Stoner: "Non mi diverto più a correre"

Stoner: "Non mi diverto più a correre"
Prima la butta lì quasi come se niente fosse: “A fine stagione mi ritiro”, poi Casey Stoner sputa veleno contro l’intero paddock, contro la MotoGP, contro la Dorna, contra la Ducati | G. Zamagni, Le mans
17 maggio 2012

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LE MANS – Prima la butta lì quasi come se niente fosse: “A fine stagione mi ritiro”, poi Casey Stoner sputa veleno contro l’intero paddock, contro la MotoGP, contro la Dorna, contra la Ducati. Lo fa alla sua maniera, senza alzare mai la voce, ma con grande fermezza, solo con qualche lacrima trattenuta a fatica.

“Nel 2013 non correrò più in moto, voglio fare cose differenti nella vita. Non è una decisione di questi mesi, ma è da tanto che ci penso e che ne parlo con la mia famiglia e mia moglie, anche se soltanto dopo il GP del Portogallo ho fatto la mia scelta definitiva. Non me la sento più di continuare, per una serie di motivi: è meglio ritirarsi adesso, anche se, naturalmente, finirò il campionato per onorare il contratto con la Honda e con i miei meccanici”.

Si fa fatica a farsene una ragione, ma Casey – due titoli mondiali, 42 vittorie, di cui 35 in MotoGP, 82 podi (62 in MotoGP), 39 pole (35 in MotoGP) – ha le idee ben chiare. E, come suo solito, non ha nessuna paura ad esporle chiaramente. E duramente.

“Ho sempre amato le moto e le corse, ma nel 2009, quando fui costretto a saltare tre GP per problemi fisici, poi individuati nell’intolleranza al lattosio, ho capito tante cose: in quel periodo sono state dette su di me un sacco di falsità, in molti mi hanno mancato di rispetto. Ho capito quanto sia importante la salute e la mia famiglia, mentre tutto il resto, compreso i soldi, conta poco. Non mi diverto più a correre qui, non mi

Non è il campionato del mondo che amo, c’è poco rispetto per i protagonisti di questo sport

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piace la direzione che ha preso il campionato: tutto sta diventando noioso. Bisognerebbe fare qualcosa, ma la situazione non cambierà per molto tempo: ci sono poche moto ufficiali, con due campionati separati. Questo è un campionato prototipi, le CRT non c’entrano nulla: non è il campionato del mondo che amo, c’è poco rispetto per i protagonisti di questo sport. So che probabilmente nessuno ha mai smesso a questo punto della carriera, a soli 27 anni: molti piloti vanno avanti per soldi o fama, ma a me non importa nulla. Nel 2007 ho coronato il sogno di vincere un mondiale: ho amato tanto questo sport, ma adesso non ha più senso continuare”.


UN “PAZZO” DA AMMIRARE


Una decisione più che rispettabile, presa alla sua maniera: quasi una “pazzia”, soprattutto considerando che siamo solo alla quarta gara. In molti si sarebbero limitati a comunicarlo – forse - alla squadra, per poi annunciarlo a fine stagione, ma lui non ha aspettato un secondo a farlo sapere al mondo. “Non aveva senso mentire” commenta tranquillamente. Uno con le palle, insomma, come aveva già dimostrato in passato, quando non aveva paura di mettersi contro il mondo criticando Valentino Rossi. Nel suo anomalo annuncio, Stoner ha toccato parecchi temi, con tesi più che condivisibili: purtroppo si sta facendo di tutto per rovinare uno sport meraviglioso. Il ritiro del più forte pilota di questo periodo è un brutto colpo per tutto il campionato: purtroppo solo l’ultimo in ordine di tempo.

 

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