Se vi piacciono gli aneddoti dei piloti qui ce ne sono di belli di: Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi

Se vi piacciono gli aneddoti dei piloti qui ce ne sono di belli di: Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi
Al Teatro Lirico di Milano (esaurito) una serata show organizzata da Prometeon. I tre piloti sul palco hanno raccontato storie bellissime come quando Capirossi passò all'esterno Cadalora e: "Lo guardo mentre lo sorpasso, godevo, e lui rideva!"
17 marzo 2023

"Cadalora... una volta l'ho sorpassato all'esterno, godevo, mi giro e lo guardo... lui rideva!". Questo è solo uno degli straordinari aneddoti che sono stati raccontati  al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano dove l'attore Luca Ward e il direttore generale di Prometeon Roberto Righi hanno presentato una serata dedicata al motociclismo con tre ospiti straordinari: Giacomo Agostini, Marco Lucchinelli e Loris Capirossi.

Una bellissima serata con il teatro tutto esaurito, gente appassionata che è rimasta fino alla fine per poter avere un autografo o un selfie con i tre campioni del mondo. In una parola: Passione.

Il format messo in piedi da Prometeon (azienda che produce e commercializza pneumatici) funziona molto bene: questa era la terza serata a tema sport, nella prima, a tema calcio, erano ospiti tre campioni mondiali italiani del 1982. Nella seconda erano ospiti i campioni della pallavolo anni '90.

Ago, Marco, Loris come avete iniziato?

"Mio padre non voleva che corressi - ha detto Agostini - a 18 anni mi ha regalato una bellissima... macchina, una Giulietta! Perché dimenticassi la moto..."

"La prima gara l'ho fatta con un meccanico che non era un meccanico, era il mio panaio. Però su 40 sono arrivato secondo, c'erano anche moto ufficiali, io ero con la mia privata. Allora ho pensato che mio padre non aveva tutte le ragioni... lì ho conosciuto i meccanici Morini che mi hanno sistemato poi la moto e ho iniziato a vincere".

"Dopo un po' mi ha chiamato Morini che mi ha chiesto se volevo correre con loro e da lì ho vinto subito due titoli italiani e da lì è iniziata la mia carriera".

"Io ho iniziato a correre perché avevo paura di lavorare" ha scherzato Lucchinelli che è quello che ha strappato più risate al pubblico.

"Io ho iniziato a quattro anni con una moto piccola costruita da mio babbo, allora non c'erano le minimoto. Da 4 anni a 14 solo motocross, poi ho iniziato con la pista". E a 17 anni era campione del mondo, tutt'ora il più giovane campione del mondo: "E ora ho cambiato la regola - ha scherzato Loris - abbiamo messo 18 anni soglia minima, così il record rimane a me!".

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La passione e i tempi che cambiano

"Per me è sempre stato un gioco, mi sono sempre divertito, appena salgo in moto mi diverto" ha detto Capirossi. 

"Nessuno della mia famiglia veniva a vedermi, dicevano che mi sarei fatto male, ma quando sono diventato campione del mondo c'erano tutti... a prendersi i meriti!" ha scherzato Lucchinelli. 

Sui tempi che cambiano: "La mia tuta pesava un chilo, quelle di adesso 8-9, e hanno l'airbag. Io ho iniziato a usare il casco integrale in Belgio a Spa, ma mi dava fastidio perché era troppo pesante e dopo qualche giro l'ho tolto. Poi sono ritornato sui miei passi, per la sicurezza" ha ricordato Agostini. 

"La prima volta che ho provato il freno a disco ero a Modena, e per i primi 50 metri non frenava, pensa te - ha aggiunto Ago - adesso invece frenano in modo incredibile. E adesso ci sono le vie di fuga, prima cadevi contro un muro".

Sul talento: "Se metti Ago con 40 anni in meno su una MotoGP, vince! Lo stesso farebbe Marco, perché sono campioni - ha detto Loris -. Lo stesso Marquez se lo metti su una 500 due tempi, in due gare vince. Hanno talento!".

Sulla MotoGP attuale: "Io mi tengo in forma e ogni tanto provo la MotoGP e tiro, ma dopo quattro giri devo fermarmi perché ci vuole tanto allenamento, sono impressionanti".

Capirossi ha raccontato anche del ritorno in 250 dopo essere stato in 500: "Aprilia mi fece una buona offerta e tornai indietro, volevo vincere il mondiale 250, l'ho vinto e poi sono tornato in 500. Dopo qualche anno è arrivata la Ducati, primo anno fighissimo, il periodo con Ducati è stato molto importante. Ma ogni vittoria ha un suo perché".

Gli inverni lunghi di prima e i rivali

Agostini: "In inverno noi avevamo tre mesi liberi e io lavoravo, mica come Lucchinelli! Mi proponevano feste, caroselli, fotoromanzi. In uno dei primi fotoromanzi dovevo dire a una ragazza che la amavo ma era alta 1,85 e allora mi hanno messo sotto i piedi una cassetta di frutta per essere alla stessa altezza!".

Lucchinelli e l'apparizione a Sanremo: "Appena sono tornato in albergo ho telefonato al mio meccanico, a quel tempo non c'erano i cellulari, per chiedergli come ero andato: 'non ti ho guardato, mi sono vergognato per te, mi ero nascosto dietro al divano' mi ha detto!".

Risate generali. 

Agostini, avevi amici tra i rivali? "È difficile essere amici tra piloti (notare che parla al presente, ndr), rispetto sì, sempre".

Lucchinelli sui rivali: "Barry Sheene, Kenny Roberts, loro sì. Poi i nuovi, Spencer, Mamola erano veloci ma non mi davano adrenalina". 

Capirossi sui rivali: "Ne ho avuti tanti, nei primi anni in 250 Romboni, Biaggi. Doriano era un gran talento, abbiamo iniziato insieme anche con il Gram. Poi in 250 è arrivato Valentino Rossi, che ha fatto la storia di questo sport. Anche Cadalora... una volta l'ho sorpassato all'esterno, godevo, mi giro lo guardo... lui rideva!".

"Me lo ricordo!" ha detto Cadalora che era seduto in prima fila. Risate e applausi.

Smettere...

Sulla fine della carriera, Agostini: "È difficilissimo, non nego che ho pianto 2-3 giorni. Poi smetti ma sei ancora giovane, hai 35 anni, io ho smesso a 37... smetti e sai che non proverai più quelle emozioni, neanche se diventi Presidente della Repubblica".

"Io ho smesso quando Castiglioni mi ha detto hai due figli, ti do gli stessi soldi di adesso per fare il team manager. Ho vinto il mondiale da team manager nel 1990" ha raccontato Lucchinelli. 

Capirossi: "A 38 anni quando ero in quinta in piega con la Ducati ho pensato che forse era arrivato il momento di smettere. Questo pensiero mi ha fatto capire che era ora".

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