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In poche occasioni come il recente Gran Premio d’Olanda il matrimonio fra Ducati e Valentino Rossi è sembrato agli sgoccioli. Prestazioni opache in prova e in gara, toni di fuoco nelle dichiarazioni – solo parzialmente smussati nel dopogara – e tante, troppe voci fra gli addetti ai lavori che lo vogliono già accasato, o “pre-accasato” tanto con Yamaha che con Honda. Quello che solo ad inizio anno sembrava un divorzio impossibile, perché entrambe le parti non avrebbero avuto alcuna alternativa al trasformare un’unione di passione in un matrimonio di convenienza, è diventato sempre più possibile – anzi probabile – con il ritiro di Stoner, che ha sovvertito gli equilibri di tutto lo schieramento.
Il nostro Zamagni, che difficilmente si espone su questioni di mercato piloti (a maggio 2010 aveva anticipato il passaggio di Stoner in Honda) solo venerdì ci ha raccontato dello scenario Yamaha, che sebbene sulla carta sembri il più complesso (Rossi dovrebbe tornare da numero due in una squadra dove i due motivi per cui se n’era andato – Lin Jarvis e Jorge Lorenzo – sono rimasti e diventati ancora più forti) avrebbe diversi motivi di plausibilità, non ultimo la disperata necessità, per la casa di Iwata, di trovare uno sponsor che copra le spese sempre più ingenti per la partecipazione alla MotoGP.
Ma vogliamo riportare anche le parole di chi sostiene l'ipotesi contraria. José Maroto, inviato di lungo corso della rivista spagnola Motociclismo (l’autore dello scoop del ritiro di Casey Stoner, a cui venne dato del bugiardo salvo ricevere conferma meno di quindici giorni dopo quando l’australiano fece l’annuncio-choc) ha nei giorni scorsi parlato apertamente di un team HRC-Repsol 2012 formato da Rossi e Marquez, con Pedrosa “esodato” verso altri lidi per scarso rendimento e crescente insoddisfazione dello sponsor. Valentino sarebbe il traghettatore perfetto, per velocità, affidabilità nel collaudo e resa mediatica, fra l’epoca Stoner e quella Marquez.
Viene sempre dalla Spagna, attraverso MotoCuatro, anche il terzo scenario: restare in Ducati. Ma non per tirare a campare in assenza di alternative, bensì con prospettive di ben altro respiro. Il virgolettato riportato da Pérez de Rozas parla di un Rossi che, in una confidenza ad uno dei suoi migliori amici, avrebbe detto il mercoledì prima della gara che “Audi mi ha fatto un’offerta per rinnovare con Ducati che definirei come irresponsabile”. Una cifra spaventosa? E’ sicuramente l’interpretazione che per prima balza alla mente, anche se Rossi stesso, qualche mese fa, ha detto chiaramente di aver guadagnato abbastanza da potersi permettere di fare una scelta basata sulla sola competitività della moto che andrebbe a guidare.
E se invece, riprendendo un’ipotesi già fatta da altri – Carlo Pernat l’ha espressa in diretta TV, chiedendo a Rossi stesso una risposta che, prevedibilmente, non è arrivata – la proposta dei vertici di Ingolstadt non fosse (solo) economica, ma relativa ad una ristrutturazione del comparto tecnico Ducati Corse? Senza voler attribuire ragioni o torti, è evidente come in questo momento Rossi non percepisca impegno da parte di Ducati sui problemi segnalati dai piloti. La garanzia dell’eliminazione degli elementi di resistenza – tecnici, economici o umani – ai cambiamenti chiesti a gran voce da Rossi all’interno del reparto corse Ducati potrebbe essere definita altrettanto irresponsabile, sia per i costi quanto per il rischio che ci si assumerebbe. Del resto, in passato, Audi non ha esitato a mettere in campo risorse spropositate pur di raggiungere gli obiettivi che si era preposti in diverse specialità dello sport a quattro ruote.
Dovremo aspettare la gara di Brno, ripresa del campionato dopo la pausa estiva e il Gran Premio “spartiacque” di Laguna Seca indicato più volte da Rossi come l’ora della verità, o addirittura quella di Valencia per sapere come andrà a finire?
Fonte: MotoCuatro