Rossi: "I primi tre hanno un altro passo"

Rossi: "I primi tre hanno un altro passo"
Valentino non cerca scuse: "speravo di stare più vicino agli spagnoli, non ci sono riuscito. Marquez è impressionante: speriamo cambi mestiere alla svelta..." | G. Zamagni, Brno
25 agosto 2013

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BRNO – Come al solito, Valentino Rossi non cerca scuse: “Speravo di stare più vicino ai primi tre, ma vanno più forte di me”. L’analisi è sincera quanto vera: Marquez, Pedrosa e Lorenzo in questo momento sono irraggiungibili per Rossi. Bisogna capire perché: ecco la spiegazione di Valentino.

“Alla fine, nel complesso, è stato un GP migliore di quello di Indy, anche se il risultato finale è lo stesso. L’obiettivo, però, era riuscire a stare più vicino ai primi tre e non ci sono riuscito: la posizione va bene, ma non sono soddisfatto del distacco, anche se loro hanno fatto un altro grandissimo lavoro e hanno girato fortissimo. Abbiamo provato un differente assetto per migliorare la frenata, ma ho sofferto tanto: è chiaro che c’è molto da lavorare, anche le difficoltà in qualifica non sono certo casuali. Partire così indietro è un problema, specie se i tre davanti spingono subito fortissimo: speravo che Crutchlow e Bradl stessero davanti per un po’, rallentando il ritmo, invece dopo due curve erano già stati superati da Lorenzo, Marquez e Pedrosa. Come al solito, ho sofferto un po’ nei primi giri, anche se un po’ meno rispetto a Indy, poi nella seconda parte sono andato meglio, ma i primi tre hanno un altro ritmo. Nel finale mi sono ritrovato con Bautista: gli ero attaccato, ma mi è entrata la folle in un cambio marcia e ho perso più di mezzo secondo, che sono riuscito a colmare con tre buoni giri”.


Oltre alle difficoltà del pilota, Rossi (come Lorenzo) dice che la Yamaha è meno competitiva della Honda.
“Oggi Jorge ha guidato benissimo, ha spinto al massimo dal primo all’ultimo giro, ma è comunque arrivato terzo: la Honda va molto forte. Per quanto mi riguarda, come detto, devo stare più vicino a Lorenzo e alle HRC, come era successo a Laguna, quando avevo finito a poco più di 4 secondi da Marquez”.


Hai parlato di modifiche di assetto: puoi specificare meglio?
“Siamo intervenuti per migliorare la frenata, riuscendoci, ma sono emersi altri problemi. La M1 è una moto competitiva e la Yamaha lavora duro perché non gli piace arrivare dietro alla Honda, ma loro in questo momento sono più avanti”.


Marquez ha ottenuto la quarta vittoria consecutiva; l’ultimo che ci era riuscito in MotoGP eri stato tu nel 2008: qual è il tuo giudizio?
“Marquez è veramente impressionante, non solo per i quattro successi di fila, ma anche per i 10 podi in 11 gare: non me lo ricordo perché ero piccolo, ma quanto sta facendo è paragonabile al primo anno di Kenny Roberts, quando conquistò il titolo”.


Come si può battere?
“Spero che decida di andare in F.1, glielo consiglio vivamente… Non so se è più forte di Lorenzo, ma la verità è che usa la Honda in un modo fantastico: in questo momento l’accoppiata Honda/Marquez è imbattibile. Per questo mi auguro che cambi alla svelta sport!”.


Torniamo a te: parli sempre di assetto, ma non è possibile utilizzare quello di Lorenzo?
“No, perché abbiamo due stili di guida molto differenti. Non è solo una questione di messa a punto: in questo momento Lorenzo guida meglio di me. I tre spagnoli vanno fortissimo, ma io credo di potergli stare più vicino, anche se batterli è difficilissimo: tengono un ritmo impressionante dal primo all’ultimo giro”.


Sei sempre convinto che Burgess sia la guida tecnica giusta?
“Sì, anche perché ormai si lavora sempre più a stretto contatto con gli ingegneri giapponesi”.

 

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