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Quali sono state le chiavi del GP?
1) Gomme uguali. A parte qualche eccezione (Iannone media anteriore, A.Espargaró soffice posteriore) tutti sono partiti con le stesse gomme, quindi non ci sono stati vantaggi per uno o per l’altro pilota. La differenza, quindi, è stata fatta dalla guida e dalla moto;
2) Il controllo di Márquez. Solo lui poteva fare quel sorpasso alla curva cinque: nonostante la moto fosse di traverso, la forcella a pacco e il posteriore quasi senza aderenza, Marc non solo è riuscito ad andare alla corda, ma anche a tenere la traiettoria giusta in uscita;
3) Strategia Dovizoso. Andrea ha spiegato (leggi l'articolo) come fosse convinto che Marc avesse più gomma nel finale, ma quando è stato superato si è accorto che non era così: essendo stato sempre davanti a tirare il gruppo, non sapeva in che condizioni fosse il rivale. Una tattica sbagliata? Dovizioso dice di no: la sua tesi è che se fosse stato dietro, per lui non ci sarebbe stata possibilità;
4) Troppo lontano alla 12. Quando Dovizioso è arrivato alla 12, dove era fortissimo, era comunque troppo lontano da Márquez. Andrea ci ha comunque provato, ma la sua è stata più una manovra disperata per non lasciare niente di intentato, piuttosto che un vero e proprio sorpasso.
Sorpassi Márquez/Dovizioso.
23° giro: 2 (Márquez 1°, Dovizioso 1°); 24°giro: 4 (Marquez 1°, Dovizioso 1°, poi all’ultima curva Márquez 1°, Dovizioso 1°); 25° giro: 2 (Márquez 1°, Dovizioso 1°); 26° giro: 3 (Márquez 1° alla 5, Dovizioso 1° alla 12 per pochi metri, Márquez 1° al traguardo).
Márquez può vincere il mondiale in Giappone?
Certamente. Avendo 77 punti di vantaggio deve lasciare il Giappone con almeno 75 punti su Dovizioso. Quindi sarà campione se vincerà il GP o se perderà al massimo due punti da Andrea.
Ducati qui era superiore a Honda?
Secondo me no. Come confermano i risultati della seconda Honda e della seconda Ducati al traguardo: Crutchlow ha finito 7° a 6”520 da Márquez, Bautista 8° a 6”421 da Dovizioso: come dire che le moto erano equivalenti. Non solo: Pedrosa è caduto al 19° giro, mentre era quinto a 1”286 da Dovizioso e a 1”072 da Márquez. Quindi…
Ma è la Yamaha a essere migliorata o è stata solo una questione di pista, asfalto, gomme?
La prestazione di Zarco, quinto al traguardo a circa 2”5 da Viñales e a 1”2 da Rossi sembra dire che la M1 ufficiale non è migliorata più di tanto (la moto di Zarco è esattamente uguale a quella della prima gara), quindi a fare la differenza è stata più la combinazione pista/asfalto/gomme che le migliorie apportate alla moto ufficiale. Chissà se l’ingegner Bernardelle è d’accordo: lo scopriremo martedì a DopoGP.
Quanto è calato il ritmo di Aleix Espargaró con la morbida al posteriore?
Aleix ha fatto il suo miglior giro al 15° passaggio (1’31”987), poi ha girato sempre in 1’32” alto per poi salire ancora: 24° giro: 1’33”486; 25°: 1’33”869; 26°: 1’34”047.
Giri veloci in gara (tra parentesi il giro in cui è stato realizzato).
Márquez 1’31”471 (16); Dovizioso 1’31”492 (4); Rossi 1’31”500 (4); Pedrosa 1’31”533 (18); Viñales 1’31”602 (18); Crutchlow 1’31”664 (4); Bautista 1’31”670 (16); Rins 1’31”686 (9); Zarco 1’31”704 (12); Miller 1’31”745 (12); Iannone 1’31”745 (13); Petrucci 1’31”754 (12).
Le tre più belle frasi del GP
3) Dovizioso: “I tifosi europei dovrebbero imparare da quelli thailandesi: ognuno aveva la maglietta del proprio pilota, ma il sostegno era per tutti, felici di vedere la gara”;
2) Rossi: “La Moto2 è stata fantastica: per fare meglio dovevano fare primo e primo…”.
1) Rossi (leggi l'intervista): “Le gare sono strane, sembrano gare di ciclismo: va avanti uno, poi un altro, poi uno tenta la fuga e tutti gli vanno dietro”.