Stoner: "Sono al 50%, ma volevo tornare"

Stoner: "Sono al 50%, ma volevo tornare"
"Non ne potevo più di stare in casa" commenta il pilota australiano. "Giochi di squadra? Il motociclismo è uno sport individuale" | G. Zamagni, Motegi
11 ottobre 2012

Punti chiave


MOTEGI – Mentre Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa ripetono più o meno le stesse frasi di Aragon – Lorenzo: «L’obiettivo è sempre lo stesso: provare a conquistare la pole e la vittoria. Ma se non ci dovessi riuscire va bene anche il podio»; Pedrosa: «Inutile pensare al campionato o alle tre gare consecutive: adesso siamo in Giappone e bisogna fare bene qui e divertirsi», Casey Stoner assapora di nuovo il gusto del motomondiale, delle gare dopo l’operazione alla caviglia destra.

«I medici mi hanno detto che ho fatto benissimo a farmi operare, era l’unica soluzione. L’intervento è servito per pulire la caviglia e sistemare i legamenti, anche se non sono stati “ricuciti”: per farlo ci vorrà un’altra operazione. Non cammino più con le stampelle, ma, sinceramente, speravo di aver recuperato il 70-80% della mobilità, invece sono solo al 50%, ma i medici dicono che è normale che sia così. Piuttosto, dovrò stare molto

Speravo di aver recuperato il 70-80% della mobilità, invece sono solo al 50%

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attento, perché un altro incidente sulla stessa caviglia potrebbe avere conseguenze pericolose».

Ma la voglia di tornare era superiore al rischio.
«Non ne potevo più di stare a casa quasi immobile sul divano o sulla poltrona, costretto a fare fisioterapia mentre gli altri correvano. Avrei voluto finire in maniera differente la mia carriera, anche perché ho perso GP a noi teoricamente favorevoli. Vediamo domani come reagirò sulla moto: a preoccuparmi sono soprattutto i cambi di direzione, in una pista molto stressante per il fisico».

Come era prevedibile, Stoner non vuole sentire parlare di giochi di squadra, di aiuti a Pedrosa.
«Nessuno della Honda me lo ha chiesto e spero proprio che non me lo chiedano: il motociclismo è uno sport individuale, il titolo te lo devi meritare».