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TAVULLIA – Ha tutto per diventare l’appuntamento più affascinante della stagione. La 100 km al Ranch, giunta alla sua quinta edizione, ha un grandissimo potenziale, perché è bella, divertente e, soprattutto, ammaliante. Ci vorrebbero solo più piloti del motomondiale. «A quello ci stiamo lavorando. Purtroppo c’è sempre poco tempo per organizzarla e quest’anno, per diversi motivi, sono mancati un po’ di piloti che avrebbero dovuto esserci, come, per esempio, Vinales, Mir e Petrucci. Ma il potenziale per portare qui più campioni c’è» spiega Valentino Rossi, il padrone di casa, in tutti i sensi. Rossi in coppia con Morbidelli ha conquistato l’edizione 2018 della 100 km, un’edizione combattuta e avvincente fino all’ultimo giro: se Mattia Pasini non fosse cadute a due passaggi dalla bandiera a scacchi, sarebbe stato lui a trionfare assieme a Lorenzo Baldassarri, oggi il più veloce ed efficace in pista.
DIVERTIMENTO PURO
Ma al di là della classifica («E’ vero che non conta nulla, ma io l’affronto con lo stesso spirito di un GP del mondiale: l’unica differenza è che al sabato posso uscire alla sera…» spiega Morbidelli), la 100 km è vincente perché i piloti possono solo divertirsi. «Ti dà il gusto di una vera gara, ma senza alcuna pressione» sottolinea Valentino, uno che da più di 20 anni si misura continuamente con l’obbligo di dover vincere a tutti i costi. Alla 100 km, non è così: d’accordo, salire sul gradino più alto del podio fa sempre piacere, ma non è l’aspetto più importante. Così, se si ha la fortuna di poter seguire la gara da bordo pista – le coppie dei piloti fanno cinque cambi, totalizzando cinque giri per ogni sessione – si può vivere intensamente il divertimento che questi piloti – campioni o aspiranti tali che siano – provano a girare su un tracciato unico al mondo per bellezza, difficoltà, varietà di situazioni, fondo e difficoltà. «E’ una figata pazzesca» sottolinea Baldassarri, una che dà una grande gioia vederlo guidare anche in pista, figurarsi qui tra traversi, derapate e recuperi continui dell’avantreno, instabile dal primo all’ultimo secondo delle due ore di gara. Ogni, giro, ogni, curva, ogni metro cambia da quello precedente e questo obbliga i piloti ad adattarsi, a cambiare più volte stile di guida durante la gara, a cercare una soluzione per continuare a essere competitivo.
UN’ORGANIZZAZIONE DA CAMPIONATO DEL MONDO
E’ veramente un posto unico al mondo, il più bello esistente per un appassionato di moto. Quando si va in picchiata lungo la strada che porta la pista, rimani senza fiato a vedere il tracciato dall’alto, ma quando arrivi alla pista lo stupore aumenta. Tutto è perfetto, tutto è organizzato al meglio: c’è il trattore che liscia la pista, ci sono i meccanici, i transponder per le moto, i monitor dei tempi, c’è il garage delle moto, ci sono naturalmente i medici. Prima del via, la sorellastra (da parte di papà Graziano, che segue la gara da un furgoncino a bordo pista perché sente freddo…) canta l’inno italiano e la gara viene ripresa da telecamere e droni che gravitano su tutto il circuito. Tutto funziona perfettamente, in stile Valentino Rossi.
UNA SCUOLA DI VITA
La 100 km ti permette di capire ancora meglio cosa significhi la VRAcademy, la sua filosofia, il suo spirito, l’importanza che ha nella crescita di piloto giovanissimi che, altrimenti, non saprebbero come e dove allenarsi. Qui lo fanno assieme al più grande dell’era moderna – almeno per il momento -, in relativa sicurezza e con una quantità di informazioni che altri non riescono ad avere in una carriera intera. E poi, al di là delle prestazioni in pista, colpisce come Valentino trasmetta a questi ragazzi l’aspetto positivo delle competizioni, la voglia di migliorarsi continuamente, ma anche la capacità di fare gruppo, di creare una squadra unita. Fateci caso: tutti i piloti della VRAcademy sono ragazzi di un certo spessore e con determinate qualità anche fuori dalla pista.
LA GARA
Per quanto riguardo la gara, è stato un avvincente testa a testa tra le due coppie sulla carta più forti: Rossi/Morbidelli e Pasini/Baldassarri. I turni prevedevano Rossi contro Pasini e Morbidelli contro Baldassarri: Lorenzo è stato quello più efficace, arrivando al cambio sempre prima di Franco (tranne in una occasione), mentre la sfida tra Valentino e Mattia è stata più equilibrata. Nell’ultima sessione di 5 giri, Pasini aveva un bel vantaggio da gestire, ma a due passaggi dal termine è caduto («mi è “sparito” l’avantreno e non so perché» si è rammaricato), regalando la vittoria a Rossi, che nel turno precedente si era infortunato al ginocchio destro. «Mi si è girato in un tornantino e quando ho fatto il cambio con Morbidelli temevo addirittura di non poter più continuare. Poi il medico me l’ha un po’ messo a posto e sono riuscito a fare l’ultimo turno: zoppico, mi fa un po’ male, ma spero che non sia nulla, anche perché il prossimo fine settimana c’è il Rally di Monza» ha spiegato Valentino.
La classifica finale dice: Rossi/Morbidelli, Baldassarri/Pasini, Foggia/Fuligni, Migno Bezzecchi, Chareyre/Cecchini.