Simoncelli: "Vorrei stare nei primi sei"

Simoncelli: "Vorrei stare nei primi sei"
Abbiamo incontrato Marco a Imola, dove ha celebrato il nuovo incarico del dott. Costa, e ci siamo fatti raccontare come procede lo sviluppo della moto nei test, in attesa del debutto nella top class | G. Zamagni
17 febbraio 2010

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La notizia è bella e importante: nel rilancio dell’autodromo di Imola, il dottor Claudio Costa avrà un ruolo fondamentale, affidatogli da chi adesso gestisce il prestigioso impianto dell’Emilia Romagna. Costa si occuperà, naturalmente, delle strutture mediche ma avrà anche un incarico di primo piano nell’organizzazione di manifestazioni di carattere internazionale.

Così, il prossimo 3 ottobre, ci sarà una rievocazione storica della 200 Miglia di Imola, famosissima gara motociclistica ideata da Checco Costa, papà di Claudio, ma in futuro l’inventore della Clinica Mobile proverà a organizzare una 200 miglia con i piloti della MotoGP e della SBK: se ci riuscisse – impegno tutt’altro che semplice, visto gli interessi in gioco e la pessima relazione tra Dorna e Flammini, le due società organizzatrici dei due più importanti campionati del motociclismo -, la 200 miglia diventerebbe una gara entusiasmante, una di quelle che fanno sognare gli appassionati.

Il Dott. Costa proverà a organizzare una 200 miglia con i piloti della MotoGP e della Superbike

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 A celebrare il nuovo incarico del dottor Costa, c’era anche Marco Simoncelli.
«Claudio – ha esordito SuperSic – ci assiste in pista 24 ore su 24. Io, nella mia carriera, mi sono rotto entrambi gli scafoidi, destro e sinistro: quando vai da Claudio, lui ogni tanto ha le paturnie, ma ti ascolta sempre e sai che ti risolve il problema. Mi ha chiesto se venivo alla conferenza stampa organizzata per annunciare il suo coinvolgimento nell’autodromo di Imola e a me fa molto piacere essere qui: è bello che dentro questo circuito ci siano questi propositi e che lui ne faccia parte. La presenza di Claudio garantisce che verranno fatte scelte che seguono la passione e non altri aspetti. Sarebbe bellissimo se si tornasse a correre un GP qui (il motomondiale manca a Imola dal 1999, ndr) e anche, chissà, fare una 200 miglia, un GP delle Nazioni dove si ritrovino tutti i piloti più forti».

Parliamo di MotoGP: cosa ci puoi dire dei test in Malesia, nei quali sei anche caduto ad alta velocità? Com’è la nuova RC212V, è molto differente dalla versione 2009 che avevi provato a Valencia e a Sepang prima di Natale?
«E’ stato un test un po’ travagliato. Intanto, lo considero come il primo vero test in MotoGP, perché avevamo moto e sospensioni nuove. Abbiamo dovuto capire un po’ tutte queste cose inedite e all’inizio davamo per scontate delle cose, credendo che la RC212V si comportasse come l’altra, ma non era così. Per questo il primo giorno abbiamo buttato via un po’ di tempo. Abbiamo lavorato, abbiamo capito che strada seguire, ma ci ha un po’ frenato la caduta con gomme fredde, oltre a qualche problema di elettronica, con la moto che non partiva. Sono comunque contento di quel poco che abbiamo fatto, perché siamo riusciti a trovare una buona base con la quale ripartire per il prossimo test. In più abbiamo capito bene gli errori commessi, le cose che ci mancavano a livello di organizzazione: penso che nel prossimo test potrò fare un miglioramento importante rispetto al primo».

Cosa ti aspetti dai prossimi test in Malesia del 25 e 26 febbraio?

«Mi aspetto di lavorare bene, di continuare sulla strada intrapresa nei precedenti test e di riuscire a prendere confidenza con questa moto che, di base, mi sembra che vada già meglio della vecchia. E’ questione di metterla a punto, di capire bene l’elettronica, che è molto complessa: ci vuole tempo, non è facile, soprattutto avendo complessivamente solo tre test prima dell’inizio del campionato. Bisogna stare calmi e se si riesce a lavorare bene si possono fare delle buone cose ».

Sarai pronto per la prima gara?

«L’aspetto che mi fa ben sperare è che per me la Malesia è sempre stato un circuito ostico, dove faccio fatica: se in questo test riuscirò a trovare una buona messa a punto, poi nelle altre piste, teoricamente dovrei andare un po’ meglio. Non so a che punto potrò arrivare alla prima gara: se riuscissi a stare nei primi sei, ci sarebbe da stappare la bottiglia… ».

Qual è l’aspetto più difficile di questa MotoGP?
«Sono molto difficili le gomme da capire: il limite si sposta molto in alto e diventa impegnativo andarlo a cercare. E poi, sicuramente, l’elettronica: in 250 c’era il controllo di trazione, ma era molto più semplice da tarare, qui ci sono molti aspetti da sistemare. La ciclistica è l’aspetto più vicino alle moto che ho utilizzato fino all’anno scorso, ma anche lì ci sono un sacco di variabili da imparare ».
 
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