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Termas de Rio Hondo – Diciamo la verità: quanto accaduto nelle FP1 è piuttosto sconcertante per un campionato del mondo di questo livello. Impossibile e inconcepibile arrivare su una pista e non poter girare – o quasi – per le pessime condizioni dell’asfalto: per il futuro bisogna trovare una soluzione. Ecco, comunque, le dichiarazioni di alcuni protagonisti.
«Sono ovviamente contento di aver conquistato in entrambe le sessioni il miglior tempo, ma sono ancora più soddisfatto per come ho girato con le gomme dure, con le quali sono sempre stato davanti per tutto il turno».
«Sono contento per la prestazione e per essere riuscito a migliorare il feeling con la moto, ma dobbiamo riuscire a essere più costanti. Qui le condizioni della pista sono difficilissime, non c’è grip, non è facile trovare la messa a punto ideale. Ci manca stabilità nei cambi di direzione: la GP15 è competitiva anche qui, ma dobbiamo trovare un migliore compromesso».
«Nelle FP1 non abbiamo potuto fare niente, ma nelle FP2 si è lavorato in maniera normale, con un buon grip. Abbiamo provato entrambe le gomme, raccogliendo dati e informazioni: la dura è sicuramente più veloce, ma la extra dura sembra avere un miglior potenziale sulla distanza e ha alcuni punti positivi. Per il momento è importante essere là davanti e sarà fondamentale riuscire ad adattare velocemente la moto al cambiamento della pista, che sarà piuttosto repentino turno dopo turno. Qui c’è un solo rettilineo, non sarà facile battere la Suzuki in qualifica».
«Nel 2014, qui, avevo sofferto tanto, ma con la GP15 abbiamo fatto un bel passo in avanti, ho un buon feeling e velocità. Abbiamo utilizzato due set up differenti, per cercare di migliorare la frenata: ci siamo riusciti, ma solo nella prima parte. Dobbiamo riuscire anche a controllare la derapata della gomma posteriore: credo ci sia ampio margine di miglioramento. Oggi è stata una giornata particolare, è difficile fare un bilancio reale, perché non abbiamo mai girato tutti insieme con le stesse gomme. Sicuramente noi dobbiamo essere più costanti, ma non è bello venire qui e non trovare il grip giusto per poter lavorare: noi avremmo bisogno di quattro turni. Suzuki: è presto per dire qualcosa, ma, sicuramente, hanno un T3 esagerato. Qui c’è un solo rettilineo: loro sono forti in percorrenza, possono fare bene».
«Le FP1 non sono servite a nulla, l’asfalto era messo peggio che nel 2014, ma nelle FP2 è nettamente migliorato. Non siamo riusciti a trovare il giusto bilanciamento della M1: soffro molto nella parte guidata, in particolare nelle curve 6-7-8-9-10, insomma in tutto il T3. Ma la chiave fondamentale sarà la scelta delle gomme: con quella più morbida (la dura, NDA) sei più veloci anche di sette decimi, ma dopo pochi giri è cotta, con quella più dura (la extra dura, NDA) finisci la gara, ma la moto è difficilissima da guidare. Molto dipenderà dalle condizioni dell’asfalto e dalla temperatura. L’obiettivo per QP è almeno la seconda fila, ma sarà durissima riuscire a conquistarla, perché le Ducati vanno fortissimo e qui c’è anche Aleix Espargaro con la Suzuki».