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LE MANS – C’è un bel tempo a Le Mans e questo permette di andare subito forte, tanto che dopo 15 minuti i tempi erano già migliori di quelli realizzati nella prima ora di libere nel 2009, quando Andrea Dovizioso era stato il più veloce in 1’36”136, con una temperatura di 13 °C.
Oggi di gradi ce ne sono una decina in più e questo ha consentito ai piloti di sfruttare al meglio le gomme bimoscola (più dura sulla spalla destra) portate su questo tracciato dalla Bridgestone. Si è andati veloci, quindi, con un alternarsi continuo al comando tra Valentino Rossi, Casey Stoner e Jorge Lorenzo, finiti poi nell’ordine racchiusi in 140 millesimi. Sempre loro, quindi, protagonisti e, come al solito, hanno lavorato in maniera piuttosto differente.
Valentino ha effettuato 28 giri, realizzando il miglior passaggio proprio sotto la bandiera a scacchi, con ultimo settore, il T4, mostruoso, nel quale ha recuperato oltre due decimi a Stoner, fino a quel momento davanti a tutti.
Se a Jerez Rossi non era mai riuscito a trovare la messa a punto ideale della sua M1, questa volta il nove volte iridato sembra aver iniziato nel migliore dei modi, subito efficace e competitivo. Come passo, però, Lorenzo è stato più costante e anche questa non è una novità, soprattutto a Le Mans, pista che ha sempre visto Jorge protagonista di ottime prestazioni. Per lo spagnolo un totale di 31 giri, contro i 23 di Stoner: anche questo non è certo un dato sorprendente.
Piuttosto, fa specie che l’australiano dopo due soli giri si sia fermato ai box per cambiare l’inclinazione dei due semi-manubri: una modifica che gli altri piloti non effettuano quasi mai, ma ormai siamo abituati a questi comportamenti di Stoner, che ha messo in mostra qualche limite nell’ultimo settore.
In ogni caso, al momento sono loro tre i protagonisti del GP di Francia, pressati però da vicino dai due compagni di squadra della Honda, con Andrea Dovizioso quarto (a 0”223) e Dani Pedrosa quinto (a 0”587). In una situazione come quella di quest’anno, dove dopo due sole gare effettuate già si comincia a parlare e discutere sul futuro dei piloti, ogni singolo turno diventa importantissimo e per il Dovi è sicuramente positivo aver chiuso davanti allo scomodo rivale. Anche se, naturalmente, è troppo presto per tirare delle conclusioni e non ci si può dimenticare che Pedrosa è uno che ha bisogno di un po’ di tempo per trovare il giusto ritmo. Per quanto si è visto, comunque, la Honda non è così lontano da Yamaha e Ducati e si può quindi sperare in un fine
Per quanto si è visto, comunque, la Honda non è così lontano da Yamaha e Ducati e si può quindi sperare in un fine settimana equilibrato e spettacolare.
settimana equilibrato e spettacolare.
Più in difficoltà, ma anche questa non è una sorpresa, Nicky Hayden, settimo staccato di otto decimi, su una pista che non ha mai digerito troppo, mentre è promettente l’inizio di Ben Spies, nono a 0”889 sui un tracciato ancora una volta inedito per lui.
Marco Melandri ha strappato nel finale un decimo posto non troppo esaltante, anche se è giusto dare del tempo a Marco per adattare la moto alle Showa, volute fortemente dal pilota romagnolo. Una scelta davvero rischiosa quella di Melandri, non completamente condivisa da Fausto Gresini, che sa perfettamente che, così facendo, si mette in qualche modo contro la Ohlins, che continua ad assistere Marco Simoncelli, dodicesimo alle spalle di Loris Capirossi.
In difficoltà – e questa è una sorpresa negativa – Randy De Puniet, solo 14esimo, mentre all’ultimo posto c’è Alvaro Bautista, fortemente penalizzato dall’infortunio a una spalla, ennesima conseguenza di una caduta con la moto da cross. Oggi Alvaro ha girato senza alcun anestetico, con grande dolore e poca possibilità di guidare la Suzuki: domani sarà sicuramente trattato dalla Clinica Mobile del dottor Claudio Costa, ma potrebbe anche venire sostituito per questo GP dal collaudatore Nobuatsu Aoki, presente in circuito.