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VALENCIA – Il podio non è un’utopia, né sull’asciutto né sul bagnato: Valentino Rossi sogna così di onorare al meglio la memoria di Marco Simoncelli.
“In effetti – è la sua analisi – Stoner e Pedrosa vanno decisamente più forte, ma gli altri non sono così lontani, in qualsiasi condizione: si può quindi pensare al terzo posto. E’ chiaro che sarebbe bellissimo e importante per poterlo dedicare a Sic”.
Se Vale riuscisse nell’impresa, porterebbe sul podio un pezzo del casco di Marco.
“Assieme ad Aldo Drudi abbiamo deciso per questo ricordo importante: a mio modo di vedere, non era giusto utilizzare proprio la grafica di Simoncelli, perché quella era solo sua, ma abbiamo optato per fondere la parte più significativa della sua grafica con la mia: il risultato mi sembra efficace e interessante”.
Poi l’analisi delle prove.
“E’ andata abbastanza bene, anche se in qualifica c’erano condizioni difficili, non si capiva bene il grip e quanto si potesse realmente spingere. Alla fine ho fatto qualche buon giro, sono riuscito a spingere e a conquistare la seconda fila. Stoner a parte, anche il distacco non è male. Nel T2 e nel T3, le parti più guidate della pista, sono veloce, mentre soffro molto nel T1 e nel T4, perché fatico a frenare la moto e in accelerazione si impenna molto. Per la verità, il T1 mi è sempre stato ostico, con qualsiasi moto, uno dei tratti più difficili di tutta la mia carriera”.
Puoi fare un paragona con la Ducati che provasti qui un anno fa?
“Sono andato più forte, nonostante le condizioni fossero peggiori: rispetto a novembre 2010, riesco ad aprire prima il gas, ma ho perso feeling con l’anteriore. In altre parole, ho guadagnato in accelerazione, ma perso in entrata di curva”.
Come giustifichi il secondo di vantaggio di Stoner?
“Lui è sempre molto bravo in condizioni difficili, com’erano quelle di oggi, e vedendo le immagini in tv, è bravo a far scivolare la ruota posteriore nella lunga a sinistra”.
Un ricordo di Simoncelli e Valentino ridice quanto aveva già detto a Le Mans.
“In Francia, dove era scoppiato tutto il casino, con Lorenzo e Stoner che accusavano Marco di essere troppo aggressivo in pista, il sabato sera ci eravamo ritrovati prima di andare a dormire. Lui mi diceva che era piuttosto scocciato per la situazione e io ero d’accordo con lui. Però gli avevo anche detto: “Mi raccomando, almeno domani stai attento, evita qualsiasi manovra azzardata”. Lui mi aveva dato completamente ragione, sembrava convinto. Poi, però, in gara, ha combinato il pasticcio con Pedrosa”.