Rossi-Marquez, discussione aperta

Rossi-Marquez, discussione aperta
Abbiamo raccolto i pareri di undici personaggi autorevoli, dal grande scrittore fino all’ex-telecronista passando per i nostri grandi campioni. Ne escono prospettive molto diverse e stimolanti
11 novembre 2015

MAURO CORONA, Erto (PN), alpinista, artista e scrittore, mentre sta salendo alla baita con 20 chili di cemento sulle spalle: «Questa storia mi ha demolito, hanno voluto farlo perdere, ci sto male proprio. Può darsi che le mie parole siano condizionate dall’affetto che ho per Valentino, lo ammetto. Ma il calcio non c’è stato: Marquez è molto più abile della sua età e si è buttato per distruggere Rossi. Farlo partire ultimo a Valencia è stato ingiusto e umiliante, tutto il mondo c’è rimasto male. La vittoria di Lorenzo? Non se ne parla già più, è un ragazzo intelligente ma senza carisma, senza fascino. Voglio dirti che quest’anno non ho perso un Gran Premio, Valentino è stato grandissimo e si meritava il titolo, per me ne ha undici. Sono un emotivo, starò male per anni».


PINO ALLIEVI, Milano, giornalista, mentre sta raggiungendo in taxi l’aeroporto, destinazione Brasile F1: «Vale aveva vinto il mondiale prima di Sepang e lì ha fatto una cosa che non doveva fare. In concreto, MM è caduto per colpa di Valentino. E io vedo una stretta somiglianza con la F1, mi sembra di rivedere ciò che accadde tra Senna e Schumacher, quando il vecchio leone capisce che il suo tempo sta finendo e il giovane avanza sgomitando».


EDI ORIOLI, Fagagna (UD), quattro volte vincitore della Parigi-Dakar, in ufficio nella sua azienda di tendaggi: «Non è normale che MM non faccia nemmeno un micro tentativo di attaccare Lorenzo a Valencia. Mi stupisce la Honda (lo sai che conservo l’autografo del mitico Soichiro dopo la mia prima vittoria?), che lì poteva fare primo e secondo. Ma hanno voluto che il titolo restasse in Spagna. Il calcio di Sepang? Ma quale calcio! Marquez si è buttato all’interno ed è cascato, quasi da fermo. Con tutto quello che succede nel cross, qui hanno dato a Rossi una penalizzazione assurda e la verità è che gli hanno rubato il titolo mondiale. E la mia è logica, non è una difesa d’ufficio».


GIAN FRANCO BONERA, Monza (MB), vice campione del mondo della 500, in procinto di tornare in Sardegna: «MM se l’è legata al dito dopo Argentina ed Assen, due episodi che visti oggi non sembrano casuali. Certo, le cose andavano chiarite prima, poi è arrivato Sepang e la penalizzazione è stata brutta. Ma Rossi fa la vittima e mi dispiace: ha sempre giocato con la psicologia dei rivali e qui è stato servito. Valencia? Chi può entrare nella testa della gente: magari Marquez pensava davvero di passare Lorenzo all’ultimo giro e con Pedrosa ha perso l’occasione».
 

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LUCA CADALORA, Modena, tre volte campione del mondo, mentre traffica nel suo garage: «I fatti di Sepang andavano analizzati meglio, c’era un concorso di colpa e Rossi è stato penalizzato troppo severamente. Un grave errore, e Valentino non ha potuto giocarsi le sue chances mondiali a Valencia. Il comportamento antisportivo di Marquez è deplorevole, raramente si è visto qualcosa del genere. E lui è un campione ed è anche giovane! Che falso. Tutto nasce dai fatti di Argentina e Olanda, i suoi dubbi sono anche comprensibili ma senza fondamento. Anche Nakamoto poteva avere un comportamento più dignitoso, evidentemente c’è ancora del risentimento Honda nei confronti di Rossi. Lorenzo e Rossi insieme nel 2016? Sono due ragazzi intelligenti e non ci saranno problemi».


ANDREA DE ADAMICH, Varano de’ Melegari (PR), proprietario di pista, dal suo ufficio: «Scandalosa è stata la Race Direction: ho incontrato Franco Uncini in un programma Rai e l’ho detto anche a lui. La condotta di Marquez a Sepang è stata pessima, va bene, ma perché nella MotoGP non usano la bandiera diagonale bianca e nera come nelle gare minori? Con quella, il direttore di corsa dà al pilota un primo avvertimento, e se viene ignorata si passa al ride-trough. Tutto il resto è stato una brutta conseguenza di questa incredibile carenza».


PIERFRANCESCO CHILI, ex-pilota, Misano (RM), mentre sta chiudendo i suoi due bagni: «La conferenza stampa di Sepang è la bomba che ha innescato tutto: per me Vale ha sbagliato, le motivazioni non c’erano, la gara in Australia è stata regolare; ricordo che subito dopo il traguardo Rossi è andato a scusarsi con MM per il contatto al tornantino, ma se sei arrabbiato non ti scusi e così alla fine Marc, sorpreso e deluso, si è voluto vendicare. Come con Fogarty ad Assen in SBK: ero arrabbiatissimo dopo la spallata e fui consigliato male, così in conferenza stampa fui subito duro con lui e lo umiliai in pubblico. Mesi dopo ci siamo chiariti a quattr’occhi e adesso siamo amici. Così bisognerebbe sempre fare ».
 


KRISTIAN GHEDINA, da Cortina (BL) con sole estivo, allenatore di sci, ex discesista italiano (il migliore) e pilota auto e moto: «Lorenzo è stato bravo, titolo meritato, però Marquez ha giocato sporco. Mi piaceva, era solare, il nuovo talento, ha perso tanta credibilità. A Sepang ha rotto le palle a Rossi in tutti i modi, a Valencia non ha provato un solo attacco e poi si è scatenato solo con Pedrosa. Vale esce a testa alta, è stato un signore, certo le palle gli girano perché ha perso il mondiale. A Sepang sono sicuro che non voleva farlo cadere: qualche gara di motard l’ho fatta anch’io, lui è stato provocato, lo ha accompagnato fuori, non era un gesto pesante. E quello ha cercato ancora il contatto…».


SALVO PENNISI, Pergusa EN), responsabile sviluppo Pirelli Moto, mentre sta preparandosi a una giornata di pista: «Io sono un lorenziano e per me il titolo è strameritato. Poi sulla penalità a Rossi non posso esprimermi, ci sono regole e tecnicismi difficili da capire. Certo Sepang è stata disdicevole, MM ha provocato e ostacolato, Rossi ha commesso fallo di reazione, ma io sposo la tesi di Nakamoto, i fatti sono fatti e in Australia Marquez aveva vinto. Vero, nell’ultimo round ha fatto tutto quello che poteva per far perdere il titolo a Rossi, non ha dato tutto per vincere la gara. Però chiedo: nello sport si può dar corso alle pulsioni umane o non si può? Io non lo so proprio».

Foto: 125stradali.com
Foto: 125stradali.com


CLAUDIO LUSUARDI, Modena, ex-pilota e manager, dalla sua concessionaria Ducati: «Per me ci sono due giorni neri nel motociclismo: Monza 1973 e Valencia 2015. Il primo per il terribile incidente di Saarinen e Pasolini, qui per la pessima gestione dopo Assen. Tutto nasce da Sepang, la vergogna: hanno sbagliato in due e in due andavano puniti. E’ mancata la FIM, la Dorna ha fatto il suo interesse, Rossi è sempre stato una macchina da guerra ma si è trovato nella trappola, ha creato il mostro e il mostro lo ha inghiottito…».


FEDERICO URBAN, Terracina (LT) telecronista Rai oggi in pensione, appena tornato dal frantoio con 20 chili del suo olio: «Volevo guardare la gara, se ne parlava tanto, poi me ne sono dimenticato. Ho visto tutto dopo. Rossi ne esce alla grande, ha fatto un’analisi sincera, e l’aggettivo “imbarazzante” calza a pennello. Imbarazzante anche il suo senso di superiorità. C’è una degenerazione in corso: la caduta una volta era uno spauracchio, adesso diventa anche un’opzione. Rossi e Marquez sono due esemplari della stessa generazione: tendenzialmente parteggio per Rossi, ma è caduto in un tranello, magari non studiato a tavolino, forse spontaneo, ma pur sempre efficace».

 

Foto: FB Mauro Corona