Schwantz in lotta con Dorna:"La MotoGP è in Texas per merito mio"

Schwantz in lotta con Dorna:"La MotoGP è in Texas per merito mio"
Schwantz in un articolo spiega che se la MotoGP è venuta a correre in Texas è soprattutto grazie a lui. Lui che ora non può neppure entrare nel circuito | G. Zamagni, Austin
20 aprile 2013

Punti chiave


AUSTIN – E’ un mito in tutto il mondo, una vera e propria icona del motociclismo. Ma, come dice il proverbio, nessuno è profeta in patria, e, incredibilmente, non lo è nemmeno Kevin Schwantz, che in seguito a una diatriba con Dorna e COTA, la società che gestisce il circuito di Austin, non può nemmeno entrare nel paddock. Una situazione davvero sconcertante: ecco cosa ha scritto Schwantz sulle pagine di AS, quotidiano sportivo spagnolo: grazie al collega Mela Chercoles, che ha autorizzato Moto.it a riprenderlo.


TITOLO: LA RAGIONE PRINCIPALE PER CUI LA MOTOGP E’ IN TEXAS SONO IO

“Forse potrò sembrare arrogante, ma se la MotoGP è venuta a correre in Texas è soprattutto grazie a me. Ho iniziato a organizzare questo GP cinque anni fa e all’inizio del 2011 ho firmato un contratto con la Dorna per promuovere l’evento. Ho continuato a collaborare con il “Circuito d’America” (COTA) per trovare i soldi per il tracciato e nel 2011 ho lavorato a stretto contatto con le autorità dello stato del Texas per rafforzare l’appoggio della MotoGP a questo progetto.

Nel febbraio del 2011, il CEO della Dorna, Carmelo Ezpeleta, confermò, nero su bianco, che la mia società sarebbe stata titolare dei diritti, in esclusiva, della MotoGP in Texas fino al 2022. Dietro mio invito, il signor Ezpeleta e il suo socio Javier Alonso, visitarono Austin e poi si incontrarono con le persone coinvolte nel progetto. Inoltre, organizzai il viaggio ad Austin di Claude Denis, responsabile della sicurezza per la Federazione Internazionale di Motociclismo (FIM), che ispezionò il circuito mentre era in fase di costruzione.
Nonostante il mio duro lavoro, COTA iniziò una relazione parallela con Dorna, accantonandomi dall’evento.

Tristemente, i miei vecchi amici della Dorna mi voltarono le spalle e iniziarono la trattativa direttamente con COTA. A settembre 2012, sono stato costretto a intraprendere un’azione legale contro COTA per proteggere i miei diritti.

Da quel momento, COTA ha cominciato una campagna diffamatoria nei miei confronti e sul mio lavoro per portare la MotoGP in Texas. Addirittura, COTA mi ha fatto allontanare dal circuito durante il test Honda al quale ero stato invitato.

Sono sempre il primo appassionato di MotoGP e mi piacerebbe vedere questo sport in Texas, a casa mia, ma ho deciso di non assistere al debutto del motomondiale ad Austin. In questo momento, voglio solo giustizia”.

FIRMATO: KEVIN SCHWANTZ


Interrogato sull’episodio, il CEO di COTA ha preferito fare scena muta, piuttosto che dare una spiegazione: «Non posso parlare di Schwantz» ha sviato.
Peccato davvero che uno come Kevin, che al motociclismo ha fatto solo del bene – molto più, a mio modesto parere, di quello che ha fatto la Dorna – venga trattato in questo modo. Ma, si sa, quando ci sono di mezzo i soldi non si guarda in faccia a nessuno.

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