Regolamento 2012 MotoGP: niente più limiti per i test

Regolamento 2012 MotoGP: niente più limiti per i test
L’ufficializzazione è arrivata: i piloti della MotoGP possono tornare a provare, da subito. E’ la novità più importante per il 2012, ma non l’unica | G. Zamagni
21 novembre 2011

Punti chiave


L’ufficializzazione è arrivata: i piloti della MotoGP possono tornare a provare, da subito. E’ la novità più importante per il 2012, ma non l’unica: dall’anno prossimo sarà obbligatoria anche la protezione per la leva del freno anteriore, ci sono dei vincoli sui dischi anteriori, che dovranno essere al massimo di 320 mm di diametro e si potrà scegliere solo fra due opzioni di masse differenti, mentre il peso minimo delle 1000 sale a 153,5 kg (150 kg per le 800, ancora in vigore).


COSA CAMBIA?
Torniamo ai test. Cosa cambia? Intanto, finalmente, viene messa fine a una regola demenziale, perché il motociclismo era l’unico sport – assieme alla F.1, dove però si utilizzano costosissimi simulatori, che, di fatto, sostituicono i test in pista – nel quale lo sportivo non poteva allenarsi. Una imposizione nata per contenere i costi, ma che non li conteneva affatto, perché le Case potevano comunque provare con il collaudatore, spendendo quindi esattamente gli stessi soldi se a girare è il pilota ufficiale. Questa regola non esiste più e Valentino Rossi, tanto per fare un esempio a caso, potrà salire tutte le volte che vorrà l’ingegnere Filippo Preziosi sulla Desmosedici sulle due piste prova della Ducati (Mugello e Jerez) con però il limite del numero degli pneumatici: dovrebbe essere 240, ma verrà ufficializzato dalla FIM il mese prossimo. Si tratta sicuramente di un passo in avanti per Valentino e la Casa italiana che potranno così accelerare lo sviluppo.


GIAPPONESI CONTRO
Alla nuova regola si sono opposte – invano – le Case giapponesi, in particolare Honda e Yamaha, ma da quest’anno la MSMA (l’associazione delle Case costruttrici), non ha più diritto di veto sui regolamenti come succedeva in passato. Di fatto, a decidere è stato Carmelo Ezpeleta: avrebbe imposto lo stesso cambiamento se Rossi (e la Ducati) non fossero stati così in difficoltà?
Sinceramente credo di no, ma la decisione è stata comunque giusta e sensata. Anche per lo spettacolo del campionato: impedire a una Casa di provare con il suo pilota ufficiale, equivale a mantenere quasi inalterati i valori di competitività delle moto, a tutto svantaggio dell’equilibrio delle gare. In altre parole: se non si prova, come si fa a recuperare competitività? Insomma, la regola era sbagliata – e infatti è stata contestata da subito quasi all’unanimità - ed è stato giusto porre rimedio. Indipendentemente dalle difficoltà di Rossi e della Ducati.

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