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JEREZ – Terzo al mattino, quarto al pomeriggio, più o meno sempre a tre decimi dalla pole provvisoria: i numeri dicono che la giornata di Valentino Rossi è stata più che discreta, ma non eccezionale. Più o meno quello che pensa anche il pilota della Yamaha.
«Il primo giorno non è andato male. Sfortunatamente nel pomeriggio ho perso una posizione, ma non sono lontano dai primi: siamo in cinque più veloci degli altri e per questo in qualifica sarà importante, addirittura fondamentale finire nei primi cinque. Purtroppo non abbiamo ancora trovato il bilanciamento migliore della moto e soprattutto il pomeriggio, con la temperatura più alta, la M1 si muoveva molto, “pompava” parecchio in accelerazione. Ma, ripeto, non è così male, non siamo lontani e sono stato sempre nei primi cinque in ogni settore, migliorando nel secondo turno all’ultima curva. Anche Lorenzo non è ancora perfettamente a posto, ma credo che lui e Pedrosa in questo momento siano quelli con più possibilità di vincere. Sono un po’ preoccupato per il ritmo: confidavo sul fatto che la gomma dura posteriore fosse la scelta migliore, invece non funziona così bene, ma con questo caldo non è certo che la soffice possa tenere alla distanza».
Come sarà la QP2 su una pista decisamente più corta delle due precedenti?
«Qui nei 15 minuti puoi anche pensare a fare una strategia: si può dire che a Jerez i 15 minuti della QP2 saranno più “lunghi” rispetto ai primi due GP».
Quale assetto hai usato: quello dei test di marzo o quello di Austin?
«Ho iniziato con quello simile ai test, con qualche modifica, poi nel pomeriggio ne abbiamo utilizzato uno più simile ad Austin: ancora non siamo sicuri su quale strada scegliere. Per la verità, tra i due assetti non c’è una grande differenza: domani dovremo fare ancora degli esperimenti, capire quanto peso mettere sulla ruota davanti, trovare un giusto compromesso per avere un buon feeling con l’anteriore per tutta la gara».
Che problemi dà la dura posteriore?
«Quando sei molto piegato, la moto tende a scivolare dietro: di conseguenza si scalda tanto la gomma e diventa problematico utilizzarla. Bisogna fare ulteriori verifiche».
Per il tuo modo di lavorare, nelle QP2 dovrai un po’ “violentarti” per riuscire a sfruttare al meglio la gomma più morbida?
«Non proprio “violentarmi”, ma è vero che i primi con la gomma nuova riescono a togliere più decimi di quelli che levo io: devo capire perché, rischiare di più e spingere maggiormente. L’importante, ripeto, sarà conquistare un posto nei primi cinque».
Ma è già una gara decisiva?
«No, non lo è: è importante, ma come le altre. Vengo da un buon risultato e da una gara deludente, ma questa non è la cosiddetta prova del nove».