Per inviarci segnalazioni, foto e video puoi contattarci su [email protected]
AUSTIN – Doveva essere la “Safety Commission” del “secolo”, ma sembra che non sia andata esattamente così. «Abbiamo parlato di tutto, è tutto a posto» ha ironizzato Valentino Rossi uscendo dal luogo prescelto per la riunione. «Ci saranno pene più severe» ha aggiunto solamente Alex Rins, mentre tutti gli altri piloti scappavano da taccuini e telecamere con lo scooter. Nessuna parola nemmeno da Marc Marquez. L’unico che commenta è Danilo Petrucci: «Abbiamo iniziato subito a litigare tra di noi e così è intervenuto Carmelo Ezpeleta, dicendo che non voleva più sentire parlare del passato e di quanto accaduto in Argentina. E’ stato categorico su questo. Ci ha detto che da qui in avanti le decisioni saranno più severe, ogni caso verrà analizzato con maggiore attenzione. Abbiamo chiesto di introdurre nella commissione un ex pilota, ma Ezpeleta non è convinto: ha detto che dopo quanto accaduto in Argentina ha letto l’opinione di 10 piloti, tutte diverse tra di loro… E’ stato tutto un po’ generico, non c’è stato un vero e proprio confronto, nemmeno tra Marquez e Rossi. Ci è anche stato detto che adesso ciascun pilota potrà esprimere la sua opinione mandando una email per ogni caso che ritiene meriti attenzione, non soltanto se è stata provocata la caduta di un altro pilota. Saranno prese decisioni più dure anche se un pilota viene danneggiato, non soltanto se si causa la sua caduta».
Non emerge altro, non si sa molto di più. Si può solo aggiungere che alla riunione erano presenti, pare, anche Capirossi e Uncini, ma non Mike Webb (non può per regolamento) e nessuno della FIM, come sempre assente assoluta e lasciata fuori dalle decisioni importanti. C’era però Carlos Ezpeleta (figlio di Carmelo, naturalmente) il cui ruolo non è così chiaro ma sembra assumere sempre più potere e molti lo reputano come il vero responsabile di gran parte dei disastri successi in Argentina. La volontà è quella di essere più severi – si parla di bandiera nera immediata per chi provoca la caduta di un avversario - ma lascia perplessi la richiesta ai piloti di inviare una email in caso di un episodio dubbio: l’impressione è sempre quella di non voler scontentare nessuno, di non essere in grado di prendere una decisione, magari dura, nei confronti di qualcuno e di farla rispettare. Bisogna approfondire meglio questo aspetto, ma in nessun altro sport l’atleta dialoga in modo così diretto - e amichevole, purtroppo, viene da aggiungere – con chi gestisce il campionato o deve far attuare i regolamenti. Aspettiamo però prima di emettere un giudizio definitivo, bisogna capire meglio questa richiesta, ma le aspettative erano altre. A detta di Petrucci, non c’è stato confronto tra Marquez e Rossi, ma secondo alcune indiscrezioni c’è stato eccome, anche piuttosto duro. Cosa succederà adesso? Difficile da dire. Sicuramente, perlomeno nell’immediato, saranno prese decisioni più severe, ma gli animi rimangono agitati. C’è da sperare che il buon senso dei piloti abbia il sopravvento, ma la sensazione di disagio rimane, eccome. Che si faccia in modo di non rovinare uno sport magnifico. Un’ultima annotazione: alla riunione non c’era Jorge Lorenzo, uno di quelli più determinati a chiedere interventi più severi. Anche questo è difficile da capire.