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SEPANG – Come sempre accade alla vigilia, Valentino Rossi ci crede, anche se è il primo a sapere che già salire sul podio sarà difficilissimo.
“Il mio obiettivo è cercare di stare con loro, di arrivargli vicino. Sono contento di come sta andando quest’anno, sono anche riuscito a vincere, ma per essere soddisfatto al 100% devo cercare di stare con loro, che stanno andando molto forte. L’aspetto che guardo di più è il distacco dal primo: nelle ultime due gare abbiamo fatto dei grandi passi avanti e ad Aragon, se avessi scelto l’anteriore morbida, come hanno fatto Lorenzo e Marquez, potevo arrivargli più vicino. Non li avrei battuti, ma potevo stare a 2-3 secondi: l’obiettivo per questo GP è quello. Questa è una pista magica, le cose positive e belle che sono successe qui non si contano: tante vittorie, tanti mondiali. Qui è anche dove per la prima volta ho provato la Yamaha nel 2004, qui è dove ho riprovato la Yamaha nel 2013: insomma, è una gran pista, dove ormai, purtroppo, tutti vanno forte e quindi si fa fatica a fare la differenza. Bisogna subito partire bene, cercare di stare lì e poi vedere cosa succede con il meteo, perché questa scelta di correre alle 16 non mi sembra una grande idea: sembra proprio di voler aspettare che piova (oggi, puntualmente, alle 16 è iniziato a piovere, NDA). Va bene le esigenze televisive, va bene lo spettacolo, ma secondo me non è giusto: se le possibilità di pioggia a quell’ora salgono dell’80%, perché aspettare?”.
Viene detto ogni anno: perché non vi ascoltano?
“Perché su questo non siamo abbastanza importanti, su queste cose non abbiamo voce in capitolo. E poi loro ti dicono: comunque l’anno scorso, pioveva anche alle 14…”.
Nel 2010 avevi ottenuto una vittoria per certi versi “miracolosa”, piena di significati: si può ripetere questo “miracolo”?
“Bisogna provarci: secondo me, nel 2010, ero meno in forma di adesso: quindi, perché no, anche se allora c’erano delle condizioni particolari. Loro, però, stanno anche lottando per il campionato, rimangono solo 4 gare: magari iniziano a pensarci… Ma al di là di quei tre là, io mi devo concentrare su di me, sulla mia moto, la mia squadra e cercare di essere competitivo e veloce”.
Ma questa evidente tensione che c’è fra di loro, secondo te cambia qualcosa in pista? Tu l’hai vissuta in passato…
“Ogni pilota reagisce diversamente, ma anche lo stesso pilota può reagire diversamente a seconda dell’occasione: magari uno come Marquez va solo più forte, oppure la sente. Fa parte del gioco e io devo cercare di sfruttare questa occasione”.