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VALENCIA – Vola, imprendibile, Casey Stoner, che conquista l’ultima pole position della sua carriera con la Ducati. Vola, con un passo impressionante e il suo pacchiano casco seminato di Svarosky da 12.000 euro, Jorge Lorenzo, deciso a sfatare il tabù di Valencia. Vola, con il suo stile aggressivo, Marco Simoncelli, terzo e per la prima volta in prima fila da quando è passato in MotoGP.
Fatica, ben più di quanto dica la classifica, Valentino Rossi, quarto nel finale grazie più all’orgoglio che alla messa a punto della sua M1, dopo aver navigato sempre tra l’ottava e la decima posizione. In affanno Andrea Dovizioso, solo nono alle spalle del convalescente compagno di squadra, dopo che nelle libere di venerdì Dovi aveva addirittura ipotizzato di potersi giocare la vittoria.
Come spesso accade, il turno di qualifiche della MotoGP ha regalato grandi emozioni, mettendo in evidenza le incredibili doti di guida dei piloti di questa categoria. In una pista corta e non adatta alla potenza della MotoGP – si viaggia in sesta complessivamente per meno di 1”5 -, diventa particolarmente difficile domare i tanti cavalli a disposizione, anche con l’aiuto dell’elettronica e così, spesso e volentieri, si vede il posteriore scivolare in maniera evidente. Una situazione che esalta Stoner, impressionante particolarmente nel T4, dove rifila quattro decimi al più immediato inseguitore.
«Fino a dieci minuti dalla fine – racconta l’australiano della Ducati -, non ero troppo contento dell’assetto della mia Ducati, perché mi scivolava troppo sul posteriore. Con le gomme morbide la situazione è migliorata decisamente, ma non pensavo comunque di poter battere Lorenzo. Nell’ultimo giro, poi, ho anche fatto un piccolo errore nelle prime due curve, ma ho poi recuperato alla fine. Questa pista mi piace e mi diverte: anche se la velocità è molto differente, per certi versi mi ricorda Phillip Island».
Esattamente come in Australia Stoner sembra imbattibile e l’unico che può provare ad arrivargli davanti sembra essere Lorenzo.
«Rispetto al 2009 – dice – abbiamo fatto un bel passo in avanti: siamo andati molto più veloci, anche se l’asfalto è molto più scivoloso. Qui Casey va forte come a Phillip Island e per stargli davanti devi fare un giro perfetto. Anche per la gara sarà dura,ma ci proverò».
Ieri, dopo le ottime libere, Simoncelli lo aveva detto: «L’obiettivo è la prima fila». Promessa mantenuta.
«Direi che l’avvicinamento all’ultima gara è iniziato bene: sono stato veloce fin da venerdì. Poi, turno dopo turno abbiamo continuato a migliorare e oltre a un buon tempo, sono anche costante: sono molto fiducioso per la gara».
Sembra invece decisamente più in difficoltà Rossi, che fino a un minuto dalla fine ha litigato con la sua M1, prima di riuscire a trovare, chissà come, un giro buono che gli permette di partire dalla seconda fila, davanti al futuro compagno di squadra Nicky Hayden e a un tenace Ben Spies, sesto nonostante il dolore alla caviglia infortunata all’Estori.
Sperava in un risultato migliore Dani Pedrosa, alle prese però con un recupero più difficile del previsto dell’infortunio alla spalla sinistra, mentre ha deluso Andrea Dovizioso, che sia in configurazione gara sia nel giro secco non è riuscito a ripetere le prestazioni delle libere.
Piccolo passo in avanti di Carlos Checa, che ha ceduto l’ultima posizione ad Alvaro Bautista: il pilota della SBK si è migliorato di 1”2 rispetto alle libere, cominciando a prendere più confidenza con la Ducati. Il suo distacco dal primo rimane pesante – 1”700 -, ma i progressi ci sono.