MotoGP 2016. Rossi: “Sulla carta, Ducati imbattibile”

MotoGP 2016. Rossi: “Sulla carta, Ducati imbattibile”
Valentino non ha dubbi: “Sarà difficilissimo battere i due Andrea”. Sul campionato: “Recuperare 59 punti è quasi impossibile, bisogna pensare gara per gara e cercare di raccogliere di più rispetto alla prima parte della stagione”. Sul circuito: “E’ anomalo: si sta molto tempo a pieno gas”
11 agosto 2016

Zeltweg – Pronto a dare battaglia, ma anche consapevole che recuperare 59 punti a Marc Marquez è quasi impossibile: in sintesi, è questo lo stato d’animo di Valentino Rossi, che torna sulla pista dove vent’anni fa conquistò il suo primo podio iridato.

«Da domani inizia un momento importante della stagione - esordisce Rossi -, con quattro gare in cinque settimane e cinque GP in sette. Per me è meglio così: nella prima parte dell’anno c’è stata troppa pausa dopo il GP della Catalunya, è stato difficile prendere il ritmo. Arrivano anche dei circuiti belli, dove la M1 può essere competitiva, mentre qui soffriamo di più, perché si sta a lungo con il gas completamente spalancato. La pista è la stessa di vent’anni fa, quando correvo con la 125, con un asfalto nuovo che ha un buon grip ed è senza buche. E’ un circuito particolare, molto differente dagli altri, proprio perché si sta parecchio tempo a tutto gas. Gli ultimi due GP in Olanda e Germania sono stati determinanti: 59 punti sono tantissimi da recuperare. Inutile fare calcoli sul campionato: l’obiettivo è essere sempre competitivo e provare a salire sul podio».

Com’è la situazione a livello sicurezza?
«Quando ho girato nei test ho trovato una situazione migliore delle aspettative e si poteva forse correre così com’era; in ogni caso, la modifica alla curva 10 non cambia granché. Il punto veramente critico è l’uscita della curva 8: si va fortissimo e il muro è veramente vicino».


 

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Che effetto fa essere ancora qui dopo vent’anni?
«Da una parte è una grande soddisfazione, significa che ho fatto una lunga carriera e quasi sempre ad alto livello: ho fatto un buon lavoro. Ma, alla fine, gli aspetti negativi sono superiori a quelli positivi: mi piacerebbe avere 10 anni di meno. Il primo podio fu una grande emozione, anche perché venivo da un po’ di gare dove c'ero andato vicino e rappresentò il trampolino di lancio per la vittoria di Brno. Ricordo anche, però, l’arrivo in volata del 1997 con Ueda: persi per soli 4 millesimi. Adesso, naturalmente, è tutto differente: l’accelerazione e la velocità massima, fondamentali qui, non sono esattamente i punti di forza della Yamaha, ma non per questo ci dobbiamo dare per vinti».

Quali saranno le variabili da verificare?
«Due: il comportamento delle gomme portate dalla Michelin, differenti rispetto a quelle dei test, perché tutti avevamo problemi di durata sul posteriore. Inoltre, verificare come andranno la Honda e, soprattutto, Marquez: sulla carta, dovrebbero essere più o meno al nostro livello, bisogna capire se un po’ meglio o un po’ peggio… Lo svantaggio da Marquez è quasi impossibile da recuperare, ma non bisogna arrendersi finché c’è speranza».

La competitività della Ducati può essere favorevole per recuperare punti?
«Queste teorie sono sempre difficili da mettere in pratica: certo, se arrivi davanti alle Ducati e loro battono le Honda è favorevole, ma può succedere esattamente il contrario».

In questo mese di vacanza hai ripensato alla prima parte di stagione con rammarico?
«Certamente, ho pensato alle occasioni perse: ho buttato via un sacco di punti per sfortuna ed errori. Ma adesso è inutile guardare al passato».

Cosa pensi delle critiche alla Pellegrini dopo il quarto posto olimpico?
«Non è giusto, ma, purtroppo, è così: non bisognerebbe dimenticarsi di quello che uno ha fatto fino a lì, ma lo sport è così. Purtroppo, con i “social” tutti sono pronti a criticare, c’è sempre un coglione che dice la sua: io sto con la Pellegrini».

Giusto così.

 

 

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