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“Fare il collaudatore non è semplice, perché bisogna lavorare su se stessi e tenersi in forma esattamente come un pilota titolare, ma senza avere il continuo riscontro della pista e la cadenza fissa degli appuntamenti con i Gran Premi” – Lo ha detto Stefan Bradl in una intervista rilasciata nelle ultime ore, in cui, oltre a tracciare un bilancio della sua stagione e ad illustrare le prospettive per il futuro, ha anche risposto ad alcune domande su Jorge Lorenzo e, più in generale, sul ruolo di tester. “E’ stato evidente – ha detto Bradl – che Jorge Lorenzo non era in forma a Portimão. Ho letto che non aveva in programma quei test e, quindi, probabilmente non s’è fatto trovare pronto. Chi vince cinque mondiali, comunque, non perde velocità così rapidamente, è stata solo una questione di mente e corpo non allenati”.
Contrariamente alle durissime parole pronunciate nei confronti del maiorchino nel 2019, quando il 99 guidava la Honda del team Ufficiale (Lorenzo è preoccupante, sembra non sappia neanche da dove cominciare). L’atteggiamento di Bradl è questa volta decisamente più assolutorio. “È ovvio che non fosse in buona forma nei test di Portimão, ma non so da quanti mesi non guidava la moto. È importante allenarsi in questo sport, non puoi correre senza allenamento. Non discuto un cinque volte campione del mondo, perché è chiaro che sia ben capace di guidare. Però forse la sua motivazione come collaudatore non è così grande come in passato. Non so cosa vorrà fare in futuro, se godersi la vita o stare ancora a contatto col paddock. Toccherà a lui decidere, e se vorrà fare il tester deve sapere di non poter rinunciare all’allenamento, perché un collaudatore deve essere sempre pronto, pur avendo meno occasioni e meno motivazioni”.