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SACHSENRING – Cadono a ripetizione, ma la Bridgestone continua a sostenere che va tutto bene. In pochi minuti, nelle libere del mattino sono finiti a terra, nell’ordine, Casey Stoner, Toni Elias (2 volte), Valentino Rossi e Dani Pedrosa, tutti nello stesso punto, alla curva numero undici, la prima a destra dopo sette a sinistra. Proprio per agevolare i piloti, la Bridgestone al Sachsenring ha portato una posteriore più morbida, ma nelle prime libere il problema è stato causato dall’anteriore, che non è bimescola come la posteriore e, oltretutto, è molto dura, perché la Casa giapponese ha optato per una “hard” (dura) e una “extra hard” (super dura). Una scelta incomprensibile, che le basse temperature del mattino – 16 °C per l’aria, 21 °C per l’asfalto – ha reso totalmente inopportuna.
“I piloti si dovrebbero arrabbiare veramente, così finalmente la Bridgestone sarà costretta a intervenire” ha tuonato Vitto Guareschi, il team manager della Ducati, sintetizzando un’opinione condivisa da tutti. E’ ora che qualcuno faccia pressione concretamente, non solo a parole, a cominciare da Carmelo Ezpeleta, il numero uno della Dorna, che non sarà certo contento di vedere i protagonisti finire a terra a causa della gomma che non si scalda, con il grosso rischio di un infortunio, dannoso per il pilota e per lo schieramento di partenza, già piuttosto scarno. Cosa sarebbe successo se oggi i quattro piloti finiti a terra si fossero fatti male a una clavicola e non avressero potuto disputare il GP?
Nel 2009 il passaggio al monogomma era stato giustificato anche con l’intenzione di eliminare una variabile importante – quella della grande diversità di competitività tra Michelin e Bridgestone -, che penalizzava di volta in volta i principali protagonisti, finendo per parlare più di pneumatici che di piloti. Adesso, però, l’argomento gomme è tornato prepotentemente al centro dell’attenzione, oltre tutto per motivi di sicurezza. Insomma, peggio di prima.