Rossi: “Sarà un campionato da ricordare”

Rossi: “Sarà un campionato da ricordare”
Valentino parzialmente soddisfatto: “Siamo migliorati da venerdì, ho conquistato un altro podio, ma non basta: gli altri sono stati più bravi”. Sul livello del mondiale: “Piloti e moto sono al massimo livello: siamo tutti belli carichi, ci sarà da divertirsi”
3 maggio 2015

JEREZ – Aspetti positivi del GP: un altro podio, il quarto in quattro gare stagionali, l’ottavo consecutivo, il 12esimo nelle ultime 13, il 200esimo di una carriera sempre più straordinaria; per come era messo dopo le prove, il terzo posto era il massimo risultato ottenibile; lascia Jerez con più punti di vantaggio sul secondo in classifica. Aspetti negativi: per tre giorni, è sempre stato nettamente più lento del compagno di squadra; ha perso punti sia su Lorenzo sia su Marquez, (probabilmente) i due rivali più pericolosi per il mondiale. A Valentino Rossi il compito di fare il bilancio del GP di Spagna.
 

«Prima del via, sapevo che con Lorenzo sarebbe stato difficile, ma speravo di potermela giocare con Marquez. Purtroppo, però, ho perso troppo tempo all’inizio con Pol Espargaro, non lo riuscivo a superare: quando ce l’ho fatta, ho iniziato a girare più veloce di Marquez, ho sperato di prenderlo. Ci ho creduto, ma alla fine ho dovuto rallentare perché la moto era molto difficile da controllare, ho rischiato di cadere un paio di volte e ho preferito accontentarmi. La realtà è che non eravamo a posto, non lo siamo stati per tutto il fine settimana, abbiamo migliorato tanto da venerdì a sabato, ma non eravamo sufficientemente competitivi, abbiamo sempre rincorso. Sono soddisfatto per il 200esimo podio, ma non basta… Non siamo mai stati a posto sull’anteriore.».


Il bilancio, quindi, è positivo o negativo?

«Ho aumentato i punti su Dovizioso (da 6 a 15, NDA), secondo in campionato, ma Lorenzo è tornato in corsa e Marquez si è un po’ avvicinato. Nel complesso, è stato un GP sofferto, ma fare terzo quando si patisce non è male. Dobbiamo fare meglio, domani dovremo lavorare sull’assetto, provare ad andare più forte».


E’ preoccupante non essere riusciti a trovare l’assetto giusto su una pista che ti piace molto?

«E’ vero, mi piace, ma con la messa a punto non c’entra: ci sono tante variabili che intervengono, a volte si riesce a fare bene, altre peggio. Nel 2014 Marquez aveva dominato e Lorenzo era arrivato dieci secondi dietro di me, invece quest’anno ha trovato la giusta messa a punto ed è andato benissimo. Quindi direi di no, non è preoccupante: è stato un fine settimana difficile, ma abbiamo comunque lavorato bene, migliorando continuamente. Purtroppo non è bastato, gli altri sono stati più bravi».


Lorenzo dice che è il mondiale di più alto livello di sempre, perlomeno da quando lui corre in MotoGP: sei d’accordo?

«E’ difficile da dire, sicuramente il livello è molto alto. Ci sono un sacco di piloti forti e in più la sofisticazione della moto con l’elettronica, le prestazioni delle gomme Bridgestone sono di altissimo livello: ci sono tutte le carte perché sia un campionato da ricordare. Io sono avanti, sono veloce, Marquez è un po’ più indietro, ma solo perché è caduto in Argentina, altrimenti sarebbe molto vicino, si è risvegliato Lorenzo, ci sono le Ducati. Siamo in tanti belli carichi…».


Come hai visto la Honda di Marquez?

«Bisogna capire esattamente quanto hanno influito le sue condizioni fisiche; come ha detto Marc, loro sono molto veloci nelle prove, nel giro secco, ma la Yamaha quest’anno va molto bene in gara, che è poi quello che conta: abbiamo vinto 3 GP su 4. Questo è molto importante».


200 podi: dove tieni tutte le coppe?

«Quando sono tornato in Yamaha, non sapevo esattamente se potevo tornare a vincere, se fossi stato ancora competitivo, o quanto sarei andato avanti a correre. Mi ero posto come obiettivo di arrivare a 200 podi: ci sono arrivato in anticipo, adesso spero di farne altri. Le coppe le ho un po’ sparse tra casa mia, di mia mamma, di mio papà… Non sono tutte insieme, ma conta poco».

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