Rossi: “Marquez ha capito che deve fare i conti con me”

Rossi: “Marquez ha capito che deve fare i conti con me”
Valentino esaltato da un altro successo straordinario: “Mi spiace per il contatto, ma è stato lui a sbagliare: se mi avesse buttato giù sarebbe stato un problema”. Sul campionato: “Dovizioso e la Ducati vanno fortissimo, ma Marc rimane il rivale da battere”
20 aprile 2015

TERMAS DE RIO HONDO – Avendo finito tutti gli aggettivi per definire il “Diego Maradona delle due ruote”, ecco un po’ di numeri: 36 anni, ventesima stagione iridata, 110 vittorie, 84 in 500/MotoGP, nove titoli iridati, 66 punti in classifica generale, due successi e un terzo posto in tre gare.
 

Valentino, alla vigilia avevi detto che bisognava mettere pressione a Marquez: mi sembra che tu ci sia riuscito alla stragrande.

«Sì. Sono contento, è sicuramente una vittoria importante per il campionato, perché lui, purtroppo, è caduto e ha perso tanti punti, ma anche perché sono stato l’unico che sono andato a riprenderlo. Ha capito che se vuole vincere, non sarà così facile, dovrà fare i conti con me: è importante. Marquez è uno che dà sempre il tutto per tutto, o 100 o 0, tutto o niente. Tante volte sfiora, tocca, fa, ma questa volta gli è andata male: se mi avesse buttato giù, però, sarebbe stato un problema».


Quanto è grande la soddisfazione di aver battuto Marquez in Argentina, su una pista dove l’anno scorso aveva dominato?

«Grandissima. Bello, un po’ come un sogno: lo vedi lontano, sai che è Marquez, a Termas de Rio Hondo, che ha la Honda. E’ là, ma poi diventa sempre un pochino più grande e cominci a pensare: oggi magari lo prendo… E’ la gara più bella, perché vedere che lo vai a prendere piano piano ti aiuta a stare concentrato, ti dà un sacco di adrenalina, a non sentire la fatica».
 

E’ là, ma poi diventa sempre un pochino più grande e cominci a pensare: oggi magari lo prendo…

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Quando hai capito che effettivamente l’avresti potuto battere?

«Quando ho visto che mancavano otto giri ero convinto che ce ne fossero di più a mia disposizione, mi sono un po’ preoccupato. Vedevo che lo andavo a prendere, ma quando passavo sul rettilineo faticavo a capire tutto, mi interessava solo il suo vantaggio e quando ho visto -8 ho detto: mi devo sbrigare. Secondo i miei calcoli avrei potuto raggiungerlo a 2-3 giri dalla fine, speravo che le sue difficoltà aumentassero: così è stato».


A Misano, nel 2014, Marquez era caduto per provare a starti dietro, qui è andato a terra nuovamente per provare a resistere: è solo casuale?

«Va detto che non è così solo per Marquez, ma per tutti: se un pilota va più forte, vince dieci gare consecutive, inevitabilmente non sbaglia, perché guida con una certa sicurezza. I suoi avversari devono cercare di dargli fastidio: oggi ha sbagliato, ma il campionato è lunghissimo».


In tre gare, però, ha già fatto due errori: è questa la pressione di cui parli?

«E’ l’unico modo che abbiamo per provare a batterlo, perché se è come l’anno scorso, o come ad Austin, dove è partito, tranquillo, si è tolto la visiera, ha cominciato a spingere e ha vinto in carrozza… Un po’ come faceva nel 2014: così è difficile che faccia errori».


Beh, per la verità ha provato anche oggi ad andarsene…

«Sì, ci ha provato, ma era una gara un po’ diversa, sapeva che doveva spingere. Fino a lì ha fatto tutto bene, ma la nostra scelta della extra dura posteriore è stata migliore, anche se dipende dalle moto: se ha messo la dura, significa probabilmente che con la extra dura sarebbe stato più in difficoltà».


Dopo le prove, ci speravi in questo successo?

«Sapevo di poter andare forte. Poi, dopo il warm up, abbiamo fatto un’altra modifica e mi sono trovato bene. Sono partito fortissimo, ma Iannone mi a dato una carenata alla prima curva che mi ha fatto perdere un po’ di tempo: in quel momento ho temuto di non potermela giocare con Marquez, ma sapevo di poter fare almeno secondo. Ma è andata meglio…».


Secondo te Marquez avrebbe dovuto accontentarsi?

«E’ facile da dire adesso, però è vero che a quel punto era spacciato, mi doveva buttare giù per vincere, perché andavo molto più forte. Ci ha provato… a battermi».


Marquez è a 30 punti, Dovizioso a sei: chi è il tuo vero rivale per il Mondiale?

«Marc è quello che va molto forte, però dopo un inizio di stagione che per me è stato perfetto, Dovizioso con la Ducati è a soli sei punti. Andrea è un pilota pronto, ha esperienza, velocità: non è lì per caso. Però Marquez è talmente tanto forte e veloce che può recuperare tanti punti»