Stoner, escluso il rientro in sostituzione di Pedrosa

Stoner, escluso il rientro in sostituzione di Pedrosa
Nakamoto, in conferenza stampa, esclude la possibilità di schierare Stoner al posto dell’infortunato Pedrosa. Una frase, probabilmente fraintesa, fa sognare per l’anno prossimo. Ecco perché però difficilmente il rientro si concretizzerà
2 maggio 2015

Stoner ha sicuramente lasciato un grande vuoto fra gli appassionati, abbandonando la MotoGP davvero molto in anticipo rispetto ai tempi solitamente ritenuti normali. Non ha lasciato da vincitore, soprattutto a causa dell’infortunio che gli fece saltare buona parte della stagione 2012, ma sicuramente il suo ritiro è avvenuto quando l’australiano aveva ancora molto da dire.

Non avendo mai veramente smesso di andare in moto – ha continuato la sua attività di collaudatore per Honda, e correrà per loro la 8 ore di Suzuka – nel momento in cui Pedrosa si è dovuto fermare per operarsi al braccio ha voluto proporsi come sostituto, causando però il grande rifiuto da parte di Honda. Un rifiuto che sembra avere un po’ appannato i rapporti fra Stoner e la Casa dell’ala dorata, ma senza particolari ripercussioni.

Il rifiuto è stato motivato con la necessità di preparazione da parte di Stoner per partecipare alla MotoGP: una gara nella massima specialità non si improvvisa, e per quanto a Casey potesse far piacere godersi una “gita premio” fra i vecchi amici, il suo rientro avrebbe avuto ripercussioni troppo pesanti per tantissimi motivi sul team, su Marquez ma anche su sé stesso. Perché nonostante quello che ritengono i tifosi più incalliti, al momento attuale Stoner non ha il passo necessario per competere in MotoGP, né lo avrebbe recuperato nel giro di quattro turni di prova.

Un suo ritorno difficilmente avrebbe dato risultati molto diversi rispetto a quello di Troy Bayliss in Superbike. Contrariamente al connazionale, però, Stoner sarebbe invece ancora abbastanza giovane per tornare a correre in pianta stabile, ed ecco il perché Shuhei Nakamoto, nella conferenza stampa di stamattina, ha parlato di una possibilità 2016.

A prescindere da travisazioni motivate dalla voglia di rivedere in pista Stoner, l’affermazione del boss di HRC non ha altro significato se non l’apertura a schierare Casey se quest’ultimo avesse voglia di tornare decidendo in anticipo un programma di allenamento, test – insomma, lavoro – necessario a rientrare da pilota competitivo. Sostanzialmente, se avesse voglia di tornare a girare per il mondo per tutto l’anno, di lavorare su sé stesso e sulla moto per puntare a vincere un titolo mondiale. Ovvero, sostanzialmente, se avesse voglia di tornare a fare tutte quelle cose per cui ha invece deciso di ritirarsi con grande anticipo rispetto alla sua condizione agonistica, che gli avrebbe facilmente permesso di continuare a lottare per il titolo iridato per molti anni a venire.

Ecco perché, a voler guardare la realtà delle cose senza le lenti rosa del Wishful Thinking, come lo chiamano gli anglofoni, il rientro di Stoner non si concretizzerà. A meno che il ritiro dorato del due volte iridato non sia poi così dorato, e che il richiamo della velocità non fosse più forte di quanto lo stesso Stoner non voglia ammettere. Poche volte come in questo caso saremmo felici di sbagliare un pronostico.

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