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SILVERSTONE – Secondo in gara, secondo in campionato eppure Andrea Dovizioso non è troppo soddisfatto: un dato che la dice lunga sul momento che sta vivendo il pilota della HRC.
Andrea, se l’anno scorso ti avessero detto che ti saresti lamentato per un secondo posto, ci avresti creduto?
«No, ma dipende dalla situazione. E’ normale che nessuno, nemmeno noi, si aspettava i risultati che abbiamo fatto fino adesso. Ma anche dopo la prima gara non pensavamo di riuscire a fare tutto questo: anche se sei convinto del tuo lavoro, ci vuole la conferma dei fatti. I risultati stanno arrivando ed è la dimostrazione che la direzione scelta quest’inverno è molto buona, anche se ancora non sufficiente per essere così veloci da giocarci le gare. Abbiamo migliorato GP dopo GP; a parte un sesto posto a Jerez, abbiamo sempre conquistato il podio e il risultato di Silverstone vale quasi quanto una vittoria, perché sono stato io a fare il passo. Una situazione che ti dà motivazione e ti fa capire quanto siamo forti in questo momento: questo è il nostro reale potenziale. Però Lorenzo ha fatto un altro passo e dobbiamo lavorare».
Con Lorenzo hai lottato tanti anni in 250, adesso la classifica dice che sei il suo principale rivale in MotoGP: sta diventando un po’ il tuo incubo?
«Lui ha fatto tanti buonissimi risultati da quando siamo passati in MotoGP. Il primo anno ha avuto un po’ di alti e bassi a causa delle cadute, ma è migliorato tantissimo: è un pilota che mi piacerebbe tanto battere!»
C’è la possibilità di riuscirci già quest’anno?
«Non siamo veloci come loro, ma si è visto anche cosa è successo a Valentino. Nel senso: non che gli auguri una caduta, ma nelle corse può accadere di tutto. Dobbiamo fare un ulteriore passo in avanti, ma non siamo poi così lontani per puntare alla vittoria e al primo posto in campionato».
Hai detto: “miglioriamo gara dopo gara”; ma con il pacchetto che hai a disposizione, c’è ancora margine per progredire?
«Una cosa bella di questo sport è che c’è sempre margine di miglioramento. Non hai quattro ruote sull’asfalto e solo con due puoi fare tanta differenza; inoltre, l’evoluzione della moto è continua, non c’è un limite».
In questo momento sei il punto di riferimento della HRC e dei piloti italiani: che effetto fa?
«E’ un'altra cosa che non avrei mai pensato all’inizio dell’anno o alla fine del 2009. Questo mi fa capire che può capitare di tutto e bisogna sempre crederci. In certi momenti, quando le cose non vanno bene, ti cade il mondo addosso e vedi tutto negativo, ma se sei convinto e lavori bene come abbiamo fatto noi, ti puoi trovare in questa situazione. E’ una bella responsabilità, ma mi piace…».
Tu come pilota dove devi migliorare?
«Dobbiamo essere più veloci. Poi ci sono tante cose che puoi migliorare, anche chi vince lo può fare. Noi non siamo così rapidi: è questo il nostro principale limite».
Con tutte le voci di mercato che ci sono, questo risultato serviva per fare la voce grossa?
«Era il momento di fare la voce grossa in generale, non solo pensando a Pedrosa, ma non ce l’abbiamo fatta fino in fondo: abbiamo dimostrato che siamo molto forti, ma Lorenzo lo è stato di più. Diciamo che abbiamo alzato la voce al 50%».