Simoncelli-Pedrosa: 5 punti e a capo

Simoncelli-Pedrosa: 5 punti e a capo
Dopo dieci giorni di dibattiti, discussioni, opinioni autorevoli, testimonianze, verdetti, visione di foto e filmati voglio tornare sul contatto avvenuto al 18esimo giro del GP di Francia tra Simoncelli e Pedrosa | G. Zamagni
25 maggio 2011

Punti chiave


Dopo dieci giorni di dibattiti, discussioni, opinioni autorevoli, testimonianze, verdetti, visione di foto e filmati voglio tornare sul contatto avvenuto al 18esimo giro del GP di Francia tra Marco Simoncelli e Dani Pedrosa, con Marco penalizzato con un "ride trough" e Dani, purtroppo, che ha riportato la frattura della clavicola destra, operata mercoledì scorso a Barcellona. In questo periodo ho letto tutti i commenti pubblicati su Moto.it, ho parlato nuovamente con i protagonisti, in particolare con Fausto Gresini, team manager di Simoncelli, che ha confermato che la telemetria dice che Marco, nell'occasione, non ha allungato la frenata rispetto al giro precedente. Ho letto quanto dichiarato al giornalista Denis Noyes del settimanale "Motociclismo" spagnolo (e riportati dal sito GPone.com) da Kenny Roberts, Wayne Rainey, Kevin Schwantz, Kenny Roberts Junior e Wayne Gardner.

"Ai nostri tempi - è l'opinione di Roberts Senior, tre titoli mondiali in 500 - quando qualche pilota si comportava in quel modo, ci andavamo a parlare e lo raddrizzavamo un po', ma i piloti di oggi non parlano molto fra di loro".
Ovvero: Simoncelli ha sbagliato, perlomeno questa è l'interpretazione che do io alle parole del grande Kenny.

Chiara anche l'opinione di Wayne Rainey, iridato dal '90 al '93 con la Yamaha 500.
"Simoncelli non ha lasciato alternative a Pedrosa: Marco era più veloce, avrebbe potuto passarlo in un altro modo".

Non ha dubbi nemmeno Gardner, Campione del Mondo 500 nel 1987 con la Honda.
"Penso che Simoncelli sia stato troppo aggressivo. E' vero, così sono le corse, ma proprio per questo bisogna pensare non solo a se stessi ma anche agli altri. Se Marco avesse fatto quel sorpasso lasciando abbastanza spazio a Dani, sarebbe stato ok".

Kevin Schwantz, iridato con la Suzuki 500 nel 1993, prova a capire Simoncelli.
"E' stato un sorpasso duro, ma le corse sono così: forse Marco ha pensato che Stoner stava scappando e non voleva correre per il secondo posto".

Curiosa la tesi di Roberts Junior. anche lui Campione del Mondo con la Suzuki nel 2000.
"Se Pedrosa fosse stato un pilota da dirt track avrebbe saputo che non bisogna mai raddrizzare la moto".


Le conclusioni


Registrate le opinioni dei grandi piloti americani del passato, ecco le mie conclusioni sul discusso episodio.


1) HA SBAGLIATO SIMONCELLI
L'avevo detto a "caldo" e ne rimango convinto anche dopo aver analizzato tutto a freddo nel dettaglio: secondo me Marco ha sbagliato il sorpasso, proprio perché non ha lasciato spazio a Pedrosa. Gresini dice che Marco ha frenato nello stesso punto del giro precedente, ma mentre al 17esimo passaggio era solo, al 18esimo c'era Pedrosa al suo interno. Attenzione, però: questo non significa che Simoncelli sia un pilota scorretto, ma che in quel frangente ha effettuato una manovra, a mio modo di vedere, oltre il limite.


2) PEDROSA NON HA COLPE
Molti danno anche la colpa a Pedrosa, sostenendo, più o meno: "Visto che Simoncelli andava così più forte di lui, avrebbe dovuto farlo passare e non resistere a tutti i costi. Quindi, se si dice che Marco ha sbagliato il momento dell'attacco, anche Dani non è stato tatticamente furbo".
In parte è vero, con una sostanziale differenza, però: Pedrosa aveva tutto il diritto di resistere e facendolo non ha creato nessun danno al rivale.


3) PENALIZZAZIONE ESAGERATA
Nonostante ritengo che Simoncelli abbia forzato il sorpasso, sono anche convinto che la penalizzazione inflitta sia troppo esagerata, perché quella di Marco non è stata una scorrettezza, ma una "normale" manovra di gara. Inoltre, ed è quello che più mi fa arrabbiare, sono quasi certo che la direzione gara sia intervenuta solo per tutto quello che era stato detto contro Simoncelli nei giorni precedenti la gara. In altre parole: se a causare la caduta di Pedrosa fosse stato un altro pilota, non sarebbero stati presi provvedimenti. E attenzione perché questa penalizzazione può creare un precedente pericoloso.


4) ATTACCHI A PEDROSA
Tra i vari commenti, ho letto anche degli attacchi fuori luogo, a mio modo di vedere, a Pedrosa. Addirittura clamoroso quello di Carlo Pernat (con il quale ho discusso a lungo), manager di Capirossi e consulente di Simoncelli. Secondo Pernat, "Pedrosa non è adatto alla MotoGP, è un peso piuma contro un peso massimo e per questo, ogni volta che cade, si fa male". Trovo Dani ammirevole per la capacità che ha di domare una MotoGP nonostante misure da "peso piuma", per dirla con Pernat. E' certo, purtroppo, che quando cade lo spagnolo quasi sempre si fa male, ma ricordo che negli ultimi due gravi episodi, Dani si è infortunato non per colpa sua: in Giappone gli rimase accelerata la moto, in Francia per il contatto con Simoncelli.


5) QUALI CONSEGUENZE?
Shuhei Nakamato, l'uomo di riferimento della HRC in pista, è sempre stato un grandissimo ammiratore di Simoncelli, tanto da volergli fare già alla fine del 2009 un contratto diretto, ma dopo quanto accaduto in Francia era piuttosto indispettito, per dirla con un eufemismo. Questo episodio può avere delle conseguenze sulla carriera di Marco? Gresini lo esclude categoricamente.


Ma quali sono le vostre considerazioni? Chi fosse interessato, oltre che direttamente su Moto.it, mi può scrivere a [email protected]: vi risponderò mercoledì sera dalle 23 alle 23.30 nella trasmissione "C'è posta per Zam", in onda su Telenova - SportAction, canale 195 del digitale terrestre.

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