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LOSAIL – Più teso del solito: è questa la prima impressione parlando con Valentino Rossi alla vigilia del GP del Qatar, il primo della sua 22esima stagione iridata. I test invernali sono andati male, chiusi con una dichiarazione («ci vuole un miracolo») che non lascia presagire nulla di buono. Inevitabilmente, non è cambiato nulla rispetto a 10 giorni fa, anche se Rossi, ovviamente, non si arrende di certo ancora prima di scendere in pista.
«E’ l’ennesimo inizio di stagione, ma è sempre bello ed emozionante: si comincia ad essere veramente concentrati, si pensa alle gare. E’ tutto diverso rispetto ai test, e c’è sempre una grande curiosità di capire come andrà. Arriviamo da test difficili: quest’inverno è andata abbastanza male, sono sempre stato un po’ in difficoltà, iniziamo la stagione con tanti punti interrogativi. Sono un po’ preoccupato, ma ci sono delle cose da fare: vedremo domani quali saranno le sensazioni sulla M1, se sarò abbastanza competitivo: quest’anno ci sono tanti piloti velocissimi che partono per vincere il mondiale o, quanto meno, qualche gara. Sarà dura, ma ci proviamo».
A oggi, quale può essere considerato l’avversario più pericoloso?
«Viñales e Márquez sono quelli più tosti, quelli che durante l’inverno sono andati più forte. Però sono state veloci anche le Ducati, entrambe, sia con Dovizioso che con Lorenzo; è andato molto, molto forte anche Pedrosa, che ha fatto dei buoni tempi più o meno da tutte le parti; insomma, ne ho già detti parecchi…».
Perché durante l’inverno tu hai faticato molto di più del tuo nuovo compagno di squadra?
«Se lo sapessi… La M1 2017 ha bisogno di un assetto e di una guida un po’ diversa: sembra che sia Viñales come guida sia la sua squadra come setting siano riusciti a interpretarla meglio. E’ andato veramente molto forte. Siamo anche in una condizione un po’ diversa: lui arriva dalla Suzuki, ha tanta voglia di dimostrare che può vincere, è molto giovane, è molto forte».
In questi anni, la squadra di Viñales è sempre stata più rapida nella messa a punto della moto, anche quando c’era Lorenzo…
«Sicuramente loro sono molto forti, e Forcada (il capo tecnico di Viñales, NDA) ha una grandissima esperienza, però lo è anche il mio team. Forse Viñales è riuscito ad adattarsi subito bene alla moto, magari ha anche un approccio diverso. Ma a parte Maverick, che soprattutto nell’ultimo test ha fatto la differenza, bisognerebbe cercare di sistemare bene la moto per lottare per il secondo gruppo (è la prima volta che, alla vigilia, sento dire a Rossi di “lottare per il secondo gruppo” e non per la vittoria… NDA)».
Guardando la telemetria, dove Viñales è più veloce di te?
«Diciamo che frena dopo e accelera prima» svicola Valentino.
Hai avuto tanti compagni forti: Viñales a che livello è?
«Quando ho saputo che Lorenzo sarebbe andato via e che arrivava Maverick, ho pensato che era uno forte, giovane, più giovane non solo di me, ma anche di Lorenzo stesso; ma, sinceramente non pensavo sarebbe stato così veloce dall’inizio, anche considerando che Lorenzo è uno che va “fortissimissimo”. Ma sembra che Viñales vada ancora di più: questa è stata un po’ una sorpresa».