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MISANO ADRIATICO – Alla fine c’è sempre qualcosa che non va: a volte Valentino Rossi è lento nei primi giri e veloce alla fine, altre, come a Misano, è competitivo all’inizio e in difficoltà nella seconda parte della gara. Come sanno anche i bambini delle elementari, cambiando l’ordine dei fattori, il risultato non cambia: quarto posto era quando Vale faticava al via, quarto posto è quando Vale fatica alla fine.
“Peccato – analizza piuttosto giù di morale – c’era la speranza di arrivare sul podio, un risultato sempre importante, in particolare qui a Misano, dove ci sono tantissimi miei tifosi. Nel complesso, è stato un fine settimana discreto, nel quale ho sempre combattuto con quei tre là anche in qualifica. Partendo dalla prima fila mi aspettavo di salire sul podio, anche se sapevo perfettamente che sarebbe stato difficile, perché i primi tre vanno veramente forte, anche se Pedrosa aveva avuto qualche difficoltà in prova. Ho provato a stare con Dani: all’inizio ho perso leggermente con Espargaro (che ha anticipato la partenza, poi punito con un “ride trough”, NDA), ma sono riuscito a passarlo subito, girando veloce nei primi dieci giri. Dopo, però, Pedrosa ne aveva di più e anche Marquez, dopo l’errore commesso, aveva comunque un ritmo migliore del mio. Ho tentato di tenere il loro passo, ma dopo che ho fatto un errore alla curva 7 ho perso contatto e non sono più riuscito a recuperare. Ho lottato, ma non è stato abbastanza”.
Quarto per la quarta volta consecutiva: cosa manca per stare con quei tre là?
“Questo fine settimana è stato più positivo perché, complessivamente, sono andato più forte. Qui abbiamo utilizzato un assetto differente, che ci ha fatto essere veloci nella prima parte della gara, adesso dobbiamo lavorare sulla seconda: i tre davanti sono più costanti. Il mio giro veloce è stato un decimo più lento di quello di Marquez (per la precisione: 0”137. 1’33”935 per Marc, 1’34”072 per Valentino, NDA) e praticamente identico a quello di Lorenzo (0”052 di differenza, NDA), ma alla fine sono arrivato tanto dietro. C’è da lavorare”.
Come giudichi il soprasso di Marquez? Vi siete toccati?
“No, non ci siamo toccati. Sapevo che mi avrebbe passato lì, perché ero uscito un po’ largo dalla curva precedente: così ho provato a chiudere la traiettoria, ma lui è entrato lo stesso. E’ un sorpasso duro, ma va bene. Soprattutto per lui…”.
Oggi, come hai detto, sei stato veloce all’inizio e lento alla fine, nei GP precedenti era il contrario: perché non riesci a essere costante per tutta la gara?
“Alla fine credo che sia meglio come oggi: fare metà gara con loro, soprattutto considerando quanto stanno andando forte è positivo. Io, nella mia carriera, sono sempre stato più efficace alla fine, ma oggi non ci sono riuscito. Nel warm up avevamo fatto una modifica che non mi era piaciuta, ma anche in prova dovevo recuperare qualche decimo rispetto a quei tre là”.
Tuo papà Graziano, alla trasmissione Fuori Giri di Italia1, ha detto che quest’anno è come se tu fossi sempre una wild card, che il 2013 ti serve per preparare il 2014: condividi?
“Fa strano dire una cosa del genere, perché corro da tanti anni, ma dopo due stagioni nelle quali arrivavo settimo o ottavo e che prendevo 30 secondi a GP cambia tutto. Quindi sì, sono d’accordo con Graziano: ancora non guido la moto come dovrei”.
Qual è il tuo giudizio sulla gara di Lorenzo?
“Nel warm up è riuscito a trovare un assetto migliore e oggi è stato fantastico, addirittura incredibile al via: sinceramente non so come faccia a essere così veloce nelle prime cinque curve e nei primi due giri. Sta guidando benissimo: ha 34 punti da recuperare, ma il campionato non è ancora finito”.
E’ il livello più alto di sempre della MotoGP?
“E’ sempre difficile fare paragoni tra adesso, 10 o 50 anni fa: in ogni campionato ci sono sempre stati piloti forti. Sicuramente adesso ce ne sono tre che vanno fortissimo e il livello è molto alto”.