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INDIANAPOLIS – La faccia è sorridente, decisamente più rilassata rispetto agli ultimi tempi: Valentino Rossi sembra essersi tolto un peso.
“Dopo Laguna Seca, ho avuto abbastanza tempo per pensare al futuro (in realtà, la decisione era già stata presa da tempo, NDA). Ho firmato un contratto di due anni con la Yamaha: un vero peccato per me, per la Ducati, per tutti i tifosi e per tutti quelli che hanno lavorato a questo progetto, che la coppia pilota/moto italiani non sia mai stata vincente. Sarebbe stato fantastico ma, purtroppo, non è successo, non è stato possibile migliorare la moto, lottare per le prime posizioni. Per questo ho deciso che era abbastanza così, che per l’ultima parte della mia carriera avrei avuto bisogno di una moto competitiva. Sono però veramente dispiaciuto per questi due anni, perché in Ducati ho trovato delle grandi persone: purtroppo sono mancati i risultati e per questo ho preso la mia decisione. Purtroppo si è iniziato a parlare di futuro troppo presto, mancano ancora otto gare e bisogna assolutamente cercare di fare il massimo possibile, altrimenti questi mesi diventano lunghissimi”.
Come la vedi con Lorenzo?
“Sarà una sfida interessante. La situazione è molto differente rispetto al 2008, quando lui arrivò in Yamaha: adesso Jorge è il numero uno indiscusso nel team. Ci rispettiamo reciprocamente, possiamo stare insieme e fare un grande squadra per il futuro”.
Ci sarà ancora il muro?
“No, per me no. Ma adesso è Lorenzo che decide, non io… (Jorge assicura che non ci sarà nessun muro, NDA)”.
Quando sei arrivato alla Ducati hai detto che Stoner era capace di guidarla ma non di svilupparla: sei ancora della stessa idea?
“Non ho mai detto che Stoner non era capace di metterla a posto. Il “problema”, tra virgolette, per Ducati e per me era che Stoner era velocissimo con la Desmosedici, mentre io non lo sono mai stato con questa moto fin dal primo test e non è stato possibile renderla competitiva”.
Cosa ti ha fatto scegliere la Yamaha?
“Avevo sul tavolo alcune opzioni differenti, ho solo pensato quale fosse la miglior moto per le prossime due stagioni. So di poter essere più forte con la M1 e, soprattutto, di potermi divertire. Sicuramente sarà difficile battere Lorenzo, un pilota molto veloce, ma io avevo soprattutto bisogno di tornare a divertirmi, arrivare in circuito e essere nuovamente felice”.
Porterai con te la tua squadra?
“Credo che il gruppo che mi ha seguito dalla Yamaha alla Ducati tornerà con me in Yamaha. Ma ancora non stato deciso al 100%”.
E’ vero che firmando con Yamaha pensi anche a un futuro in SBK?
“E’ troppo presto per dirlo, molto dipenderà dai miei risultati, da quanto sarò forte e veloce. Ho sempre detto che mi piacerebbe correre in SBK, ma è davvero prematuro parlarne adesso: l’obiettivo principale è tornare a divertirmi e rimanere in MotoGP il più a lungo possibile, anche per più di due stagioni”.
Il decimo titolo è un obiettivo?
“Dopo due anni così, il decimo titolo è un sogno… Ma anche un obiettivo. Prima devo capire se sono ancora un top rider, se posso stare davanti, lottare per il podio: io, come nessuno, posso avere questa sicurezza. Con la Yamaha in passato è successo qualcosa di speciale, so che mi daranno il materiale giusto per lottare con Lorenzo. Bisogna provare la moto e capire se sarò ancora all’altezza della situazione”.
Quelli con Ducati sono stati anni umilianti?
“Non posso dire di no. E’ stato un periodo molto difficile, ma anche se qualcuno dice il contrario, ci abbiamo provato al massimo, ma non è stato possibile essere veloce con la Ducati”.
Firmando per la Yamaha e non per la Ducati, quanti soldi hai perso?
“Urca, è un calcolo troppo grande e difficile da fare… Comunque non si può dire no a cuor leggero all’Audi, che prevedeva per me anche un futuro in auto: non è stata una scelta facile”.
Credi di essere ancora competitivo?
“E’ un grosso punto interrogativo anche per me. In questi anni, Lorenzo, Pedrosa e Stoner hanno fatto una grande differenza; fino al 2010 sono stato con loro, ma dopo due stagioni così, che lasciano il segno anche se gli sportivi, solitamente, dicono di no, bisogna vedere se riuscirò a stare ancora con loro. Devo lavorare duro su di me insieme al mio team per capire il mio reale livello”.
E’ vero che porterai dei soldi? E’ vero che avrai colori differenti rispetto a quelli di Lorenzo?
“Perché dovrei portare i soldi per correre? Sono contento del mio contratto e gli sponsor non sono un mio problema: comunque non credo che avremo colori differenti”
Questi due anni così difficili ti hanno cambiato come uomo?
“Si dice che nei momenti difficili si diventi più forte: speriamo sia vero! No, comunque non credo di essere cambiato”.
Sei un Rossi molto umile…
“Non avere l’umiltà in questi momenti, dopo due stagioni così negative, sarebbe veramente stupido. Sono sempre sincero in quello che dico e in quello che penso: non lo so nemmeno io come andrò, dopo due anni così. Sarà una sorpresa anche per me scoprire a che livello sono: pensare adesso al decimo titolo sarebbe prematuro, devo prima capire se sono ancora capace di guidare, se sono ancora veloce, se posso lottare per il podio, per la prima fila. Sono contento di avere un’altra possibilità, penso di poter aiutare molto la Yamaha con la mia presenza, ma so anche che avrò come compagno di squadra uno dei piloti più forti del momento. Sarà dura, ma per me l’importante è arrivare alle gare sapendo di poter lottare e di divertirmi”.
Nel 2004 si era parlato di vittoria dell’uomo sulla macchina, adesso bisogna dire che l’uomo non ce l’ha fatta?
“Le cose sono cambiate molto dal 2004. Adesso anche nel nostro sport, la moto è molto più importante rispetto a 8 anni fa. Ci sono tanti elementi che posso decidere queste sfide: quando ero arrivato in Yamaha nel 2004, la M1 era inferiore alla Honda, ma io riuscivo a guidarla bene, invece con la Ducati non ce l’ho mai fatta e non è mai andata come speravamo, non ho mai fatto la differenza. C’è anche da dire che quando arrivai in Yamaha avevo 24 anni, lottavo contro altri piloti ed ero al massimo della mia forma: così sono riuscito a vincere con una moto anche inferiore. Adesso ne ho 33, sono qui da un bel pezzo, adesso è più dura, ci sono piloti giovani e forti. E’ come se avessi vissuto due volte: nella prima parte della carriera ho vinto 5 mondiali consecutivi, compiendo un’impresa che avevano realizzato solo due piloti prima di me (Agostini e Doohan, NDA), poi sono tornato a vincere due titoli, dopo aver perso per due anni consecutivi. Sarà dura, ma spero di essere competitivo e di potermi divertire: se sarà così, continuerò ancora per tanto tempo, invece se vedrò che anche negli anni prossimi potrò lottare al massimo per il 5-6 posto, o comunque delle posizioni che non mi danno gusto, farò delle altre cose. Potrebbe essere anche ora…”.
A parti invertite, avresti accettato il ritorno di Lorenzo?
“Devo dire che Lorenzo è stato molto bravo con me, non ha mai messo nessun vincolo al mio ritorno. C’è da dire che la situazione è un po’ diversa: quando era arrivato lui nel 2008, io ero il numero uno della Yamaha e pensavo di poterlo essere ancora per tanto tempo e insieme a me la M1 si era trasformata da moto peggiore in moto migliore. Jorge ancora non ha fatto questo per la Yamaha, ma ha il potenziale per farlo e vincere ancora tanto: in ogni caso è stato molto corretto”.
Che consiglio daresti a Dovizioso, che sarà il tuo successore?
“Più che al pilota bisognerebbe dare consigli alla Ducati: invece di credere al 100% quello che c’è scritto sul computer, bisognerebbe credere di più a quello che dicono i piloti”.