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JEREZ – Dopo le prove, chiuse al 13esimo posto a 3”429 dalla pole e a 2”4 dal compagno di squadra, il nono posto finale a 34”852 dalla vetta e a “soli” sei secondi da Nicky Hayden rappresenta un passo in avanti. Piccolissimo, però, ed è ovvio che non si può essere soddisfatti di questo GP. Non lo è nemmeno – ovviamente – Valentino Rossi, che spera però che il nuovo assetto “Ducati style”, come lo ha definito, e già utilizzato da Nicky Hayden rappresenti una base per un futuro migliore. Non tanto migliore, ma un po’ sì.
“Sicuramente è stata una gara meno deludente del Qatar, anche grazie a un differente assetto usato in gara e che continueremo a utilizzare nel proseguo della stagione. Con la Desmosedici bisogna usare un setting diverso rispetto a quello che piace a me e abituarsi a guidare in maniera differente. Sono partito prudente, perché non sapevo bene come potesse comportarsi la GP12 con l’assetto differente e, considerando anche la mia posizione di partenza, all’inizio ho perso molto tempo. Ma nel finale ho girato con buoni tempi e questo è sicuramente incoraggiante: questo assetto avrei dovuto provarlo venerdì nelle libere, ma, purtroppo, la pioggia ha cambiato i nostri piani. Sicuramente bisogna fare meglio in prova: Hayden in qualifica è stato non più coraggioso, ma
Questa gara ci servirà per migliorare nelle prossime, già dal Portogallo: fino adesso ho cercato di mettere a punto la Ducati per avere sensazioni simili a quelle che provavo in passato, ma con questa moto non funziona e non si riesce a essere competitivi
più bravo a sfruttare la moto, anche se poi in gara ha finito ottavo. Questa gara ci servirà per migliorare nelle prossime, già dal Portogallo: fino adesso ho cercato di mettere a punto la Ducati per avere sensazioni simili a quelle che provavo in passato, ma con questa moto non funziona e non si riesce a essere competitivi. Così oggi ho usato un assetto più “Ducati style”, che Hayden utilizza già da un po’ di tempo con qualche piccola differenza. Lui ha chiuso solo sei secondi davanti a me, ma è stato più bravo e redditizio perché all’inizio ha lottato con il gruppetto, mentre io ero più lontano, anche se alla fine giravo un po’ più forte di lui. Questo assetto mi permette di frenare e entrare in curva abbastanza forte: ho fatto 1’41”062 al penultimo giro e nel finale sono riuscito a fregare Barbera in una lotta all’ultimo sangue (ride, NDA)”.
A proposito, non ti ha dato la mano dopo tagliato il traguardo…
“Subito no, poi però gliel’ho ridata e me l’ha stretta…”.
Usiamo un paragone calcistico: con le altre moto, vincevi dando spettacolo, un po’ come il Barcellona di Pep Guardiola; con la Ducati dovresti forse pensare meno al bel gioco e più al risultato, una specie di catenaccio alla Mourinho…
“Con la Desmosedici, quando lotti insieme agli altri fai più fatica, non puoi scegliere di cambiare traiettoria per fare un sorpasso o entrare più piano per uscire più forte: Siamo un po’ sui binari e questo ti limita: più che altro, bisogna mettere lo stesso impegno di quando si vinceva, ma per fare sesto o settimo. Se va bene… E questo è un po’ difficile”.
E ce l’hai questa voglia?
“Sì, ce l’ho. A me da fastidio quando succede come ieri in prova, che proprio non riesco a guidare la moto, ma oggi mi sono anche divertito. Chiaramente, bisogna essere più veloci in qualifica”.
Dopo il Qatar, molti ex piloti, tra i quali Giacomo Agostini, hanno detto che potrebbe essere iniziata la parabola discendente della tua carriera: cosa ne pensi?
“Sinceramente, io credo di essere ancora veloce e competitivo. Dopo il Qatar ero molto deluso perché, in qualche modo, ci speravo di poter fare una buona gara, invece abbiamo capito che dobbiamo lottare al 100% per posizioni che non sono sicuramente le prime tre. Bisogna migliorare la moto: penso di essere stato molto chiaro su quello che c’è da fare e speriamo insieme di riuscisci”.
Lorenzo ha dichiarato pubblicamente che non avrebbe nessun problema a un tuo eventuale ritorno in Yamaha e che insieme fareste una grande squadra.
“E io dico grazie a Lorenzo perché ha detto tante volte che con me si è trovato bene e che ha imparato tante cose standomi a fianco. Tra i miei avversari è stato l’unico che mi ha sempre portato rispetto anche in questo momento di difficoltà. Ma è presto per parlare del futuro: prima dobbiamo cercare di fare diventare la Ducati più competitiva”.
Cosa ne pensi di Romano Fenati?
“Una sola parola: impressionante! Sembra un pilota che corre da dieci anni: dare due secondi al giro agli altri quando sei davanti di 15”, significa che hai un bel margine. E’ andato veramente forte, gli faccio grandissimi complimenti: da tanto tempo non si vedeva un pilota arrivare al mondiale e fare così tanta differenza alle prime gare. Uguale a me? Come simpatia un po’ mi ricorda, ma lui è andato più forte di me da subito. Un grande in bocca al lupo”.