in due giorni (martedì pomeriggio): ma fino a quel momento era indietro di 6-7 decimi, e sempre alle spalle del meno blasonato compagno di squadra. Si potrà obiettare che Dovizioso guida la Desmosedici da quattro anni, Lorenzo da appena due giorni, ma a mio modo di vedere sono emersi limiti preoccupanti, considerando anche quanto Jorge mercoledì – al di là delle dichiarazioni – abbia provato a fare il tempo. Ha chiuso a 0”769 da Viñales, e ben più lento di quanto girasse fino a due giorni prima con la Yamaha. Come tutti i piloti che sono arrivati in Ducati, Lorenzo ha lavorato per due giorni sulla posizione di guida, cercando evidentemente sensazioni positive difficili da fissare. SUFFICIENTE
A.ESPARGARÓ 9° in 1’30”885. MOLTO POSITIVO
A DopoGP, l’ingegner Giulio Bernardelle ha sottolineato come Espargaró – allo stesso modo di Lorenzo – passasse da una moto con motore "4 in linea" a una con motore V4: secondo Bernardelle, il tempone dello spagnolo evidenzia come l’Aprilia sia decisamente più facile della Ducati. Personalmente mi aspettavo un Aleix velocissimo – lui è un mago del singolo giro -, ma non così tanto, capace di replicare (al millesimo) il crono ottenuto in qualifica con la Suzuki. Certo, un giro non fa primavera, ma se il buon giorno si vede dal mattino… MOLTO POSITIVO
FOLGER 10° in 1’30”948. MOLTO POSITIVO
Sorprendente, a mio modo di vedere: al debutto in MotoGP, ha dimostrato buona velocità e costanza. MOLTO POSITIVO
ZARCO 11° in 1’31”015. POSITIVO
Ha ingaggiato una lunga sfida con il compagno di squadra, venendo battuto per pochi millesimi (67), girando comunque più veloce di piloti come Miller (SUFFICIENTE), Redding (SUFFICIENTE), Bautista (SUFFICIENTE: a proposito, la sua prestazione conferma come la Ducati sia più complicata dell’Aprilia), Barberá (INSUFFICIENTE) , Rabat (INSUFFICIENTE), ecc. Ma anche che la Moto2 non sia poi una così brutta “palestra”. POSITIVO
P.ESPARGARÓ 17° in 1’31”853. SUFFICIENTE
Ha finito a 1”878, quindi entro i 2 secondi, obiettivo minimo: è stato, di fatto, il vero debutto della KTM con un pilota di livello. La moto ha messo in mostra un buon motore: su tutto il resto, inevitabilmente, c’è ancora da lavorare. SUFFICIENTE
RINS 24° in 1’33”761. INSUFFICIENTE
Debutto da incubo per Alex Rins, finito in ospedale dopo una rovinosa caduta mercoledì mattina: per lui, purtroppo, due vertebre schiacciate, la T8 e la T12. Dovrà stare fermo almeno un mese, quindi lo rivedremo in sella alla Suzuki a fine gennaio 2017. Anche martedì era sembrato parecchio in difficoltà. Il giudizio non può che essere INSUFFICIENTE