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CEPARANA – Qualche ricordo bello di un pilota tanto generoso quanto amato dagli appassionati. Ieri i funerali di Doriano Romboni a Ceparana, dove è stato sepolto, sono stati l'occasione per ripensare ai momenti più belli che amici e rivali (in pista) hanno vissuto con il pilota ligure.
Doriano debutta nella classe 125 del motomondiale nel 1989 e nel 1990 ottiene le sue prime vittorie e termina la stagione al 4° posto. Nel 1991 passa alla 250, alla guida della Honda del team HB Honda Racing Italy. L'anno successivo arriva il primo podio, in Gran Bretagna. Nel 1996 passa alla classe 500 guidando l'Aprilia RSW-2 del team IP Aprilia Racing. Nel 1998 passa alla guida della MuZ Weber, ma corre solo una gara, totalizzando 4 punti, dato che in Malesia si frattura lo scafoide della mano destra, che aveva subito traumi già altre volte in precedenza.
Nel 1999 passa al campionato mondiale Superbike, dove il 30 maggio 1999, durante il Gran Premio d'Italia a Monza, subisce il secondo grave infortunio della sua carriera con un'altra frattura sempre alla gamba destra (già fratturata nel 1993 ad Assen). Dal 1999 al 2004 disputa in totale 12 gare senza raggiungere mai il podio. A termine della stagione agonistica 2004 si ritira dall'attività agonistica. Dal 2012 ha ricoperto la carica di direttore sportivo del team Puccetti Racing Kawasaki.
Doriano, che avrebbe compiuto 45 anni il prossimo 8 dicembre, ha perso la vita a poche ore dall'incidente che lo ha visto coinvolto sabato scorso sulla pista Il Sagitario di Latina, durante il secondo turno di prove del Sic Supermoto Day.
LORIS CAPIROSSI (ex pilota): “QUANTE SPORTELLATE, UN VERO AMICO”
«Era un combattente, uno che non si tirava mai indietro. Insieme abbiamo fatto mille battaglie e altrettante sportellate: ma ero uno buono, con un cuore grande così».
ROBERTO CAMOLEI (manager di Romboni): “SBALORDITIVO DA SUBITO”
«I ricordi belli con Doriano sono tantissimi, ma non posso dimenticare quando siamo partiti quasi per scherzo nel Trofeo Honda, quando aveva 17 anni: su nove gare fece 8 primi e un secondo. Al debutto, a Magione, cadde al secondo giro, risalì in sella, superò tutti e vinse con 10 secondi di vantaggio. Piano piano siamo arrivati al mondiale, dove andavamo con una roulotte: io facevo il manager, Arianna (la prima moglie, NDA) faceva da mangiare».
PAOLO BELTRAMO (giornalista): “UN PILOTA DEGLI ANNI OTTANTA”
«Con Doriano sono stato anche in vacanza in Brasile, a Bahia: era uno divertente. Ha iniziato a correre alla fine degli anni Ottanta, ma lo spirito era quello del periodo precedente: non voleva fare il super atleta a tutti i costi come fanno adesso. A Latina era felice come un bambino per essere tornato a correre dopo tanto tempo».
ALESSANDRO VALESI (team manager): “ERAVAMO TUTTI AMICI”
«A quei tempi, in pista ci si scornava, ma eravamo più amici di adesso. Quando con Tetsuya Harada ho vinto il mondiale nel 1993, abbiamo lottato con lui e Capirossi: ci si abbracciava anche quando si perdeva. Il mondiale Harada lo vinse anche “grazie” a Romboni: a Jarama, all’ultimo giro, superò Capirossi, che così arrivò ottavo e perse il titolo».
TONI MERENDINO (team manager): “TERZO CON UNA HONDA A NOLEGGIO”
«Tra i tanti, due ricordi meravigliosi. La prima volta, nel 1988, quando venne nel mio ufficio assieme a Camolei: timido, non aprì bocca. Per questo mi piacque subito. Insieme abbiamo fatto gare meravigliose, ma la più incredibile fu sicuramente quella in Australia nel 1990. Allora Doriano correva in 125 con Matteoni, ma non c’erano soldi per la trasferta a Phillip Island: io e Camolei, con l’aiuto di un responsabile della Honda, trovammo una moto in affitto per un migliaio di dollari. Sostituimmo solo l’ammortizzatore di sterzo, il resto rimase come ce l’avevano data, ma con quella moto Doriano salì sul podio e aiutò Capirossi a conquistare il titolo».
PASQUALE MOSCA (responsabile Beta utensili): “UOMO E PILOTA STRAORDINARIO”
«Fu la prima sponsorizzazione che facemmo nel motomondiale. Non dimenticherò mai la vittoria a Hockenheim del 1993, dopo quella di Salisburgo: ho ancora la foto appesa in ufficio, Doriano aveva una felicità incontenibile».
CRISTIANO MIGLIORATI (ex pilota): “UMILE E PROFESSIONALE”
«Prima non lo conoscevo bene, ma quest’anno eravamo diventati amici, da quando era entrato a far parte dei tecnici federali: alle gare dormivamo nella stessa stanza, prendevamo gli stessi aerei, dividevamo la macchina a noleggio. Avevo una grandissima stima di Doriano, mi ha sorpreso la sua dedizione, la sua professionalità, la sua umiltà: non si tirava mai indietro, sia che si trattasse di una gara di minimoto sia di mondiale».
FRANCO MORBIDELLI (pilota): “CI SIAMO DIVERTITI UN SACCO”
«Indimenticabile quando abbiamo festeggiato il titolo conquistato a Jerez: aveva “fatto da matti” (tradotto dal romagnolo: aveva fatto un gran casino, NDA). Insieme ci siamo veramente divertiti tanto».
NICCOLO’ ANTONELLI (pilota): “GUIDAVA IN MODO INCREDIBILE”
«Non l’ho mai visto correre, così nel 2012, quando l’ho incontrato per la prima volta, gli ho chiesto di raccontarmi un po’ di gare: guidava in maniera incredibile. Una brava persona».
DAVIDE BULEGA (ex pilota): “UNO DEI PIU’ FORTI”
«1995, Brasile, ultima gara della stagione: correva con una Honda bianca, con le Michelin, che allora non erano le gomme migliori. In prova era andato male, lui era decimo, io undicesimo: io ero felicissimo di essere riuscito a fare 2-3 giri assieme a lui. Poi in gara vinse: lo ricordo come uno dei piloti più forti mai incontrati in pista. Poi ci siamo un po’ persi, ma ci siamo ritrovati nella PreGP (dove ha corso Niccolò, figlio di Bulega, NDA), e ho ritrovato un gran bravo ragazzo».
MAURIZIO VITALI (ex pilota): “FORTISSIMO, MA SFORTUNATO”
«Siamo di due generazioni differenti, quindi non lo conoscevo benissimo. Ma era un pilota fortissimo, tra i più bravi del suo periodo. Purtroppo era Paperino».
MARCO LUCCHINELLI (ex pilota): “CON LUI GLI ANNI PIU’ BELLI”
«Con Doriano ho trascorso gli anni più belli: veniva a casa mia per qualsiasi cosa, per allenarsi con la moto da cross, o per la degenza dopo la frattura di tibia e perone… Abbiamo avuto anche un locale insieme (un pub a Imola, NDA), ci siamo presi delle belle sbornie: un amico vero».
ALBERTO PORTA (giornalista): “CHE SORPASSI AL CAVATAPPI”
«I sorpassi al Cavatappi, oggi tanto di moda, li ha inventati lui: indimenticabile quello su Okada nel 1994, quando vinse il GP 250».
“GINETTO” (meccanico): “CHE BRAVO A SALISBURGO”
«Il mio ricordo più bello di Doriano risale al 1993, quando a Salisburgo vinse con un sorpasso incredibile su Capirossi all’ultimo giro».
AURELIO LONGONI (catene Regina): “2 MESI FA ERA FELICISSIMO”
«Due mesi fa, quando ha vinto il campionato con Morbidelli era il più felice del mondo. Diceva: “Ho conquistato con i miei ragazzi quel titolo che mi era sfuggito da pilota».
ROBERTO LOCATELLI (ex pilota): “CAMPIONE DI PERSONALITA’”
«Era un campione di personalità. Settimana scorsa, l’avevo incontrato ad Almeria ed era già il trascinatore del Team Italia (per il quale avrebbe dovuto lavorare nel 2014, NDA), già amico dei nuovi piloti».
LIVIO SUPPO (Team Principal HRC): “UN ONORE AVERLO COME PILOTA”
«Quando lavoravo in Ducati, facemmo la presentazione della sua squadra in SBK: per noi della Ducati era un onore avere un pilota come lui. Si fece male a Monza, ma andava fortissimo».
LORIS REGGIANI (ex pilota): “UNO SINCERO”
«Era uno che non ti mandava mai a dire niente, una delle persone più sincere che abbia mai conosciuto. La sua faccia era fantastica».
PAOLO CASOLI (Ex pilota): “UN BRAVO RAGAZZO”
«Era talmente un bravo ragazzo che, dal mio punto di vista, c’entrava poco con questo ambiente».
CARLO PERNAT (manager): “LO CHIAMAVO GENOANO”
«Il ricordo indimenticabile è naturalmente quello di Assen, quando nel 1997 portò l’Aprilia bicilindrica per la prima volta sul podio. Io sono genoano sfegatato e così quando lo assunsi gli feci scrivere sul contratto che non avrebbe mai dovuto presentarsi come “Doriano”... Era un gran personaggio».
ANDREA DOVIZIOSO (pilota): “CHE STACCATE”
«Naturalmente non ho vissuto gli anni nei quali lui era pilota, ma ho un ricordo indelebile di Doriano con la Honda gialla: a Hockenheim faceva delle staccate da paura».
PAOLO SESTI (presidente FMI): “BRAVISSIMO CON I GIOVANI”
«Aveva una incredibile capacità di parlare con i giovani, di mettersi al loro livello, di scegliere le parole giuste per spronarli».
ROBERTO GALLINA (team manager): “PECCATO NON AVER LAVORATO CON LUI
«Quando aveva 15-16 anni era un ragazzino scatenato che faceva su e giù per le colline con la moto. Me lo segnalò Cozzani, un concessionario di auto della zona: “Vallo a vedere, mi sorpassa sempre e fa delle pieghe incredibili”, mi disse. Già allora faceva delle traiettorie perfette, rotonde: Cozzani lo sponsorizzò, poi lui corse nel Trofeo Honda che organizzavo io, ma, purtroppo, non ho mai lavorato con lui».
TINO VILLA (ex capo tecnico): “SALISBURGO NEL CUORE”
«A Salisburgo, nel ’93, conquistò la prima vittoria in 250: alla sera eravamo talmente gasati che quasi quasi ci portarono tutti in galera…».