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La manutenzione di una MotoGP, come potete bene immaginare, non è esattamente come quella di una moto stradale. Anche perché, ai giorni nostri, sono sempre di più le moto – anche sportive, e anche di marchi un tempo noti per i problemi meccanici a cui statisticamente erano soggetto – a cui basta cambiare l’olio ogni tanto, mettere la benzina, controllare il livello dell’acqua e via, su percorrenze che qualche decennio fa sarebbero state impensabili anche per paciose turistiche.
Già la procedura d’avviamento di una GP è più complessa di una messa cantata, con riscaldamenti differenziati e successivi per olio e acqua, rabbocchi, controlli e aggiustamenti, figuriamoci la manutenzione programmata. Anche se il regolamento che ha introdotto un limite per i propulsori utilizzabili nel corso di una stagione ha naturalmente posto un freno alla sostituzione di componenti interne al propulsore, rimangono circa 200 componenti (sui circa 2000 calcolati per una MotoGP) soggetti a sostituzione programmata, compresi ovviamente i liquidi e i materiali di consumo.
Iniziamo con qualche riferimento: un weekend di gara prevede una percorrenza di circa 500km (teoricamente suddivisi su due moto, contando il muletto, ma in linea di massima i piloti tendono a usare soprattutto una delle due).
Ogni 350km vengono sostituiti olio e acqua, ogni 500 la catena che quindi dura circa un GP mentre corona e pignone teoricamente possono durare il doppio, ma vengono “spalmati” su più gare visto che il rapporto finale viene alterato con una certa frequenza. Stessa durata teorica per i dischi frizione, anche se precauzionalmente vengono sostituiti dopo ogni prova di partenza.
Sempre ogni 1000km si cambiano dischi e pastiglie (che viaggiano sempre accoppiati), spesa molto rilevante nel budget di una squadra assieme a quella per i cerchi che durano 1.200km. Un motore, stante il vincolo regolamentare, dura circa 2.000km al netto – ovviamente – di problemi tecnici o cadute devastanti. Stesse eccezioni per semimanubri e reggisella/codone, che precauzionalmente vengono sostituiti ogni 4.000km.
4.500km, ovvero circa mezza stagione, la percorrenza massima per telai e forcelloni, anche se poche volte come in questo caso (se si parla di moto ufficiali) la durata è teorica, perché lo sviluppo in corso d’anno tipicamente porta a un’evoluzione più rapida.
E.L.
Fonte: MotoGP.com